DISSESTO BIS, MARCO CICALA PRESIDENTE DI CITTÀ FUTURA: “ANCORA UN RECORD NEGATIVO PER LA CITTÀ”

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CICALA CITTà FUTURA DISSESTO BIS, MARCO CICALA PRESIDENTE DI CITTÀ FUTURA: ANCORA UN RECORD NEGATIVO PER LA CITTÀ
    Marco CICALA, presidente di Città Futura

CASERTA – Sull’ormai probabile ed inevitabile dissesto bis al quale sta andando incontro il Comune di Caserta, ha parlato anche il Presidente di Città Futura Marco Cicala che senza mezzi termini ha spiegato il punto di vista del movimento civico di cui è capogruppo e Consigliere comunale Enzo Bove.

“La Corte dei Conti ha bocciato per la seconda volta, sia nella forma che nella sostanza l’attività amministrativa del Comune di Caserta, di conseguenza si prospetta per l’ente sicuramente il dissesto bis, un altro record negativo per la nostra città. Per i Cittadini ancora una sconfitta, saranno costretti a pagare per un ulteriore lungo periodo tasse fra le più alte d’Italia, il tutto ricevendo in cambio servizi poco percettibili, basta pensare alle strade che ormai somigliano sempre più a quelle di Sarajevo dopo i bombardamenti. È chiaro che la Cittadinanza tutta sta pagando a caro prezzo la mala politica e l’irresponsabilità di chi dovrebbe rappresentarli. Città Futura dice basta, quest’ amministrazione deve prendere atto della propria incapacità ed andare a casa. Secondo il manuale “Cancelli” si potrebbe dire tranquillamente non è idonea a soddisfare le esigenze supreme dell’interesse collettivo, nei fatti si registrano continui cambi di assessori e gruppi consiliari di maggioranza che sicuramente non giovano alla città”.

“Colgo l’occasione e a nome del movimento Politico Città Futura auguro a tutti una serena Pasqua, – ha continuato Marco Cicala –  con il vivo auspicio che il Cristo risorto rigenererà in tutti i Casertani una vera e propria passione e partecipazione collettiva alla gestione della cosa pubblica. Invitiamo inoltre a chi ha l’onere di esercitare la responsabilità pubblica presso la casa Comunale di farlo con più etica, trasparenza e competenza affinché l’ente comune possa divenire la casa di tutti”.