“DONNA E LAVORO: SE VALI E NON TI ARRENDI, LASCI IL SEGNO”

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ROCCAROMANA – Lo scorso anno 17 giovani ricercatori, tutti sotto i 40 anni, sono stati premiati dall’assise internazionale sulle infezioni di Seattle. In pochi minuti hanno illustrato i risultati di anni di ricerca sui virus. Ad ascoltarli la premio Nobel Francoise Barrè-Sinoussi, a cui si deve la scoperta del virus dell’Hiv, che li ha incoraggiati ad andare avanti. Su 17 premiati 11 erano donne…perché “se vali e non ti arrendi, lasci il segno” come dichiarò in quell’occasione Valeria Cento, una delle premiate.

Da qui lo spunto per il convegno di questa sera a Roccaromana. Introduce i lavori Maria Rosa LombardoDONNA LAVORO DONNA E LAVORO: SE VALI E NON TI ARRENDI, LASCI IL SEGNO

Qualche dato:

Oggi le donne hanno fatto grandi passi avanti in molti settori. In media nei Paesi Ocse il 48 per cento delle giovani adulte tra in 25 e i 35 anni ha un titolo di studio superiore ai coetanei maschi. Dal 1980 ad oggi la media delle lavoratrici è aumentata dal 39 al 45 per cento. Eppure in tutto il mondo il genere ha ancora un’influenza in ambito lavorativo, a favore dell’uomo. Pensate che in America le selezioni per i direttori d’orchestra vengono fatte al buio, per non riconoscere il sesso del candidato.  Secondo una recente ricerca del World Economic Forum la parità nelle opportunità economiche non è stata raggiunta in nessun Paese. La Norvegia è l’unico Paese europeo vicino al gender balanced zone, grazie a una legge che ha imposto una quota del 40 per cento di rappresentanza di ciascun genere per le società quotate. In Italia dal 2006 ad oggi il tasso di occupazione femminile è aumentato del 2 per cento, un terzo della media europea. Situazione che peggiora al Sud, dove solo il 31 per cento delle donne ha un’occupazione, a fronte di un tasso di fecondità inferiore alla media dei paesi sviluppati, a significare forse che il lavoro favorisce la natalità. Ma una donna su quattro lascia il lavoro dopo la nascita di un figlio: una scelta a volte coatta, perché le aziende lasciano a casa le lavoratrici divise tra famiglia e occupazione. Secondo uno studio della Kpmg nel mondo ci sarebbero quasi 100 milioni di donne qualificate, molte ex manager, che hanno lasciato il lavoro per la famiglia e che potrebbero a un certo punto fare il percorso di ritorno, superata la fase dei figli piccoli. Sempre il Report del WEF, racconta che le donne lavorano 50 minuti più degli uomini ogni giorno, ma guadagnano meno.