di Carmine Eliseo
CASERTA – Un altro congresso farsa, quello provinciale di Caserta che vedrà nominato segretario, il dottor Francesco Brancaccio, ex PD, oggi emigrato nel PSI. Dopo che i giudici di Roma annullarono il congresso di Salerno, ad aprile Nencini fu rieletto a Roma, segretario del Garofano Rosso e contestualmente vice ministro alle Infrastrutture nel governo Renzi.
E le incompatibilità statutarie? Lo stesso discorso due
mesi fa a Napoli al congresso regionale ove è stato nominato Marco Riccio, segretario del PSI campano, e dove non sono stati invitati i compagni storici di Napoli e Salerno. E fra qualche mese? Eclissata la stella Chirico, giunge la meteora Brancaccio, un altro nominato che sarà incoronato segretario provinciale con un partito socialista presente in due comuni su 104, Caserta ed Orta di Atella, mentre la sezione della città di San Prisco, inaugurata da Riccio-Brancaccio-Chirico il 17 dicembre 2016 ed intitolata a”Pietro Lagnese e Sandro Pertini” non ha ancora ricevuto le 27 tessere pagate nelle mani di questo novello segretario provinciale. Ai lavori congressuali i compagni della città di San Prisco parteciperanno perché ne hanno i requisiti insieme a quelli di Pignataro Maggiore, e sicuramente il responsabile nazionale che sarà presente ai lavori, auguriamoci sia autorevole, dovrà spiegare come mai non sono stati convocati a Baia Domizia dalla commissaria dell’epoca, per eleggere i delegati al Congresso Nazionale del 12 e 13 aprile 2017. Siamo ritornati ai tempi di Benito, il quale prima di essere il capo storico del Fascio, era un brigante socialista.
