SESSA, “DA OPIFICIO A RSA”, STORIE DA RACCONTARE…

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(f.n.) – E se qualcuno all’improvviso avanzasse l’ipotesi che le pale rotanti dell’economia girano intorno alla sanità privata e che, ma guarda!,  sono proprio le Rsa che da anni, mettono insieme affari d’oro con le pubbliche amministrazioni, quali potrebbero essere le reazioni? Un sordo mugolio in lontananza che si traduce puntualmente nel lasciato intendere ad opera dei lanzichenecchi di turno o quel tombale silenzio che atterrisce, secondo le placide intenzioni degli illusi?   Mentre a Sessa Aurunca, si fanno le piroette e si gioca a rimpiattino per trovare una soluzione di funzionamento, appena sufficiente al presidio ospedaliero locale, sulla cui sopravvivenza, chi ritiene di essere autorizzato a farlo, spara cannonate a palle incatenate per farne brandelli, le soluzioni per le strutture sanitarie private viaggiano su autostrade di soffici batuffoli di cotone, in questo caso: “idrofilo”! Del San Rocco, questo giornale, ha trattato e tratta, ma considerata l’aggressione occulta e seminterrata di cui è oggetto de facto, mai a sufficienza…E’ recente infatti  il comunicato del “tutto e nulla” diffuso dal sindaco di Sessa Aurunca, Silvio Sasso, da sempre impegnato soprattutto a “spuntare dal vico” sempre un attimo prima del locale comitato civico ed agitare con entusiasmo la coda del pavone…Ma andiamo oltre per carità e diamo un’occhiata seria alla sanità privata sessana, al cui interno il caro sindaco, sta immergendosi con grazia… e fino al collo. A suscitare la nostra attenzione il recente esposto di un gruppo di cittadini, che si sono rivolti alle autorità segnalando una struttura sanitaria in fase di espansione…come si sa da una cosa nasce l’altra ed anche questa volta… scavando…scavando ci siamo imbattuti in cosucce di un certo interesse… come si dice…“curiosità” degne di attenzione! La struttura in esame, si trova a Sessa Aurunca e, ma guarda!, si tratta  della società “M 2 s.r.l.”, che prende il nome, come succede nella maggior parte dei casi,  dai suoi proprietari: Michele e Massimo Schiavone. Padre e figlio, il primo ex medico di base, un vero recordman negli anni ’90, per il numero dei suoi assistiti, ed il secondo, suo figlio, soprannominato dai sessani “il rampollo” che, studente in medicina poco più che ventenne, ricopre il ruolo di Presidente del Consiglio Comunale di Sessa Aurunca…giovane fortunato, beato lui,  che vediamo sfrecciare  attraverso la città in sella a moto di grossa cilindrata o al volante di automobili all’altezza del ruolo, per non parlare delle magnifiche foto che lo ritraggono a bordo del suo yacht in compagnia di amici-collaboratori…ma d’altra parte… perché stupirsi…così vanno le cose del mondo ed il bello si deve vedere e deve essere ammirato e commentato…altrimenti a cosa serve?, del resto “c’è chi può e chi non può e lui può”! Ma come sovente succede…la bellezza distrae dall’essenziale e noi dobbiamo tornare all’essenziale… appunto. La M2 è un’attività di residenza socio assistenziale, convenzionata con le pubbliche amministrazioni (ambito, comuni, regione, etc) nata qualche anno fa, all’interno delle poche stanze della prima casa di famiglia degli Schiavone e trasferitasi successivamente, nel grande complesso immobiliare attiguo che, una volta, ospitava il centro logistico dell’ENEL. La storia racconta che l’Ente per l’energia elettrica, lo vendette alla famiglia Schiavone dopo pochi anni dalla sua edificazione, pensate lo scempio… sopra i resti di una dimora di epoca romana…ma questa è un’altra “storiaccia” di stupri archeologici di cui purtroppo, questa terra continua ad essere vittima. Il complesso immobiliare, nato come centro logistico ed uffici per l’ENEL, a suon di cambi di destinazione d’uso, nel corso degli anni, pezzo dopo pezzo, è diventato un complesso idoneo ad ospitare pazienti psichiatrici ed anziani non autosufficienti. L’ultimo cambio di destinazione d’uso, riguarda una porzione del complesso, identificato come il subalterno 7, che nasce con l’ENEL come “opificio” (categoria catastale D1) per diventare “Case di cura ed ospedali con fini di lucro” (categoria catastale D4). Ma è proprio quest’ultima variazione, a destare il primo interrogativo… avendo consultato i pubblici registri catastali, abbiamo notato che il cambio di destinazione d’uso, di questo benedetto subalterno 7, giunge sul finire del febbraio del 2017, in coincidenza con una crisi di governo, interna alla maggioranza che amministra tuttora il comune di Sessa. Pochi giorni dopo l’approvazione del cambio di destinazione d’uso, per pura e semplice coincidenza, ma vai a capire le cose del mondo!, la crisi di governo, con mozione di sfiducia al Sindaco Sasso, promossa proprio, dall’allora consigliere Massimo Schiavone e dalla consigliera Zuccheroso che, se la memoria non ci tradisce proprio adesso, dovrebbe essere una sociologa dipendente, ma guarda!, proprio della M2, si sgonfia e finisce in un nulla di fatto… il consigliere Schiavone viene anche eletto Presidente del Consiglio Comunale di Sessa, carica che ricopre ancora oggi. Quel cambio di destinazione, pare sia stato propedeutico ad una nuova serie di interventi urbanistici, autorizzati con la determina SUAP n° 1 del 23/01/2019, che testualmente racconta: lavori di costruzione di una attività ricettiva con annesso ristorante – una strada interna privata – opere di sostegno da eseguirsi in via Sessa-Fasani loc. Raccomandata – strada prov. 320” – foglio 110 p.lle 5094, 5097, 118, 119 e 97. Oh…guarda caso… manca proprio la particella 5095, che comprende tutti i subalterni dei corpi di fabbrica, tra cui il “famigerato subalterno 7” che necessita di qualche intervento edilizio. Casualità, oppure l’attività ricettiva ed il ristorante sorgeranno solo sulle particelle citate nell’atto SUAP? Si accettano scommesse… Ovviamente l’autorizzazione ad eseguire i lavori ha destato un certo malumore negli abitanti del vicinato, i quali hanno preso carta e penna ed hanno sottoscritto una segnalazione indirizzata: al Sindaco Sasso, alla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, al comando Carabinieri di Sessa, al Commissariato di Polizia di Sessa e all’Istituto Case Popolari, proprietario delle palazzine confinanti con la “tenuta Schiavone”. Ma cosa si evidenzia in questa segnalazione sottoscritta da 14 cittadini sessani, nonché vicini di casa della Schiavone family?, e se ve lo dicessimo domani?, invitandovi nel frattempo a meditare e a riflettere e soprattutto a scoprire qualcosa che nonostante sia sotto i nostri occhi ci è sfuggito?…a domani…Hasta la vista!