di Giovanna Longobardi
CASERTA – Mattinata di confronti intensa e sfiancante quella che si è conclusa tra gli scranni di Palazzo Castropignano, dove per mancanza di numero di presenze, poco dopo le ore 15.30 di questo mercoledì 21 marzo, è stata sciolta la seduta del Consiglio comunale lasciando cadere nell’indifferenza più totale il quarto punto all’ordine del giorno: l’Archivio di Stato.
Ma procediamo con calma e riavvolgiamo il nastro, cercando di capire che cosa è successo e passando alla moviola le fasi cruciali degli accadimenti.

Una mattinata, dunque, avviata senza troppi entusiasmi tra i question time del gruppo politico “Speranza per Caserta” guidato da Norma Naim e gli auguri alla neo insediata, l’assessora Tiziana Petrillo, esponente del gruppo consiliare “Insieme”, delegata dal sindaco Carlo Marino per la Pubblica Istruzione, il Sistema dei Musei e delle Biblioteche, la Catalogazione e la digitalizzazione del patrimonio bibliografico antico, in un’aula consiliare animata dall’incessante via vai e dal vociare di sottofondo di questo o quell’altro consigliere intervenuto per rispondere con la propria presenza al Consiglio comunale per la trattazione dei seguenti argomenti: approvazione verbale seduta precedente, interrogazioni ed interpellanze, imminente chiusura del Tribunale di S. Maria C.V. – articolazione territoriale Caserta, Archivio di Stato, Regolamento Generale delle Entrate – modifiche ed integrazioni, Approvazione Regolamento comunale per usi civici, Regolamento per l’erogazione dei servizi di Polizia Municipale espletati per conto terzi e determinazione delle relative tariffe, mozione “Provvedimenti a tutela della salute pubblica – “centraline di controllo della qualità dell’aria” e mozione “Acquisizione di una apparecchiatura mobile – sistema “street control” per le attività di PM di accertamento delle violazioni del Codice della Strada”.

Tutto sembrava possibile e si stava procedendo con un certo pragmatismo fino al momento in cui si sono manifestate tensioni tra i consiglieri di maggioranza, in particolare Gianni Megna, e i consiglieri di minoranza Francesco Apperti e Norma Naim pronti a lasciare l’aula, perché stando alle loro dichiarazioni “non è stato rispettato l’ordine cronologico delle mozioni e sono stati inseriti inseriti OdG recentissimi” a discapito della questione sull’installazione del biodigestore in località Ponteselice. Prime scosse, primi botta e risposta drastici legati all’idea di un isolamento voluto del gruppo di minoranza, seguiti dall’intervento paternalistico di Riccardo Ventre per invitare gli esponenti di “Speranza per Caserta” a non abbandonare la seduta. Da qui in poi il punto di non ritorno… dopo un susseguirsi di ammonimenti, l’uscita di Francesco Apperti e le deduzioni veementi siglate da Norma Naim prima di abbandonare la seduta, in merito alle scelte dei temi da portare in consiglio, si è sancita la quasi conclusione di ogni punto all’ordine del giorno. Quasi, si, perché essendo intervenuta anche una folta schiera di avvocati casertani, rappresentati dall’Avv. Alberto Martucci, in maniera strascinante si è arrivati almeno a riprendere i lavori…stavolta contando anche sulla presenza in aula del sindaco in persona che, evidentemente preso dai suoi troppi impegni istituzionali, non ha avuto nemmeno il tempo né di assistere alla seduta dall’inizio, né di dedicarci qualche istante per rispondere alle nostre domande sull’Archivio di Stato.
Tutti d’accordo sul chiedere una sospensione di almeno 1 anno per la chiusura del Tribunale di S. Maria C.V. e l’istituzione di un tavolo tecnico, e fin qui, sembra anche tutti d’accordo a non rispondere alle nostre domande sull’Archivio di Stato. Rimbalzati dal sindaco Carlo Marino, chiediamo al consigliere Antonio Ciontoli che ci rimanda al presidente del consiglio comunale De Florio Michele. Ma nulla di fatto! Allora tentiamo la strada dei più giovani e invitiamo Matteo Donisi dei Giovani Democratici, sapendo che in passato ha sposato la causa, convinti stavolta di poter interloquire in maniera diretta con qualcuno prima della discussione al quarto punto delle trattazioni. Immagazziniamo un netto rifiuto ed un’ennesima prova che l’argomento sia rognoso. Acconsente a rilasciarci qualche dichiarazione solo Francesco Apperti, che alla nostra richiesta di esplicitare un suo pensiero sul quarto punto all’ordine del giorno, ci risponde asserendo che tra le problematiche da affrontare in giornata sarebbe dovuta esserci la costruzione del biodigestore e soffocando ogni speranza (altro che speranza per Caserta) confessa che se al Comune non sanno nemmeno come si conserva un archivio cosa vuoi che ne sappiano dell’Archivio di Stato!
Signori e signore ma il peggio deve ancora venire. La propaganda politica sulla valorizzazione allora, ci chiediamo, su cosa regge? Quanto ancora ci tocca sentir parlare di patrimonio, di identità culturali insabbiate, di promozione territoriale e di sviluppo dell’economia basato sui beni culturali? Che l’Archivio di Stato sia troppo o troppo poco per la politica nostrana? I casertani sono in fila aspettando di vedere la sua realizzazione dagli anni ’70; nel frattempo è di dominio pubblico che migliaia di volumi in cui è tracciata la storia di Caserta dal 1420 al 1950 giace per una parte negli spazi della Reggia, mentre il grosso è stipato in un appartamento in via dei Bersaglieri già giudicato senza alcuna norma di sicurezza rischiando di marcire a causa di infiltrazioni d’acqua e per lo più inaccessibile ai ricercatori che si stanno interessando di ricostruire un’architettura storica e storiografica della Città. Dietro tutto questo scenario c’è l’azione di un comitato formato da persone in vista del mondo culturale non solo casertano che da anni si batte per avere una risposta certa, ci sono i soldi dei contribuenti, ci sono le gare d’appalto per lavori mai terminati, le parole date da ministri e sottosegretari ai beni culturali senza nessun effetto garantista. Insomma ma almeno oggi ne parleranno in consiglio…!? Arrivati dopo ore al punto decisivo, si chiede invece di anticipare la discussione sul Regolamento Generale delle Entrate proposto dal consigliere Iarrobino; in sostanza con un’azione da salto dell’asta hanno invertito il punto 4 con il punto 5. Tutti d’accordo e noi ci rimettiamo seduti buoni buoni constatando che è stato dribblato il problema Archivio di Stato. Un’altra ora ardente di dibattito e i primi evidenti segni di cedimento. Il presidente del consiglio Michele De Florio allora proclama una sospensione di 1 ora dei lavori per poi riprendere… ma non si sa quando, pensiamo (ndr.). Difatti, alla ripresa del pubblico consesso per mancanza di numero di presenze si è calato il sipario, ancora una volta, sull’Archivio di Stato. E a pensarci su, dopo tutto questo, immaginando l’Archivio come un soggetto vivente viene in mente la frase del regista Moretti: “Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?”. Caro Archivio evidentemente fai paura e non ti ci vogliono…