OSPEDALE,  GERIATRIA IERI & OGGI

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(f.n.) – I termini di paragone sono sempre scomodi ma citare le differenze tra figure professionali “diverse”, tra epoche “diverse”, tra approcci “diversi” allo stesso problema, talvolta è inevitabile, così come riteniamo sia addirittura obbligatorio, ricordare la grande umanità e l’indiscutibile valore professionale della dottoressa Caterina Trovello, a fronte di porcheriole gestionali che oggi, impunemente, si agitano nella stessa dimensione, alla quale lei… aveva saputo conferire prestigio e grande dignità…A settembre, quando l’estate comincerà a  morire lentamente, saranno dieci anni che Caterina Trovello, primario dell’Unità Operativa di Geriatria se n’è andata…La gente è buona ma dimentica spesso chi le ha teso la mano…chi nel tempo spietato della solitudine, ti è venuto accanto e con te ha fatto fronte comune contro il mondo…la gratitudine scivola via leggera dalle mani degli uomini, che l’hanno trattenuta solo il tempo necessario all’esaudimento di una richiesta…scompare velocemente per far posto all’indifferenza ed all’ostinato autoconvincimento di possedere meriti e virtù…Ma la memoria di Caterina Trovello ha incontrato un altro destino…un prezioso destino ha messo a dimora le sue parole, i suoi gesti, la sua splendida comprensione degli altri, la sua inimitabile capacità di essere “un medico”, nelle pagine più belle della storia di questo Ospedale…pagine scritte da sconosciuti autori con inchiostri diversi ed accenti appartenenti ad un linguaggio scomparso…Pagine irripetibili…Sono passati gli anni ma non la memoria delle cose, solo apparentemente trascorse…Eccolo il reparto di Geriatria… all’ultimo piano del padiglione D…la stanza del primario, la sua stanza, era la prima dopo l’ingresso…e la sua porta era sempre aperta…si chiudeva soltanto… in maniera discreta, quando vi erano screzi interni che si discutevano a porte chiuse e poi…tutto finiva lì…con una stretta di mano.  I condizionatori a quel tempo erano situati soltanto nel corridoio centrale…nelle stanze vi erano le pale a soffitto e durante l’estate, un fresco leggero arrivava dappertutto…adesso… dei tre condizionatori nel corridoio, non ne funziona neppure uno, i ventilatori sono scomparsi ed il caldo è asfissiante…La Geriatria di oggi è la copia ammuffita, ingrigita della Geriatria di Caterina Trovello …i suoi anziani non possono neppure tenere una bottiglia di acqua nel frigo, perché l’unico frigo che esiste nel reparto, è riservato ai medicinali…inoltre… le bottiglie vengono utilizzate come fermaporte…chissà se poi… l’acqua delle “bottiglie fermaporte” viene utilizzata per bere o per annaffiare i gerani secchi del giardino…Povera Caterina…se ci sta guardando si passerà la mano nei capelli, chiuderà gli occhi e rimpiangerà di non essere qui almeno per un minuto, il tempo necessario per far volare dai finestroni qualcuno… In quel tempo…al mattino si arrivava, si alzavano le tapparelle e si dava il buongiorno ai collaboratori e ci si informava sulle loro vicende, sui loro problemi, perché, come diceva Caterina Trovello: “Sono tutti figli di famiglia…” Nel reparto vi era una grande armonia…le cose passavano in fretta…oggi la tensione si taglia con il coltello…ed il “buio dentro” sembra uno status perenne…Se lei fosse qui…certe vergognose “iacovelle” non avrebbero avuto alcuna possibilità di decollare…Oggi non passa più nessuno ad alzare le tapparelle al mattino ed i degenti allettati restano nella penombra o con la luce accesa finché non arrivano i parenti…Guardiamo indietro ancora una volta per non accorgerci “troppo” che la Geriatria sta affondando drammaticamente nell’indifferenza circostrante…Forse non tutti sanno che molti anni fa, nel periodo in cui Caterina era in ferie, un paziente del suo reparto cadde e per le conseguenze della caduta, perse un occhio…Caterina in quel frangente e nella qualità di primario, si assunse ogni responsabilità e pagò in prima persona con la sua assicurazione personale, le spese necessarie…Oggi tutti i medici della Geriatria pare abbiano  due avvisi di garanzia tranne ovviamente il primario che è quasi impossibile da raggiungere perché impegnato quasi sempre altrove, per partecipare ai Congressi…Erano altri tempi quelli…i tempi in cui Caterina Trovello attraversò, troppo in fretta, la vita di molti di noi…e non dimenticò nessuno nel corso della sua vita e pensò soprattutto ai suoi collaboratori…Ricordiamo nel 2000 il primo centro di valutazione dell’Alzheimer…  Caterina diede ad una giovanissima dottoressa Varricchio, l’incarico di prendersi cura dei pazienti con demenza senza alcuna cura… La dottoressa Verricchio oggi è l’unica vera geriatra del reparto, perché gli altri medici, compreso il primario, sono internisti ed uno è  cardiologo…La dottoressa Amato, un’altra erede morale di Caterina Trovello se n’è andata al pronto soccorso….A settembre saranno dieci anni che Caterina Trovello se n’è andata…è andata via addormentandosi nel suo reparto, tra la sua gente, lasciando l’ultimo sguardo ai suoi collaboratori, di cui si fidava, guardando con il pensiero oltre la porta della sua stanza, allo spazio in cui sarebbe sorto un futuro al quale non avrebbe partecipato…se n’è andata piano il 22 settembre, camminando lungo le corsie…accarezzando le mani dei suoi pazienti, ad uno ad uno… lasciando dietro di sé qualcosa che era già finito…Noi speriamo che questa direzione strategica ricordi Caterina Trovello, ma soprattutto ne onori la memoria.

