CORSALE, MELONE… INSPIEGABILI VUOTI DI MEMORIA

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comune00 300x195 CORSALE, MELONE... INSPIEGABILI VUOTI DI MEMORIAdi Francesca Nardi

La storia di M.V. di Casagiove, potrebbe essere la storia di molte donne che vivono altrove o soltanto ad un passo dalla nostra serenità… una storia dal significato importante, una storia alla quale siamo passati accanto, magari… sfiorando addirittura con un brivido,  l’aria fredda che si addensa sul pericolo e lo indica in maniera subliminale…una storia ignorata dalla superficialità che nel tempo continua a firmare condanne provvisorie, monche, inutili…una storia simile ad altre storie,  che talvolta non sopravvivono al loro stesso orrore…Una donna che subisce nel tempo, da parte di un uomo, la violenza continuata delle parole, il perdurare ossessivo delle allusioni, della calunnia …è una donna che vive a metà…una donna che avverte costantemente la presenza di una lama invisibile che affonda nelle carni lentamente ed inesorabilmente, che distrugge la serenità ed impone pesanti ipoteche sul suo futuro…Una donna che forzatamente convive con le ombre di ciò che potrebbe essere e forse sarà…una donna che ha paura include nella sua paura chi le è caro…e la sua vita smette di essere tale per diventare un incubo…M.V. è una donna in pericolo…la sua storia nasce nel 2010 a Casagiove dove M.V. è conosciuta… vive e lavora….La persecuzione ossessiva oggi si chiama stalking…uno dei barbarismi in uso che offre una coreografia verbale sofisticata a qualcosa che di sofisticato non ha nulla, ma resta sempre e comunque una volgare violenza di cui tener conto. Nel 2010 M.V. denuncia P.F. per atti persecutori continuati…per stalking appunto…e da quel momento inizia una lunga estenuante attesa, costellata di episodi, recrudescenze, speranze e disillusioni….E mentre il giudizio si fa strada lungo le vie obbligate della giustizia, che richiedono prove, documenti e conferme…il disagio di M.V. continua…paradossalmente lei ed il suo persecutore lavorano nello stesso luogo… entrambi sono infatti dipendenti del Comune di Casagiove. Inutili sono stati i tentativi che M.V. nel tempo, ha posto in essere per ottenere un trasferimento altrove, come risulta inspiegabile, l’imprudenza persistente di chi avrebbe dovuto tutelare una dipendente in gravi condizioni di disagio e non ha ritenuto nel tempo, di assumere provvedimenti di alcun tipo nei confronti dell’uno, né accettare la richiesta di trasferimento dell’altra. Tra alti e bassi ed in attesa di una sentenza che metta un punto fermo alla vicenda incresciosa, arriviamo all’ultimo capitolo di quella che da incosciente presa d’atto dei fatti, oggi rischia di tradursi in una farsa pericolosa a causa di un disegno in cui si mescolano vendette, giochi di potere, e dispetti…E veniamo ai fatti…M.V. è una dipendente intelligente ed esperta e mai una nota di demerito ha sfiorato la serietà del suo impegno all’Ufficio Tecnico del Comune di Casagiove…La sua vicenda è conosciuta da tutti all’interno del Comune, e naturalmente ha destato non poco stupore l’Ordine di servizio che, qualche tempo fa, le ha imposto il trasferimento al piano terra, negli uffici in cui lavora P.F, il quale a sua volta è stato trasferito all’Ufficio tecnico in cui lavorava M.V.  Se non fossimo abituati ai giochetti di un certo tipo, che nel tempo, hanno caratterizzato, peraltro incidendo pesantemente sulle decisioni nevralgiche, la vita politica della “ridente” cittadina a due passi dalla Reggia… se non avessimo contezza del pernicioso infiltrante pervasivo condizionamento, che la comunità subisce da tempo, dovremmo pensare che qualcosa nei neuroni di chi decide è andato in tilt…Una donna subisce reiterate persecuzioni, tutti lo sanno, soprattutto lo sanno coloro che quotidianamente sono a contatto sia con lei che con il suo persecutore …e qual è la soluzione affinché il clima si rassereni?, si firma un ordine di servizio che fa saltare i nervi a chi legge, sia pure estraneo alla vicenda, conferisce forza all’accusato di stalking ed umilia la vittima?, ma sarebbe ancora niente se …audite audite…lo “scandaloso” ordine di servizio non si avvalesse del parere positivo, anzi delle sollecitazioni dell’assessore al ramo, tale Mario Melone che, in prima persona e nella sua qualità di medico, aveva più volte aveva visitato M.V. e ne conosceva a fondo la vicenda, nonché i disturbi che la stessa aveva provocato sulla sua serenità esistenziale. La domanda sorge spontanea…chi ha perso la memoria?, Melone?,  se il Melone ha perso la memoria, quella del sindaco che fine ha fatto?, e quella del resto dei dirigenti?, se il Melone ed il sindaco hanno perso la memoria, il comune non è in buone mani…se il resto del mondo fa finta di niente merita di essere considerato “servo” . Non vi sono giustificazioni a quello che sta succedendo e che condiziona pesantemente la libertà di una donna. Inutile lanciarsi sui palchi a parlare di tutela dei diritti, di violenza, di pari opportunità se il peggiore oscurantismo cresce nei cortili di casa nostra…Hasta la vista!