MADDALONI, LE LINEE DI INDIRIZZO DEL M5S PER LA STESURA DEL PUC

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MADDALONI – Queste le linee di indirizzo presentate dal Movimento 5 Stelle di Maddaloni per la stesura del nuovo PUC.

PREMESSA Dovendo procedere alla ridefinizione delle linee di indirizzo e obiettivi posti a base della elaborazione del Preliminare di P.U.C., il M5S reputa estremamente fruttuoso “ascoltare” direttamente i cittadini nell’ottica di un processo di pianificazione partecipata i cui protagonisti siano in primo luogo loro, nei rispettivi ruoli di tecnici, imprenditori, commercianti, semplici abitanti, studenti, lavoratori, e quanti decidano di intraprendere percorsi collaborativi per “immaginare” e contribuire a delineare gli indirizzi programmatrici per il futuro sviluppo del nostro territorio. Il M5S, come già ampiamente preannunciato, intende quindi impegnarsi per la redazione di un PUC partecipato auspicando l’elaborazione di un piano ampiamente condiviso, in linea con la L.R. n. 16/2004 e relativo Regolamento n. 5/2011, nonché in attuazione dei principi riportati nello Statuto del Comune di Maddaloni, laddove all’art. 27 “promuove e tutela la partecipazione dei cittadini, singoli od associati, all’amministrazione dell’Ente al fine di assicurare il buon andamento, l’imparzialità e la trasparenza”. Anche in virtù del fatto che la precedente consultazione a mezzo questionario, al netto della scarsa partecipazione, ebbe luogo nel lontano 2010, ben prima che vedessero la luce: – il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP – 2012) che detta gli indirizzi e stabilisce i contenuti strutturali dei PUC dei singoli Comuni della provincia di Caserta; – le consistenti modifiche al PAI (Piano Assetto Idrogeologico – 2015); – il Regolamento Regionale n. 5 del 2011 che per la prima volta introduce la stesura del Preliminare di PUC (non prescrittivo, ma di Preliminare si dibatte); – il Parco Urbano Dea Diana – Est Tifatino approvato e mutilato nel 2016; – lo sviluppo ancora in corso delle soluzioni per la linea ferroviaria A/C, che incide profondamente sul sistema viario comunale con sovrappassi e sottopassi; – la recente istituzione regionale (2018) delle Zone Economiche Speciali, anche se al momento è interessato il solo Interporto e non il PUA per gli insediamenti produttivi previsto sul territorio comunale; – l’avanzato stato dei lavori del confinante Policlinico di Caserta; – la realizzazione del casello autostradale A30 i cui lavori sono recentemente iniziati; e tante altre questioni su cui è importante decidere, quali quella delle cave o della riconversione aziendale ex Cementir. Lungi dal pensare di sostituire la fase di progettazione urbanistica o il lavoro di programmazione che si sta portando avanti su altri tavoli (quali l’Ufficio di Piano, ad esempio), riteniamo in questo modo di avviare (con elementi integrativi e di arricchimento) la costruzione di un quadro di riferimento condiviso invitando i maddalonesi ad esprimersi prima che le decisioni vengano adottate, scongiurando che la consultazione assuma i caratteri della ratifica, inficiandone in tal modo l’efficacia e la credibilità. Il primo step di percorso collaborativo con la cittadinanza, prevede la compilazione di un questionario di consultazione pubblica da affiancare al lavoro che l’Ufficio di Piano sta portando avanti. Per facilitare, promuovere e regolamentare lo strumento di consultazione pubblica (per il PUC, per i PUA a farsi, ecc.) è stata predisposta una proposta di delibera consiliare con allegato “REGOLAMENTO DI PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI AI PROCESSI DI TRASFORMAZIONE URBANA”.

