SANTA MARIA CAPUA VETERE – (Tina Palomba) Terremoto giudiziario all’Ufficio dell’Entrate della Conservatoria di Santa Maria Capua Vetere. Dodici persone raggiunte da un’ordinanza di custodia cautelare (di cui tre in carcere due ai domiciliari, quattro divieti di dimora e tre sospensione dalle attività professionali) e altre 23 persone indagate a vario titolo per i reati di truffa aggravata, corruzione, abuso d’ufficio e falso. Coinvolti il capo-ufficio, due sportellisti, il fratello di un quarto impiegato e una serie di funzionari compiacenti. Sono finiti sotto inchiesta anche avvocati, commercialisti, ingegneri, architetti, geometri, visuristi, e impiegati presso studi notarili delle Regioni Campania e Lazio.
L’ordinanza è stata eseguita dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, dottoressa Maria Antonietta Troncone e pubblico ministero Giorgia De Ponte. Soldi per evitare le interminabili code allo sportello, un sistema che andava avanti almeno dal 2015 e che è stato denunciato grazie a un impiegato onesto che ha segnalato le anomalie che avvenivano nell’ufficio dell’Agenzia a Santa Maria Capua Vetere.
In cella sono finiti Graziano Castaldo, di Riardo, che era capo dell’ufficio teatro dei fatti, e gli impiegati Andrea Ventriglia e Raffaele Gagliardi, (ex assessore comunale) entrambi di Macerata Campania.
Ai domiciliari, invece, Nunzio Di Fuccia, di Marcianise, e Gennaro Marletta, di Arienzo. Divieto di dimora a Santa Maria Capua Vetere è stato invece disposto per Mirella Funiciello, di Santa Maria Capua vetere operante in un agenzia investigativa, Giorgio Perfetto, di Trentola Ducenta, Grazia Caserta, di Giugliano, e Igino Cappabianca, di Capua.
Il gip ha poi firmato tre divieti di esercitare la professione per Massimo De Santis, Giovanni Carella e Giovanni Traettino. Si tratta di professionisti che avrebbero beneficiato dei “favori” degli impiegati pagandoli per ottenere documentazioni in modo agevolato. “Non si è potuta contestare l’associazione a delinquere perché si è trattato di due gruppi delinquenziali che non erano collegati tra di loro” E’ quanto ha precisato la dottoressa De Ponte nel corso della conferenza stampa svoltasi in Procura in mattinata.