LEGAMBIENTE SU TERRA DEI FUOCHI: ‘ANCORA NON CI SIAMO’

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Logo Legambiente e1499170818236 300x207 LEGAMBIENTE SU TERRA DEI FUOCHI: ANCORA NON CI SIAMOCASERTA – Legambiente ha manifestato avanti alla Prefettura per chiedere subito ecogiustizia. Stefano Ciafani e Maria Teresa Imparato, Presidente nazionale di Legambiente e Presidente di Legambiente Campania, hanno commentato così la firma del protocollo d’intesa Terra dei Fuochi: “Ancora non ci siamo. In nome del popolo inquinato, chiediamo che nella terra dei fuochi venga fatta davvero ecogiustizia e che vengano adottate soluzioni serie e concrete, a partire da maggiori controlli su tutto il territorio e non solo nelle aree degli impianti, per contrastare il fenomeno degli incendi di rifiuti produttivi all’aria aperta che, nella provincia di Napoli e Caserta, provocano danni all’ambiente e alla salute dei cittadini come denunciammo la prima volta nel rapporto Ecomafia 2003. Senza dimenticare che i cittadini stanno ancora aspettando le bonifiche dei territori, ad oggi in fortissimo ritardo, e stanno pagando l’assenza di una politica trasversale. Se si vuole davvero aiutare la Campania è ora di passare dalle parole ai fatti attraverso uno sforzo straordinario e comune, smettendola con i teatrini politici. Le azioni previste dal protocollo firmato oggi a Caserta, come ad esempio la militarizzazione dei siti di stoccaggio o l’utilizzo dei droni, non sono sufficienti. Per altro si tratta di misure non nuove, già adottate in precedenza come nel caso del presidio militare al centro, in passato, di roventi polemiche. Occorre in primis intensificare le attività di intelligence e di controllo in tutta la Terra dei fuochi anche per fermare questa escalation di roghi sospetti negli impianti e pensare al risanamento ambientale di questo territorio, utilizzando i delitti ambientali della legge 68/2015. Alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, chiediamo di riaprire l’indagine sugli incendi degli impianti di gestione rifiuti dietro ai quali, soprattutto in alcune zone calde della Penisola, si potrebbe nascondere ancora una volta la mano delle ecomafie”.