LINEE DI INDIRIZZO
Nell’ottica di una visione per un futuro sostenibile, sarebbe auspicabile lavorare per una città ospitale, prospera, creativa, in grado di offrire una buona qualità della vita a tutti i cittadini, consentendo loro di partecipare attivamente ai vari aspetti della vita urbana. Per il M5S, fermo restando il coinvolgimento dei cittadini già da questa fase preliminare, i principi e i punti su cui articolare gli indirizzi per la predisposizione di una proposta di Preliminare di PUC, sono i seguenti:

– Progettazione sostenibile Applicare i principi per progettazioni e costruzioni sostenibili, promuovendo con incentivi e premialità, progetti architettonici e tecnologie edilizie di alta qualità. Mirare alle realizzazione di una città sostenibile dal punto di vista energetico-ambientale (Smart City), attenta alla qualità della vita dei suoi abitanti per il livello e tipologia dei servizi offerti, per la valorizzazione delle risorse umane, per la partecipazione sociale alla gestione (metodo di governo partecipativo), per l’efficienza delle infrastrutture di comunicazione tradizionali (sistema dei trasporti) e moderne (ICT), per le iniziative economiche innescate grazie al ricorso alla innovazione tecnologica, alla sperimentazione, alla capacità di trattenere e attrarre talenti ed alla diffusione in tempo reale delle informazioni tramite i nuovi mezzi di comunicazione. Assicurare che alloggi e condizioni di vita siano di buona qualità e garantiscano l’integrazione sociale.

– Rivitalizzazione e riqualificazione delle periferie e delle Frazioni Le aree periferiche versano in uno stato di abbandono e di degrado che condizionano in modo negativo la qualità della vita dei residenti. Riteniamo che le periferie, invece, debbano essere viste come una opportunità di sviluppo, di estensione e miglioramento sociale ed economico della città attraverso il perfezionamento dei servizi e delle infrastrutture, creando una continuità con il centro urbano; in tale ottica necessitano, e sono da prevedere, interventi di riqualificazione costituiti da un insieme coordinato di progetti mirati diretti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, nonché al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale ed ambientale nell’ambito di un programma di riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate finalizzato alla realizzazione di uno sviluppo sostenibile e integrato delle aree periferiche. Da prevedere interventi per integrare, incrementare, innovare e migliorare servizi e funzioni culturali nelle scuole ubicate in periferia e nelle frazioni. Ricercare una soluzione di continuità -fisica e di identità, di condivisione di valori- tra il centro cittadino e le frazioni o insediamenti periferici (Montedecore, via Cancello, ecc.); creare dei collegamenti dedicati che mirino ad esaltare le qualità e le peculiarità che hanno dato origine agli insediamenti periferici. Interventi mirati per sopperire all’assenza totale, in alcune zone, di spazi aggregativi. La riqualificazione dell’esistente deve comprendere l’adeguamento e la realizzazione di opere e di servizi di interesse pubblico (scuole, parcheggi, centri sociali, mercati rionali, adeguata viabilità di collegamento con il centro cittadino).

