TRENTOLA DUCENTA – Nella solenne cornice barocca della chiesa di San Giorgio Martire in Trentola Ducenta, giovedì 27 settembre, a partire dalle ore 19:30, si è tenuta la presentazione del libro “La lancia e il drago: iconografia di san Giorgio in Ducenta” dello scrittore Carmine Di Giuseppe. Arte, fede e cultura si sono mescolate ed hanno preso voce attraverso gli interventi dei relatori con il fine di rappresentare e celebrare al meglio la figura di San Giorgio Martire, patrono di Trentola Ducenta. Ad intervenire: il parroco Don Michele Mottola, che ha promosso l’evento; il vescovo della Chiesa di Aversa, Mons. Angelo Spinillo; il responsabile del Beni Culturali Ecclesiastici Regione Campania, Mons. Ernesto Rascato; il Cappellano Militare e docente di teologia, Don Antonio Coppola. A moderare il tavolo, Federico De Mattia. “Questo libro narra e celebra la figura di San Giorgio Martire – afferma De Mattia – tracciandoci un profilo di quest’ultimo davvero interessante e non da tutti conosciuto. Soprattutto, ci fa capire il patrimonio artistico-culturale che noi possediamo. Infatti il volume ha un fine principale: arrivare alle nuove generazioni per far capire loro ciò che possiede il proprio territorio con la speranza che possano conservarlo al meglio”. Dopo questa introduzione, a prendere la parola è stato il parroco della Chiesa Don Michele Mottola, che ha elargito facendo “gli onori di casa” e ringraziando tutti i presenti, subito dopo c’è stato l’intervento, di natura prettamente artistica, di Mons. Rascato, il quale servendosi anche delle raffigurazioni pittoriche all’interno della Chiesa, ha dichiarato: “I martiri come San Giorgio hanno manifestato Gesù Cristo al mondo con diverse epifanie. Quello di San Giorgio, come possiamo vedere anche dalla nostra statua ristrutturata nel 2016, è un volto giovane, un volto giovane già illuminato dalla gioia divina”. A seguire, Don Antonio Coppola che ha affermato: “San Giorgio proprio per le sue caratteristiche fondamentali e come si può notare dalle sue raffigurazioni, è diventato l’esempio per eccellenza del ‘miles christi’, un cavaliere che ha unito quella che è la nobiltà con la purezza e di conseguenza l’attaccamento a Dio. L’importante è che questo libro non venga portato a casa divenendo un cimelio storico del nostro paese, ma che venga letto traendone il meglio”. “Ringrazio – chiosa concludendo l’autore del libro Carmine di Giuseppe – tutti coloro che hanno reso possibile la pubblicazione di questo libro. Ho accettato l’invito di Federico de Mattia a scrivere questo volume poiché ho voluto dar valore al patrimonio artistico-culturale che possiede Trentola Ducenta. Solo qui troviamo un santo ‘plurimartire’, unicum nel suo genere. Appena sono entrato in questa chiesa una cosa che mi ha colpito principalmente è stato il quadro che raffigura San Giorgio a cavallo, colpendomi però più quest’ultimo che il santo stesso, perché è lui il vero protagonista del dipinto e nel libro vi spiego il perché. Il quadro, la statua sono il frutto di tutte le generazioni che hanno preceduto quella attuale, sono un tesoro che deve essere tramandato ai nostri posteri poiché ogni qual volta qualcuno pregherà san Giorgio in qualsiasi posto del mondo, potrà aver impressa la sua immagine. Auguro di preservare le bellezze del territorio e leggere questo libro cogliendo, ognuno attraverso la propria sensibilità, ciò che di bello e sacro racconta”.