OCCHI CHIUSI SPALLE AL MARE, DONATO CUTOLO INCONTRA GLI STUDENTI ALL’ANFITEATRO CAMPANO

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di Dalia Coronato

Uguaglianza, solidarietà, comprensione sono i temi approfonditi durante l’incontro tra Donato Cutolo, autore del libro “Occhi chiusi spalle al mare” e gli alunni degli Istituti Superiori della provincia di Caserta, con la partecipazione straordinaria dell’associazione casertana “Neri e non solo Onlus” presso l’anfiteatro campano sito a Santa Maria Capua Vetere.

Lo scrittore nel suo libro parla di un incontro tra Piero- protagonista del romanzo- e due fratelli Jasmine e Youssef, profughi provenienti da Yarmouk, un campo a sud di Damasco, in Siria. Le diverse vite condotte dai personaggi principali di questa coinvolgente storia, seppur estremamente diverse, si intrecciano in un crescendo di sentimenti comuni come “la solitudine, la paura e l’impotenza”.  Piero è un ragazzo timido e riservato che vive nell’ombra del padre, l’ingegner Mauro Righieri. Il costruttore realizza un centro di accoglienza per rifugiati con l’obiettivo di tenere lontano gli immigrati dagli abitanti dell’isola Isonta. Questo pezzetto di terra immaginaria è descritta “pensando ai perimetri tipici di Lipari” confessa l’autore del libro, “ma l’isola inventata può essere qualsiasi luogo”.

Purtroppo reali e tangibili sui volti degli immigrati sono i terribili “viaggi della morte”, così come le drammatiche testimonianze che emergono durante il dibattito, dagli ospiti in sala. I giovani dell’associazione “Nero e non solo”, provenienti dai diversi paesi coinvolti nella cosiddetta “Primavera Araba”, spiegano agli studenti delle scuole superiori cosa significa arrivare in un paese sconosciuto, senza documenti, senza riconoscimenti e quindi senza diritti e con tanta stanchezza impressa sulla pelle.

Presente all’appello contro l’indifferenza delle costanti dittature che continuano a macchiare i paesi arabi è anche Nasser Hidour, imam di San Marcellino. “Non ci deve essere differenza tra arabi, musulmani e cristiani”. Il ministro di culto con emozione ricorda il momento in cui gli hanno consegnato i documenti italiani, l’istante in cui percepisce che la terra calpestata per anni è anche la sua terra, rievoca nella sua memoria come una traccia indelebile incisa nel cammino della vita.

Perchè avete paura di noi?” chiede un ragazzo ivoriano, membro dell’associazione. In sala scende il silenzio. Gli alunni disarmati da una così insolita spontaneità non sanno cosa rispondere. Sono le insegnanti ad intervenire e spiegano che la paura è condizionata dalla mancanza di conoscenza, dai media, dalla disinformazione e tante volte dalla scorretta informazione.

Le persone come Jasmine e Youssef sono costrette ad intraprendere infinite traversate in mare quando l’unica alternativa a restare è morire. “Ci hanno contattati un venerdì particolarmente caldo, dopo la preghiera. Il mediatore ci ha spiegato che un pulmino ci avrebbe portato in un villaggio di pescatori, da dove ci saremmo imbarcati per l’Italia quella sera stessa. Si erano fidati anche perché costretti a farlo, ma ben presto avevano capito che le cose non sarebbero andate come previsto”, racconta Cutolo attraverso il romanzo. E’ così che inizia l’odissea dolorosa del lungo percorso verso un Paese che rappresenta solo la prima di numerose tappe da raggiungere. Il mare, oggetto di oniriche e romantiche poesie, itinerario di mete infinite, diventa l’oscurità imprevedibile degli incubi peggiori.

Jasmine e Yousseff cercano di arrivare in Danimarca per ricongiungersi con un membro della famiglia d’origine e l’arrivo di Piero nelle loro vite porta un barlume di speranza. Il ragazzo isolano sente, sin dal primo incrocio di quello “sguardo impaurito”, di salvare quelle fragili vite in fuga e portarle sulla terra ferma, ma le sorprese non mancano e il salvatore diventa colui che viene salvato.

Il libro del compositore e scrittore Donato Cutolo ci invita a riflettere sulla fragilità della resistenza, sul viaggio che spetta a ciascuno di noi, come un immancabile percorso che si intreccia miracolosamente con altre vite bisognose di essere salvate e di salvare.

Spesso la tendenza ad essere curiosi verso gli altri e verso le diversità si spegne, “Occhi chiusi spalle al mare”, al contrario esorta ad aprire gli occhi, ad aprire il cuore e a guarda in faccia il mare.

 

L’intervista all’autore e la galleria fotografica a cura di Dalia Coronato