LA SOLITUDINE DEI NUMERI

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di Alessandro Barbieri

barbieri LA SOLITUDINE DEI NUMERINegli ultimi anni gli Italiani sembrano stregati dai nuovi strumenti di informazione di massa.

I social network, in tutte le loro diverse espressioni, lanciano notizie tra le più varie e fantasiose che abbia mai potuto leggere.

Un diluvio, quasi delirio, di informazioni che per la maggior parte non hanno alcun fondamento di verità.

Eppure fanno breccia, vengano accettate come vere e colpiscono la fantasia del lettore medio italiano.

Quando mi imbatto in queste “bufale” cerco di comprenderne le origini e lo scopo per le quali sono state prodotte.

Quasi sempre per dimostrarne la totale infondatezza di queste bufale basterebbe semplicemente far ricorso al buon senso (oramai perso) ed alla matematica.

Quando si parla di pensioni e reddito di cittadinanza basterebbe consultare i dati forniti dall’INPS e dal nostro bilancio statale per decretare l’impossibilità di aumentare le prime e concedere il secondo,

Così quando si parla di eliminare le vaccinazioni basterebbe consultare le statistiche sull’eradicazione di alcune malattie che per nostra fortuna non colpiscono più noi italiani.

Eppure nel delirio telematico nessuno ritiene di dover fare un po’ di mente locale, preferendo non pensare.

Preferiamo lasciarci andare – senza riflettere – tra le onde internettiane del non pensiero, vagando senza meta tra lo stupidario più becero che l’umanità possa produrre.

Molti, addirittura, ritengono vere le parodie dei vari comici che postano a ripetizione sfottò dei nostri politici, con comizi per intenderci alla cettolaqualunque.

Tra questi molti vi sono anche i presunti intellettuali, politici e giornalisti che pretendono di interpretare la società ed orientarla verso le nuove frontiere legastellate.

Ma i numeri, benchè in splendida solitudine, sono in attesa della loro affermazione e della proclamazione della loro ovvietà.

Quando arriverà quel momento, vedrete, i tuttologi che sino ad oggi hanno declinato sciocchezze invereconde sosteranno che le loro erano delle semplici provocazioni.

Sempre nella speranza che, nel frattempo, non ci abbiano fatto sprofondare verso l’abisso.