VIA DANIELE…C’ERA UNA VOLTA UNA CAVIGLIA…

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(f.n.) – E capita che un giorno tu abbia bisogno di andare in Banca perché sei rimasta senza soldi…e siccome la tua Banca è diversa, tu voglia andare a “fare bancomat” esattamente al suo sportello…e capita che sia venerdì pomeriggio, intorno alle 18… e capita che il traffico sia talmente esagerato e lento, da portarti a credere, che alla gente piaccia trascorrere il tempo migliore in auto… eccoli lì… i maschietti…è caldo questa sera, quindi… molti hanno già abbassato il finestrino lato guida e, nella migliore tradizione dei “belli e basta”, fanno ciondolare mollemente il braccio sinistro lungo la portiera…indugiando persino a smuoversi il ciuffo sulla fronte, avvicinando pericolosamente il volto allo specchietto…le femminucce invece, si dividono tra quelle che ne approfittano per rifarsi il trucco rocambolescamente, infilandosi il rimmel dritto negli occhi, appena la fila si rimette in moto e il duca di Cambronne al volante dell’auto dietro,  claksonazza furiosamente e quelle che discutono con la figlia sedicenne lagnosa  che vuole uscire anche quella sera, protese in avanti ed il cellulare appiccicato all’orecchio…e capita che finalmente tu imbocchi Via Daniele e “guati” febbrilmente il mondo circostante, alla ricerca di un posto auto, rigorosamente delimitato dalla linea blu e numerato …e capita che ne intravedi uno e ed uno solo e allora inizi a pregare “quella bella Madonna di Pompei”, affinché nella fila “mosciassai” che ti precede, nessuno abbia necessità di parcheggiare… e mentre preghi fervidamente, alzi gli occhi al cielo e poi li abbassi alla tua sinistra e…capita, poiché Via Daniele %name VIA DANIELE…C’ERA UNA VOLTA UNA CAVIGLIA…non è la Fifth Avenue, che lo sguardo attonito, ma non troppo, cada su un coreografico patchwork di monnezza varia e di vario colore che, (come avevamo detto in precedenza, stasera fa caldo) emana uno sgradevole odore…

Nel timore di essere chiamata cretina per delega, da quello che, impiantato ed immobile, ti guarda “fisso” dall’altra parte del marciapiede, non osi neppure accennare un gesto tra “tecoseco” di disgusto…tantomeno cominciare a parlare da sola, come succede ai cittadini casertani disperati, quando sono soli i macchina ed hanno distrutto per la quarta volta gli ammortizzatori…e capita che la fila si avvii lentamente e tu arrivi in prossimità dell’unico posto libero…con il cuore esultante inizi la manovra e offrendo a stessa una incredibile, quanto mai insolita, prova di abilità, in due mosse riesci ad evitare sia lo sguardo di compatimento che, puntualmente, ti lancia attraverso lo specchietto il solito gentiluomo comprensivo, che la sgommata di stizza che un altro presunto gentiluomo, esibisce smoccolando in sanscrito, dinanzi alla tua settima manovra sbagliata…e capita che, questa volta, parcheggi casualmente in cinque secondi netti…e capita che ti guardi attorno, in attesa dell’applauso e poi… tornata in te apri la %name VIA DANIELE…C’ERA UNA VOLTA UNA CAVIGLIA…portiera dell’auto, parcheggiata nell’unico posto auto libero di Via Daniele,,,una suggestiva arteria cittadina, costellata di orrendi rappezzi…e capita che apri la portiera facendo attenzione a non sbatterla contro le auto in movimento e metti giù il piede sinistro e… capita che il fondo stradale, davanti alla portiera della tua auto, sia sprofondato e quindi vi sia un dislivello traditore e tu metti un piede sul bordo della buca, scivoli e ti sloghi una caviglia… TI SLOGHI UNA CAVIGLIA!, e capita che il dolore, davvero indescrivibile, sia superiore al selfcontrol di cui hai bisogno per vivere in questa città…e capita che, facendo due valutazioni rapide sull’imminente futuro…comprendi che dovrai tenerti il dolore, perché se imprechi sulle condizioni critiche di questa città, il sindaco ti darà della cretina pubblicamente e tu sarai costretta a scendere al suo livello e rispondergli che se tu sei cretina, lui è uno che dovrebbe, se non è troppo complicato, contare fino a dieci prima di parlare e arrivato a nove, rinunciare per pudore… e se vai al Pronto Soccorso e non conosci nessuno e non  hai alcuna intenzione di fare la telefonata giusta, corri il rischio che i tuoi figli tra qualche giorno, siano costretti a chiamare Chi l’ha visto…e capita quindi che ti tieni il dolore, che risali in macchina e… che dopo un po’… chiami la psicologa e le chiedi di sondare la tua personalità e scoprire i motivi per i quali nonostante l’età della ragione, da venti minuti stai facendo a pezzi tutto quello che c’è nella macchina, ed hai cominciato a strappare le coperture dei sedili con la pinzetta per le sopracciglia…