OSPEDALI, CONVEGNI & SPONSOR

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(f.n.) – E’ pur vero che la formula “chiunque è innocente fino a condanna definitiva”, è d’obbligo, ma l’ennesimo episodio di arrogante cialtroneria, con guadagno a latere, targato “grande professore illuminato, mocassino con nappina, erre moscia regolamentare e camice midi”, che ha “sporcato” ulteriormente il pianerottolo della Sanità italiana, partendo dall’intemerato Ospedale di Parma, deve far drizzare le antenne a tutti, ma soprattutto a coloro che, parlando per arieggiare l’ugola, hanno scritto che le nostre denunce “sporcavano” l’ospedale di Caserta…Ad essi ed ai soliti furbetti/e della quarta fila laggiù in fondo, suggeriamo di rivedere il concetto di “sporco”, per evitare eventuali brutte figure, da qui all’infinito, perché, sicuramente, anche a qualche fan del prestigioso professore, grande ematologo, brillante docente universitario,  che trattava con le case farmaceutiche, sull’entità del “conquibus”,  al pari di un rivenditore di pesce congelato del mercato rionale, saranno risultati scomodi gli articoli della Gazzetta di Parma,  che qualche tempo prima che scoppiasse la bomba, sicuramente lasciavano intendere che un po’ di marcio, a giudicare dalla “puzza”, da qualche parte ristagnava, o no? Detto questo… vorremmo fosse chiaro che il nostro rispetto va “in toto” al rivenditore di pesce, che tratta il prezzo della merce in maniera genuina e non finge di essere un critico dell’arte o un docente di epigrafia latina, mentre meritano la gogna nella pubblica piazza coloro che pur avendo un Dna all’altezza del rivenditore di baccalà all’ingrosso, millantano purezza d’intenti e “scodazzano” per le corsie ed i corridoi dei nosocomi, con quattro o cinque tirocinanti-questuanti-belanti disposti ad ala destra e sinistra; quelli che, se sbagliano una diagnosi, non andranno mai in galera e se ti incontrano, alzano “ad elle” il sopracciglio e con degnazione ti concedono udienza; quelli che, solo dopo essersi abbuffati fino allo spasimo, aver attinto a piene mani dalle casse inginocchiate della sanità ed alla faccia dei pazienti, “incocciano”, sorpresi ma satolli, nelle maglie della giustizia… Allora… prima di rizzarsi sulla coda e partire in quarta a difendere ciò che potrebbe, ad una accurata analisi, rivelarsi indifendibile, sarebbe preferibile non perdere occasioni succulente per tacere e soprattutto, dedicarsi alle ricerche approfondite sulle regole o le abitudini o le prassi consolidate che qui da noi,  presiedono all’organizzazione dei convegni e relative sponsorizzazioni…o no?, se dalle parti della nostra sanità è tutto in regola, in materia di sponsorizzazioni e di case farmaceutiche, potremmo sempre diventare un termine di paragone o no?, in quel caso faremo stampare i manifesti pubblicitari a spese nostre…in caso contrario…pure. Hasta la suerte!