ESTORSIONI: IN ARRESTO SEI MEMBRI DEL CLAN LIGATO

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CARABINIERI 300x203 ESTORSIONI: IN ARRESTO SEI MEMBRI DEL CLAN LIGATOPIGNATARO MAGGIORE – Sei arresti nei confronti di esponenti di vertice del clan Ligato da parte dei Carabinieri di Caserta e di Capua. Le indagini, volte a scoprire i punti più alti del clan, sono partite nel novembre 2015, col comando che passò da Rafaele Ligato, condannato al 41bis, ai figli Antonio Raffaele e Felicia. Durante gli approfondimenti è venuto fuori come la famiglia abbia tentato di prendere il controllo della città con numerose azioni delittuose nei confronti di operatori commerciali, tentativi di estorsione, investimento di denaro in attività illecite, tentativi di monopolizzare nel mercato delle slot machines e spaccio di stupefacenti.

I destinatari del provvedimento cautelare in carcere sono:

  1. LIGATO Antonio Raffaele, classe 1984, di Pignataro Maggiore;
  2. LIGATO Felicia, classe 1981, di Pignataro Maggiore;
  3. IANUARIO Davide, classe 1985, di Pignataro Maggiore;
  4. SABINO Angelo, classe 1975, di Pignataro Maggiore;
  5. DE BIASE Michele, classe 1965, di Pignataro Maggiore;
  6. SCHETTINI Daniele, classe 1995, di Pignataro Maggiore.

Avanzate tecniche investigative e indagini tradizionali sul campo acquisendo indizi, particolari e dichiarazioni da escussioni testimoniali e pedinamenti sono state le tecniche messe in campo ottenere un efficace quadro indiziario nei confronti degli indagati. Solo così si è potuto appurare i numerosi reati commessi ai danni di commercianti di Pignataro Maggiore e comuni limitrofi. Accertato, infatti, il tentativo da parte del clan Ligato di riorganizzarsi e di rafforzarsi economicamente, mediante il controllo delle attività economiche, lecite e illecite, del territorio,  le estorsioni ai commercianti ed il reinvestimento speculativo dei capitali in attività illecite e nel traffico di stupefacenti.

E’ stata inoltre appurato il tentativo del clan di assumere la gestione di uno dei settori di maggior reddito per i sodalizi camorristici: il controllo delle apparecchiature videopoker e slot machine all’interno dei pubblici esercizi. Fondamentale il contributo fornito da diverse categorie di commercianti che, nonostante il timore concreto di ritorsioni, hanno collaborato con gli investigatori.