– Recupero del Centro Storico Nell’ottica di limitare al massimo il consumo del territorio bisogna mirare all’individuazione di densità urbane appropriate, dando precedenza alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente. Il Centro Storico costituisce uno dei maggiori elementi che qualificano in senso positivo la fisionomia di Maddaloni, con i suoi caratteristici nuclei antichi dei borghi (Formali, Pignatari) e con l’architettura storica degli edifici e delle tantissime chiese. Pertanto, bisogna garantire, con scelte appropriate e puntuali, una adeguata tutela, restauro e uso/riuso del patrimonio culturale e identitario di cui è ricco il nostro Centro Storico. Vanno incentivati gli interventi di recupero, assicurando una miscela di destinazioni d’uso, con un buon equilibrio di uffici, abitazioni e servizi, dando priorità all’uso residenziale, ponendo particolare attenzione ai parcheggi privati che devono essere garantiti per ogni nuova unità abitativa o commerciale ricavata. Prevedere incentivazione all’apertura di attività commerciali, terziarie e artigianali non inquinanti, attraverso agevolazioni fiscali, pedonalizzazione e realizzazione di parcheggi; creare spazi pubblici dignitosi e adeguato arredo urbano di supporto al fine di favorire e incentivare la rinascita della piccola distribuzione di vendita (negozi/botteghe) nel Centro Storico e nel centro urbano, da tutelare rispetto alla (discutibile, ma efficiente) organizzazione della Grande distribuzione (centri commerciali, ecc.) che ha spopolato le nostre città. Prevedere un Piano del colore per conferire omogeneità e coerenza alle facciate dei fabbricati. Prevedere la realizzazione di marciapiedi e percorsi pedonali protetti, con abbattimento delle barriere architettoniche su tutta le rete viaria del Centro Storico. Prevedere parcheggi in prossimità delle scuole (Convitto a via S. Francesco, Settembrini a via Roma, ecc.) anche col ricorso a percorsi o ingressi alternativi. Urge, inoltre, adottare soluzioni per agevolare e garantire la mobilità dei cittadini diversamente abili, degli anziani e dei bambini; insomma, bisogna rendere la nostra città più sicura, più vivibile e a dimensione di uomo. Fornire precise indicazioni sui caratteri morfologici e tipologici da rispettare per ogni singolo intervento di recupero e riconversione degli immobili dismessi in ambito urbano permettendo anche l’adeguamento degli edifici a sistemi di risparmio energetico, in modo da trasformare gli immobili da recuperare, come l’ex caserma Annunziata, in poli di attrazione per un’utenza più vasta. – Strada pedecollinare La strada pedecollinare, di grande utilità e già presa in considerazione e individuata anche da precedenti strumenti urbanistici, potrebbe essere realizzata a “costo zero” in quanto il tracciato è già esistente; infatti a monte del Centro Storico, a mezza costa, si sviluppa l’esistente tracciato della ferrovia Benevento-Roma, in fase di dismissione. La nuova tratta ferroviaria, prevista in sostituzione, sarà delocalizzata e (assieme al tracciato A/C) impegnerà parte della pianura del territorio comunale; per questo è in corso di definizione la trattativa con RFI per la concessione al Comune di opere compensative. L’attuale tracciato ferroviario (con annessa galleria) potrebbe essere richiesto dal Comune a RFI e, una volta dismesso, bene e meglio potrebbe svolgere le funzioni di collegamento assegnate alla strada pedemontana più volte evocata, con valore aggiunto dal felice inserimento nel contesto paesaggistico e ambientale circostante e dalla riconosciuta e tanto decantata panoramicità.

– Castello, Torri e complesso fortificato medioevale La città dovrebbe venire in possesso del complesso fortificato e del parco che cinge il Castello e le 2 Torri. Il parco del Castello deve essere messo in collegamento diretto con la città anche a mezzo di collegamenti quali funivia e/o attraverso la summenzionata strada pedecollinare, oltre che dai sentieri e tracciati storici (da recuperare e valorizzare).
Per il recupero e riuso del complesso monumentale bisognerebbe ricorrere a formule di partecipazione pubblico/privata quali ad esempio Società di Trasformazione Urbana, ecc..

– ex Casa Comunale La ricostruzione della Casa Comunale configura, ormai, un ulteriore sperpero di fondi pubblici e il completamento dei lavori non risolverebbe appieno le esigenze di un’ampia, moderna e funzionale casa comunale. L’opera, seppur contrattualizzata, alla luce dei ritardi e delle vicissitudini che l’hanno interessata, oltre a deturpare gravemente il contesto storico-architettonico nel quale si inserisce, rappresenta più un problema che una risorsa per la nostra e per le future generazioni. Da una seria valutazione sull’opportunità del suo completamento, analizzando costi e benefici, la necessaria revisione progettuale e la rimodulazione economica, emerge che l’opera risulta inutile e non più conveniente. Per tutelare e valorizzare appieno il circostante contesto architettonico che ricade nel cuore della città nonché per evitare un ulteriore ed inutile dispendio di fondi pubblici, andrebbero sospesi definitivamente i discutibili lavori di ricostruzione e adeguamento sismico della Casa Comunale, prevedendo: – una diversa allocazione degli uffici comunali (in altra sede); – il restauro e consolidamento della residua parte dell’antico “Sedile dell’Università di Maddaloni” da destinare a “Casa dei Cittadini” per l’esposizione di documenti pubblici (grafici del PUC, di RFI, del Parco Dea Diana, ecc.) o per lo svolgimento di mostre, eventi e attività culturali; – la demolizione della parziale e invasiva struttura in cemento armato finora realizzata per consentire una adeguata e dignitosa sistemazione della circostante area di notevole pregio storico-artistico, unendo Piazza Matteotti con Piazza della Vittoria.

