CAPUA, DALL’ARENA ALLO SCHERMO FESTIVAL DEL CINEMA “L’UOMO CHE COMPRÒ LA LUNA”, DI PAOLO ZUCCA

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cd80241f 79d0 4a96 9e25 12cb9b0fe16a CAPUA, DALLARENA ALLO SCHERMO FESTIVAL DEL CINEMA “L’UOMO CHE COMPRÒ LA LUNA”, DI PAOLO ZUCCADare spazio al cinema italiano: questo è l’obiettivo che il Festival del cinema “Dall’Arena allo Schermo”, con la direzione artistica di Francesco Massarelli, si pone. Otto serate con otto ospiti che danno la possibilità al pubblico non solo di godersi uno spettacolo nella suggestiva location di Capua, ma anche di discutere di cinema con gli autori stessi. I film sono stati legati insieme avendo come unico filo conduttore il senso di appartenenza e la ricerca di identità.IMG 5962 CAPUA, DALLARENA ALLO SCHERMO FESTIVAL DEL CINEMA “L’UOMO CHE COMPRÒ LA LUNA”, DI PAOLO ZUCCA

Il primo film, presentato nella serata inaugurale di giovedì 4 luglio, è stato “L’uomo che comprò la luna”, una commedia sui generis diretta da Paolo Zucca, al suo secondo lungometraggio dopo il pluripremiato “L’arbitro” del 2013. La pellicola, uscita nelle sale cinematografiche a partire dal 4 aprile, presenta un ritratto atipico della cultura sarda. Una coppia di agenti segreti italiani riceve una strana telefonata dagli Stati Uniti: sembra che qualcuno, in Sardegna, sia diventato il proprietario della luna. Per gli americani è un oltraggio, dato che sono stati i primi a metterci piede e a piantarci la bandiera. I due agenti, allora, reclutano un soldato che dietro lo pseudonimo di Kevin Pirelli e un marcato accento milanese nasconde un’identità sarda. I due ingaggiano, inoltre, una sorta di preparatore culturale, un atipico tutor, che da emigrato nostalgico, trasforma il soldato nel prototipo di vero uomo sardo. Da piccole e divertenti ridicolaggini della cultura sarda, Paolo Zucca, regista ironico e inventivo, è in grado di creare una pellicola originale disegnando personaggi (selezionati con grande abilità) semplici, umani e 3b0cd076 6d31 4852 a1cb 19fd6c667703 CAPUA, DALLARENA ALLO SCHERMO FESTIVAL DEL CINEMA “L’UOMO CHE COMPRÒ LA LUNA”, DI PAOLO ZUCCAfenomenali per la riuscita filmica. Una commedia che da dissacrante diventa consacrante di un valore di identità. Quelli che emergono sono i profondi valori, ovviamente accentuati per contagiare la risata al pubblico e per mantenere i tempi e l’energia giusti: non c’è nulla di inventato, è tutto attinto dalla letteratura e dalla tradizione. Il regista alterna il tono surreale, quasi stralunato -appunto- a quello realistico in modo inaspettato e per certi versi brusco: in questo modo, infatti, spiazza totalmente lo spettatore che, confondendosi tra le varie metafore, viene a conoscenza dei tratti salienti di una cultura. Il trucco, se così possiamo definirlo, è proprio quello di valorizzare degli aspetti dell’identità sarda senza mai prenderla e prendersi troppo sul serio. Per gli spettatori sardi, dunque, è vietato offendersi: “L’uomo che comprò la luna” è un omaggio alla Sardegna, è una farsa che mette in correlazione tanti cliché ma anche tanti aneddoti divertenti e interessanti per far prevalere l’importanza della condivisione, e della rilevanza di tenere sempre saldi e protetti i propri valori.28aa189c f58c 4947 9174 c42d9cd03df6 CAPUA, DALLARENA ALLO SCHERMO FESTIVAL DEL CINEMA “L’UOMO CHE COMPRÒ LA LUNA”, DI PAOLO ZUCCA

La pellicola di Paolo Zucca, sceneggiata da Geppi Cucciari e Barbara Alberti, da modo quindi di conoscere vecchi mondi con occhi nuovi. Rompendo gli schemi il regista sdrammatizza il fanatismo sardo, mescolando nel modo giusto diversi ingredienti. “L’uomo che comprò la luna” presenta toni sempre in bilico e sempre mutevoli, in cui l’elemento originale va individuato proprio nell’ambientazione: finalmente si parla di una terra 3b0cd076 6d31 4852 a1cb 19fd6c667703 CAPUA, DALLARENA ALLO SCHERMO FESTIVAL DEL CINEMA “L’UOMO CHE COMPRÒ LA LUNA”, DI PAOLO ZUCCAfacendo una “satira corretta” che partendo dai difetti esalta le qualità di un popolo. Zucca, da vero sardo, conosce molto bene i luoghi comuni che li riguardano, come la proverbiale chiusura mentale o l’estrema permalosità, e si permette di giocarci proprio per dare loro un valore maggiore e facilmente condivisibile.

Mariantonietta Losanno