“SEVEN”: LA PELLICOLA DI FINCHER MOSTRA IL TRIONFO DEL MALE

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se7en seven brad pitt david fincher recensione film 1140x641 “SEVEN”: LA PELLICOLA DI FINCHER MOSTRA IL TRIONFO DEL MALESette i peccati capitali, sette gli omicidi che uno psicopatico programma. Una violenza che sconvolge lo spettatore che assiste inerme alle torture efferate che compie il killer. La regia di David download 2 “SEVEN”: LA PELLICOLA DI FINCHER MOSTRA IL TRIONFO DEL MALEFincher è atipica e originale. Pur riprendendo gli schemi tipici del thriller, apporta modifiche di grande impatto. I protagonisti della pellicola sono due detective, uno vecchio e scontroso, ormai stanco e disilluso; l’altro giovane, ottimista ma menefreghista delle leggi. Fincher rispetta, dunque, i soliti cliché. Conferisce, però, un certo spessore ai suoi personaggi, dando loro più profondità, mettendo maggiormente a nudo i tratti caratteristici delle loro personalità. Quando poi i due si scontrano con la ferocia del killer che uccide per conto del suo legame ossessivo con la religione e con l’obiettivo di ripulire il mondo dal Male, le loro esistenze vengono investite da una tale brutalità da cui sarà impossibile uscire illesi.morgan freeman in una scena di seven 199 “SEVEN”: LA PELLICOLA DI FINCHER MOSTRA IL TRIONFO DEL MALE

Il regista racconta l’assoluta e sconvolgente precisione di un disegno maligno: la sua è, allo stesso tempo, un’indagine psicologica e un’analisi morale della società. L’angoscia è costante, lo spettatore avverte la sensazione di vivere in un incubo. La violenza che “Seven” mette in mostra non può lasciare indifferenti. Il cinema di Fincher è inquieto, caotico, disturbante: riesce a spingersi nei meandri della mente umana senza mostrare alcuna paura. “Fight Club” mostra il disagio che vive l’uomo moderno e la scissione che spesso siamo costretti a compiere quando ci troviamo condizionati a reprimere seven4 “SEVEN”: LA PELLICOLA DI FINCHER MOSTRA IL TRIONFO DEL MALEi nostri sentimenti per seguire le convenzioni di una società asfissiante; “Gone Girl” è invece il lungo, delicato e folle lavoro di una mente psicopatica pronta a compiere qualsiasi gesto, anche il più sconsiderato, pur di non accettare la fine di un amore. “Seven”, thriller simbolo degli anni Novanta, è un film sadico e doloroso. L’interpretazione di Kevin Spacey è rivoluzionaria: si finge un uomo comune, che indossa abiti comuni e che si confonde fra la gente fino quasi a risultare invisibile, celando la sua anima diabolica priva di qualsiasi forma di umanità. Il mondo in cui “Seven” è ambientato è senza speranza, è l’espressione del Male nella sua forma più crudele. I corpi ormai senza vita delle vittime portano scritto addosso il loro peccato: il goloso muore mangiando fino ad esplodere, l’avaro ingerendo un pezzo di se stesso. Lo spettatore è nauseato, ma non può far a meno di lasciarsi coinvolgere dal gioco perverso di un regista che sa mantenere il controllo e sa muovere i fili nel modo giusto. È come se ci sentisse aggrediti, deturpati. seven “SEVEN”: LA PELLICOLA DI FINCHER MOSTRA IL TRIONFO DEL MALEIl finale straziante mostra una follia ragionata che tenta di pareggiare i conti e agisce per vendicare un’ingiustizia inenarrabile. Concludiamo con la citazione che chiude il film, ripresa da Ernest Hemingway: “Il mondo è un bel posto e vale la pena lottare per esso”.

Mariantonietta Losanno