– Recupero delle cave Le cave di calcare, che hanno eroso la collina, certamente costituiscono elementi caratterizzanti in senso negativo la fisionomia del nostro territorio. Maddaloni somiglia a una “groviera”; i monti Tifatini sono profondamente segnati dai siti estrattivi presenti con fronti di cava enormi, visibili da ogni punto della città, creando un gigantesco problema paesaggistico e di immagine della collettività; un paesaggio, il nostro, che dalle attività estrattive ha subito e subisce una devastazione senza precedenti per numero di cave e per estensione delle zone lavorate e compromesse. Cave sorte, tra l’altro, in vicinanza di importanti emergenze storico-artistiche e paesaggistiche (Ponti della Valle, Castello e cinta fortificata medioevale, Torre Artus e Torre longobarda, Eremo di S. Michele, ecc.) alterandone e compromettendone il valore storico, simbolico e paesaggistico.
Se non si interviene sulle cave calcaree attive e inattive per ridurne l’impatto visivo, e per contenere il consumo di una risorsa non rinnovabile quale è il suolo, si nega un futuro alla nostra città, condannandola a mostrare definitivamente degradata la propria identità e qualità del paesaggio. Vista la gravità del problema, si rende necessaria un’azione di recupero volta non solo a migliorare le condizioni fisiche dell’ambiente degradato, ma a restituire un dignitoso riutilizzo delle aree (tra l’altro, per la quasi totalità, oggetto di vincolo paesaggistico). I siti di cava devono essere rigorosamente recuperati atteso che su tale area ricade il vincolo paesaggistico apposto con Decreto Ministeriale del 1° luglio 1967 “Dichiarazione di notevole interesse pubblico di una zona sita nel Comune di Maddaloni (Caserta)”, ancora vigente e mai revocato come si evince dal PTR (2008) e dal PTCP (2012). Vincolo ai sensi della legge 29 giugno 1939, n. 1497, apposto sull’area con le seguenti delimitazioni territoriali: “la zona collinosa a nord del centro abitato di Maddaloni compresa entro le seguenti linee: dal confine col Comune di Valle di Maddaloni sulla strada statale n. 265 si segue il ciglio sinistro di detta strada in direzione di Maddaloni, fino ad incontrare la curva di livello , quota 100. da questo punto si segue la curva di livello , quota 100 che si svolge a monte dell’abitato di Maddaloni fino ad incontrare il confine con il Comune di Caserta. Da questo punto si segue la linea di confine con il Comune di Caserta fino a incontrare il confine con il Comune di Valle di Maddaloni. Da questo punto si segue il confine con il Comune di Valle di Maddaloni fino al ciglio sinistro della strada statale n. 265”. Bisogna lavorare per un recupero urbanistico delle cave prevedendone un uso ricreativo, turistico, naturalistico e a verde pubblico attrezzato, nel tentativo di eliminare o minimizzare l’impatto visivo esercitato da ogni singolo fronte di cava sull’ambiente e il paesaggio circostante, mitigando le ripercussioni sull’ecosistema naturale e sulla città che convive ormai da decenni con questo tipo di gravissima problematica visivo-ambientale. Si rende necessaria una rifunzionalizzazione dei siti di estrazione (cave calcaree) con recupero paesaggistico, restituendo alla città le aree sfruttate e dismesse da impiegare per una pluralità di usi collettivi, attività a servizio della comunità per accoglienza di servizi e spazi pubblici; o ancora da recuperare per funzioni di aree verdi periurbane, con funzioni di depurazione chimico-fisica e biologica dell’aria, con funzioni di parco ricreativo promuovendo attività sportive e per il tempo libero quali arrampicate, equitazione, educazione ambientale, ciclovia con servizi di bike-sharing, di ciclofficina-deposito di biciclette, ecc., senza trascurare l’opportunità di creare ambiti ricreativi e didattici (ecomusei, parchi tematici, sport acquatici in presenza di piazzali con fossa), e ambiti di recupero forestale e agronaturalistico (agriturismo, escursionismo equestre, ecc.).

