ARRESTATI I DUE NIGERIANI CHE A GIUGNO AGGREDIRONO UNA GIOVANE CONNAZIONALE PER RUBARLE LA BORSA

0

Immagine 21 300x160 ARRESTATI I DUE NIGERIANI CHE A GIUGNO AGGREDIRONO UNA GIOVANE CONNAZIONALE PER RUBARLE LA BORSA Nella mattinata di oggi, in Vairano Patenora frazione Scalo (CE) e Teano frazione Carbonara (CE), militari del Comando Stazione Carabinieri di Vairano Scalo hanno dato esecuzione ad un’Ordinanza di applicazione di misura coercitiva della custodia cautelare in carcere nei confronti di Emmanuel OGBONNA , nato in Nigeria il 12.3.1986, domiciliato a Vairano Patenora frazione Scalo (CE) in via Donizetti s.n.c. presso il CTA “LA VILLETTA” e Amos IDOR , nato in Nigeria il 13.1.1995, domiciliato a Teano frazione Carbonara (CE) presso il CTA presente in via Chiesa n.123, ritenuti responsabili di concorso in tentata rapina aggravata e lesioni personali aggravate.

Il provvedimento restrittivo costituisce l’epilogo di un’attività d’indagine diretta dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, inerente ad una tentativo di rapina messo in essere il 20 giugno 2017 dai due indagati, i quali nella pubblica e centralissima via Napoli di Vairano Patenora frazione Scalo (CE), in pieno giorno, aggredirono e colpirono reiteratamente con calci, pugni e schiaffi una loro connazionale al solo fine di sottrarle la borsa, contenente il suo telefono cellulare, un’esigua somma di denaro ed alcuni effetti personali.

A seguito dell’aggressione la vittima riportò contusioni al capo, alla mano sinistra e ad entrambe le gambe. L’evento non sfociò in ulteriori e più gravi conseguenze fisiche per la donna per la prontezza di spirito della donna che riuscì a divincolarsi dalla presa degli aggressori e a darsi alla fuga verso la stazione ferroviaria; anche grazie all’intervento di alcuni cittadini che, sul posto, fecero notare la loro presenza e allertarono immediatamente le forze dell’ordine, fu possibile intervenire prontamente e rinvenire in terra i brandelli della borsa oggetto della tentata rapina.

Dai tempestivi accertamenti si riuscì ad identificare i due autori dei delitti, che nel frattempo si erano rifugiati in un immobile adibito a CTA di immigrati poco distante dal luogo teatro dei fatti, dove avevano cercato di confondersi tra gli altri stranieri ospiti con l’intento di celare la loro identità.