10 Commenti

  1. All’università ci insegnavano che il primo presidio terapeutico è il medico stesso. Caterina lo sapeva e lo era. Oggi non usa più. Oggi sopprimono pubblici ambulatori per rimpolpare le liste dell’intramoenia. Nell’ultimo anno, secondo il CENSIS , 7 milioni di italiani si sono indebitati per affrontare spese sanitarie familiari, mentre 2,8 milioni hanno dovuto vendere immobili o liquidare investimenti. Quanta gente del sud?

  2. Lo sapete che il primario di adesso la stanza c’è la fuori dal reparto così pEr parlarci dovete aspettare fuori insieme agli informatori. E voi state ore ad aspettare per chiedere notizie e poi lui dice che adesso non può perché deve andare a mangiare perché poi ha ambulatorio.

  3. Mia madre è stata ricoverata molti giorni ma mi ha sempre raccontato la gentilezza degli infermieri e della caposala lina. Qualche dottore un po scorbutico ma il dottore sacco sempre gentile ed educato

  4. Il problema è che se vai allo studio poi vai in ospedale e sono tutti gentili e ti fanno pure il dei ospital . Ma 150 euRo tutte le volte per fare una visita per il diabete mi senbrano un poco troppo.

  5. Carissima dottoressa nardi è vero che non tutto è perfetto ma al pari di un primario taciturno e distaccato io ricordo con affetto la dottoressa laura amato. Gentile competente e leale.ha accompagnato mano nella mano mia nonna nelle ultime ore di vita. Non ne conosco il motivo del suo trasferimento al pronto soccorso ma di sicuro il reparto ci ha perso

  6. Ho avuto mio padre ricoverato in geriatria a caserta. Ottima professionalità della caposala lina e della signora mena. Competenti il dott sacco e la dottoressa varricchio. Ma gli altri nemmeno buongiorno dicevano. Parlare con il primario poi. Uno spocchioso manco fosse il padreterno

  7. Pessimo reparto schifezza di medici che ti danno solo il biglietto da visita per il controllo privato. Chiudete questo schifo

  8. Ho tenuto mia nonna ricoverata e quel reparto è proprio uno schifo. La signora lina gentilissima, il caposala comandava solo. I medici sempre arrabbiati tranne una sola volta la dottoressa femmina bionda che gentilissima un pomeriggio ci ha spiegato la gravità della situazione. Il primario ci aveva detto che stava stazionario. Stazionario tanto che la notte è finita.

  9. Ricordo con affetto e stima la dottoressa Trovello. Oggi ha ragione lei, un primario acido e spesso introvabile

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