Bisogna preliminarmente redigere una mappa delle cave calcaree e tufacee e prevederne con dovizia di particolari, sia l’eventuale bonifica che la futura destinazione. Poi, andrebbe effettuato un attento esame per valutare se le Varianti al PRG approvate dal Consiglio Comunale a partire dal 1999 per la riconversione delle cave calcaree, si siano perfezionate o se siano decadute per inadempienza o per mancato rispetto delle condizioni poste dai vari organi preposti all’atto dell’approvazione. Bisogna poi procedere al reinserimento delle cave all’interno del Parco Urbano Intercomunale Dea Diana-Est Tifatino approvato dalla Regione nell’aprile 2016 e frettolosamente e maldestramente modificato con delibera del Commissario Straordinario De Lucia dopo un mese dall’approvazione, con la estrapolazione indiscriminata di tutte le cave calcaree dapprima presenti nel Parco. Le cave tufacee, che impegnano parte del territorio agricolo e che ben potrebbero prestarsi ad essere utilizzate (come di solito è avvenuto in zona) quali pericolose discariche abusive, vanno recuperate come luoghi ludico/ricreativi (laghetti per la pesca sportiva, per attività sportiva con servizi di noleggio canoe, per l’approvvigionamento idrico da parte delle forze di Protezione Civile per lo spegnimento di incendi, ecc.). Va evidenziato che per il recupero e riutilizzazione delle cave tufacee (a fossa), nel solco del principio “a zero cemento”, sono da escludere destinazioni che presuppongano edificabilità per ovvi motivi di instabilità e di costi (muri in c. a. di contenimento, palificazioni, ecc.).

Ex CEMENTIR La ex Cementir, con il nuovo piano di ristrutturazione aziendale e la riorganizzazione dei processi di lavorazione, inciderà in maniera massiccia e consistente sul sistema viario cittadino, sia in termini di traffico che in termini di manutenzione stradale, col rischio di creare seri problemi di sicurezza alla circolazione; pertanto è necessario riorganizzarne attentamente l’area e la viabilità circostante. Anche su tale cava ricade il vincolo paesaggistico apposto con Decreto Ministeriale del 1° luglio 1967 “Dichiarazione di notevole interesse pubblico di una zona sita nel Comune di Maddaloni (Caserta)” ancora vigente e mai revocato come si evince dal PTR (2008) e dal PTCP (2012). ricomposizione ambientale con risanamento paesaggistico. Se viene confermata la fine dei lavori di coltivazione del fronte di cava, devono essere programmate e disciplinate una serie di azioni aventi l’obiettivo di ricostruire sull’area ove si è dismessa l’attività (al momento il solo fronte di cava), un assetto finale dei luoghi ordinato e funzionale che salvaguardi l’ambiente naturale e tuteli la possibilità di riuso del suolo, attenuando il forte impatto che l’insediamento industriale ancora attivo esercita sulla città. Anche in passato la ex Cementir non ha rappresentato una realtà ben integrata con la città e con il territorio circostante, ma garantiva (anche se in maniera non del tutto soddisfacente) ricadute positive di natura economica ed occupazionale tali da compensare in parte il sacrificio che la città ha dovuto sostenere negli anni in termini di inquinamento atmosferico, acustico, ambientale e visivo; l’incompatibilità con la città e gli insediamenti circostanti, l’incompatibilità con la qualità ambientale e di vincolo di destinazione, erano evidenti a tutti ma venivano tollerate per ragioni economiche e sociali. Ora che queste ragioni sono venute a cadere o comunque si sono visibilmente ridimensionate, occorre disciplinare il recupero dell’area. Riteniamo che, per quanto riguarda il fronte cava, vanno ripristinati gli originari caratteri generali ambientali e naturalistici con messa in opera di impianti vegetali, sia agricoli che di tipologia naturale, compatibili con la componente faunistica d’area e locale, tendenti a promuovere l’integrazione nel tempo dell’ambiente naturale originario; va effettuata una riqualificazione del sito da un punto di vista della visuale e del corredo vegetale, tramite l’impianto di barriere visive naturali, inserendo al posto dei gradoni (laddove esistenti!) scarpate con pendenza variabile. Bisogna poi prevedere la riorganizzazione dell’area di pertinenza a contorno del piazzale di cava dove, a quanto pare, permarrà l’impianto industriale di lavorazione degli inerti; ciò al fine di mitigare il gigantesco problema paesaggistico reso ancora più grave dalle problematiche che un cementificio comporta, le cui strutture, altamente incidenti sulla qualità dell’aria, sono saldate al tessuto urbano cittadino. E’ all’interno dell’area di pertinenza del piazzale di cava che devono essere create delle barriere visive al fine di ridurre l’impatto ambientale generato dall’imponente insediamento industriale; devono essere previsti rotonde o altri accorgimenti finalizzati alla sicurezza stradale per disciplinare il transito di mezzi pesanti in entrata e in uscita dallo stabilimento, atteso che la materia di lavorazione non sarà più cavata sul posto ma arriverà a mezzo di vettori su gomma, con prevedibile intensificazione del traffico in zona.

