LA TESTIMONIANZA DELLO SMEMORATO DI SAN FELICE

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di Francesco Capo

Questa è la storia di un testimone che, sotto intercettazione sapeva tutto e rivelava fatti gravissimi, e poi alle domande poste in aula dal pubblico ministero e dagli avvocati si è trincerato dietro una sfilza di “non ricordo”. Lo “smemorato” di San Felice si chiama Agostino Piccirillo ed è un dipendente delle diverse ditte che negli anni si sono succedute nello svolgimento del servizio della raccolta dei rifiuti nel Comune di San Felice a Cancello.

Il pubblico ministero Gerardina Cozzolino autorizzò la polizia giudiziaria a nascondere addosso ad Antonio Scialdone (il titolare della Ecologica impianti, la ditta che in passato aveva effettuato la raccolta dei rifiuti) un registratore per catturare le conversazioni con Piccirillo. Durante queste intercettazioni lo “smemorato” rivelò di sapere:

– che i pesi dei rifiuti venivano aumentati manualmente e che conosceva questa informazione, come si intuisce dal tenore della conversazione, tramite una persona che lavorava alla Balsamo (la ditta dove i camion dei rifiuti organici venivano pesati e i cui titolari sono accusati di averne falsificato il peso distraendo così danaro alle casse comunali);

– che il sindaco Pasquale De Lucia prendeva mazzette in accordo con Clemente De Lucia, il capo servizio presso la ditta impiegata nella raccolta;

– che il sindaco De Lucia faceva uso di cocaina.

Interrogato su questi punti sia dal p.m. che dall’avvocato Federico Simoncelli, difensore dell’ex sindaco De Lucia, Piccirillo ha risposto sempre di non ricordare.

Cosa invece ha ricordato il teste nella sua lunga testimonianza davanti al collegio presieduto dal giudice Roberta Carotenuto? Piccirillo ha detto che il FIR (il Formulario di identificazione dei rifiuti, cioè il documento che contiene tutte le informazioni sui rifiuti trasportati in un camion) veniva già precompilato da Clemente De Lucia, il quale disponeva anche del timbro del Comune.

Ha rivelato di essersi accorto di un anomalo aumento del peso dei rifiuti e di aver riferito questa circostanza all’allora vice sindaco, Francesco Petrone e anche, in due occasioni, al sindaco De Lucia e di aver ottenuto da entrambi risposta di non preoccuparsi, perché loro si sarebbero interessati della questione.  Piccirillo ha raccontato che, a seguito di queste vicende, non voleva più andare a scaricare i camion. Lo stesso ha riferito anche di aver ricevuto una multa presso lo Stir (Stabilimento di Tritovagliatura ed Imballaggio Rifiuti) di Santa Maria Capua Vetere, perché il camion da lui guidato conteneva rifiuti indifferenziati mischiati a rifiuti speciali provenienti da industrie.

Sulla vicenda dell’alterazione fraudolenta del peso dei rifiuti, gli avvocati Massimo Loffredo e Pasquale Vigliotti, difensori rispettivamente di Massimo Balsamo e di Clemente De Lucia, hanno sostenuto la tesi che non venisse in realtà alterato il peso dei rifiuti, ma che i camion viaggiassero con un quantitativo maggiore rispetto alla loro portata, come, secondo loro, anche oggi succede. Gli avvocati infatti hanno depositato dei FIR del 2017 dai quali si evincerebbe un attuale aumento dei rifiuti. Il Tribunale ne ha disposto l’acquisizione, nonostante l’opposizione del p.m. . Spetterà alla Cozzolino accertare se i camion dell’attuale ditta (la Buttol) sono esattamente gli stessi utilizzati in passato dalla Tetra, la ditta che svolgeva il servizio quando i reati sarebbero stati commessi.

Molti punti di questa intricata vicenda potranno essere chiariti da Antonio Scialdone, il titolare della Ecologica impianti che si rifiutò di assumere sei persone, nonostante le pressioni, secondo l’accusa, provenienti dal De Lucia e dal Petrone.

Scialdone verrà sentito il 21 febbraio prossimo, nella stessa giornata della testimonianza del maresciallo dei carabinieri, Diego Roberto Montella, che ha svolto le indagini sulle vicende della tangentopoli san feliciana e raccolto la denuncia dello Scialdone nella stazione di Maddaloni.

La loro testimonianza è stata spostata dalla data del 7 febbraio a quella del 21 per impossibilità dell’avvocato Simoncelli a partecipare all’udienza (in quanto impegnato in altro procedimento) e anche per impossibilità del collegio giudicante. Sul punto il p.m. si è riservato di presentare il proprio parere: nel processo pendono infatti i termini di scadenza della misura cautelare. De Lucia è agli arresti domiciliari in una propria abitazione a Scalea.