L’opera madre di Woody Allen: “Io e Annie” è senza dubbio il primo film comico/non-comico del regista dalla “doppia anima”, una tragica e malinconica; l’altra ironica e leggera. Woody Allen esprime, in ogni sua pellicola, il bisogno costante di comprendere il senso ultimo delle cose. Si confronta con temi impegnativi, alleggerendo la trattazione con un’intelligente e studiata comicità. La sensibilità di Woody Allen, per quanto sdrammatizzata dalle sue battute sarcastiche e pungenti, è evidente e si manifesta nell’analisi psicologica con cui realizza i suoi personaggi, che vivono sempre gravi crisi interiori. Le personalità che porta sullo schermo -per quanto accentuate- sono profondamente umane e lo spettatore inevitabilmente avverte un’atmosfera intima e personale. Ogni suo film, mai eccessivamente lungo e sempre incisivo e straordinariamente divertente ed efficace, è una sorta di terapia psichiatrica, è come se lo spettatore avesse la possibilità di confrontarsi con se stesso, con i propri limiti e con le proprie turbe interiori. 
Contraddistinta da romanticismo e tenerezza, “Io e Annie” è l’essenza del cinema di Allen. Esprime il contrasto tra uomo e donna e l’eterna incapacità di comprendersi. Il protagonista è Alvy Singer (interpretato dallo stesso Allen), un comico che alterna apparizioni televisive a show dal vivo. Dopo la fine della sua relazione con Annie, cerca di comprendere e andare a fondo ai motivi della loro rottura. La grandezza di questa pellicola -in cui è impossibile non riscontrare i modelli di riferimento, Fellini 
e Bergman- sta nell’avere mostrato la natura intima dell’amore, quella che non si raggiunge mai a pieno ma solo attraverso piccoli frammenti isolati, quella che ha in sé la stessa percentuale di malinconia e felicità. Ogni rapporto è costituto da irrazionalità e per certi versi è assurdo, ma va accettato così, con tutte le contraddizioni che comporta. “Io e Annie” è un film a due: io e Annie, appunto, rappresentano i due potenziali protagonisti di una qualsiasi storia d’amore che cercano di conoscersi, comprendersi e di non perdersi. Un eterno rincorrersi. Per questo, dunque, la pellicola si addentra a fondo nella psiche 
umana, portando lo spettatore a ragionare e a trarre delle proprie riflessioni. È un film che andrebbe visto singolarmente, proprio come singolarmente ci si mette a nudo durante una seduta da uno psicologo. C’è tutto il meglio del cinema di Woody Allen in “Io e Annie”.
Mariantonietta Losanno