– PUA per insediamenti produttivi Ampliare e potenziare con infrastrutture (strade, parcheggi, ecc.) l’area del PUA per Insediamenti Produttivi per consentirne una più efficace inclusione nella ZES in fase di istituzione, tenendo conto anche dell’opportunità offerta dall’apertura del casello autostradale A30.

– Parco Archeologico dell’antica Calatia Bisogna creare le condizioni per la realizzazione del Parco Archeologico di Calatia, prevedendo al contorno delle aree a verde e di supporto, destinate ad ospitare funzioni connesse alla gestione e valorizzazione del nostro patrimonio archeologico; è inconcepibile che una città tenga sepolti i propri tesori, le proprie origini e la propria storia millenaria.

Sarebbe auspicabile, come previsto per legge, l’inserimento dell’area dell’antica Calatia nel Parco Urbano Intercomunale Dea Diana-Est Tifatino, anche per ampliare le possibilità di reperimento di finanziamenti. Va rimarcata la incompatibilità con l’area ASI prevedendo zone cuscinetto destinate ad attività di gestione e valorizzazione del patrimonio archeologico. L’area dell’antica Calatia si presta ad essere un eccellente Parco archeologico in quanto ambito territoriale caratterizzato da evidenze archeologiche e dalla compresenza di valori storici, da attrezzare come museo all’aperto in modo da facilitarne la lettura attraverso itinerari ragionati e sussidi didattici. Deve essere riconfermato il territorio interessato (sottoposto ai sensi di legge a vincoli di tutela diretta e indiretta) che è inserito nel vigente P.R.G. del Comune di Maddaloni come “Zona omogenea F14 – Archeologica”, circondata da un ampio vincolo di rispetto, classificato come “Zona omogenea E4 – Territorio agricolo di rispetto archeologico”. Vanno ricercate soluzioni urbanistiche protese ad eliminare i seguenti elementi di forte degrado ambientale e di disturbo visivo: – la presenza di un’area di cava di materiale lapideo sciolto in prossimità dei “Torrioni”; – la presenza di attrezzature e attività incompatibili col vincolo di zona; – la presenza di manufatti di abitazione recenti di cattiva qualità architettonica; – lo stato di abbandono e conseguente degrado dell’importante complesso settecentesco di Villa Galazia; – la presenza del terrapieno della variante alla Strada Statale Appia, che costituisce anche un confine visivo verso la città e riduce i collegamenti in sottopasso ad ambiti angusti e degradati trasformati in discariche abusive di rifiuti di vario genere e ingombranti. Bisogna prevedere l’acquisizione dell’area da destinare a Parco con le procedure espropriative previste per legge.

– Policlinico di Caserta Il Policlinico deve essere considerato come fulcro di occasioni di sviluppo; caratterizzare la zona a ridosso del Policlinico con strutture operanti nei campi della farmacologia, della biomedicina, della biotecnologia, ecc.; prevedere, con intervento pubblico, residenze universitarie e strutture di supporto a servizio del Policlinico. Insomma orientare l’area a ridosso del Policlinico quale zona destinata alla ricerca e innovazione tecnologica.

– Interporto Bisogna prendere atto che l’Interporto non si è rivelato un volano per lo sviluppo economico di Maddaloni; infatti non ha creato posti di lavoro tali da compensare il sacrificio che la città ha sostenuto privandosi di una consistente area di territorio agricolo-produttivo nè ha stimolato la nascita di nuove imprese sul territorio comunale. Piuttosto si è caratterizzato per essere una realtà non integrata con la città e con il territorio circostante, eludendo per anni finanche i tributi dovuti al Comune. L’Interporto rappresenta una importante realtà, da integrare con la città nell’ambito degli attuali confini; Maddaloni non può e non deve cedere ulteriore territorio comunale all’Interporto. Con interventi mirati, andrebbe tentata una correlazione per la nascita sul territorio circostante di attività di supporto, stimolando, con la creazione di apposite zone di ridotte dimensioni (dei minipolo tecnologici), la nascita di imprese innovative che abbiano per protagonisti i nostri giovani.

– Aree attrezzate per la raccolta differenziata Riteniamo utile e necessario che il Comune si doti di almeno due aree attrezzate per la raccolta differenziata prevedendo pesatura e premialità all’atto del conferimento dei rifiuti differenziati da parte dei cittadini. – Per l’area ex CIRA (destinata dal PRG del 1988 alla realizzazione del Centro aerospaziale poi realizzato a Capua) certamente bisogna porre attenzione alla vocazione commerciale che è insita nel territorio a ridosso dell’arteria stradale che collega Maddaloni con S. Maria a Vico. Almeno sulla fascia che fiancheggia la strada, tramite la creazione di un sistema viario di supporto e di parcheggi, sarebbe auspicabile la creazione di un polo commerciale diffuso, tenendo anche presente che in zona è molto attiva da decenni la vendita e commercializzazione all’ingrosso di abiti usati, esplicata poi al dettaglio su tutto il territorio regionale. La zona retrostante tale area commerciale che fiancheggerebbe l’esistente tracciato stradale (area ex CIRA) potrebbe essere destinata ad area agricola con incentivi per la nascita di nuove imprese.

– Per la ex FACE STANDARD e i grandi “contenitori” edilizi dismessi e da ristrutturare, bisogna prevedere un dimezzamento della cubatura con cessione di aree attrezzate al Comune previa seria verifica di non inquinamento del sito.

– Infrastrutture La realizzazione di infrastrutture avranno un ruolo decisivo per lo sviluppo del territorio. Pertanto occorrerà ridefinire la rete stradale esistente in relazione a concentrazioni prevedibili a seguito della realizzazione di nuovi poli di pubblico interesse. In particolare si dovrà prevedere la rielaborazione della viabilità nella zona adiacente la Cementir, e la realizzazione di uno svincolo sulla variante per consentire un collegamento agevole e diretto del costruendo Policlinico di Caserta con la città di Maddaloni. Infine va adeguato il sistema stradale cittadino con la rete viaria di supporto ai sottopassi e sovrappassi necessari per l’attraversamento della linea ferrata A/C (Progetto RFI). Prevedere percorsi pedonali e ciclabili lungo il tracciato dell’Acquedotto Carolino, impegnando la relativa fascia di rispetto.