CAMPANIA: SI PROFILA UNA NUOVA EMERGENZA RIFIUTI, ECCO I MOTIVI

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RIFIUTI CAMPANIA: SI PROFILA UNA NUOVA EMERGENZA RIFIUTI, ECCO I MOTIVI

di Luigi Russo

Corriamo il rischio di ripiombare in una emergenza rifiuti che sembrava soltanto un ricordo. Un problema che non riguarda soltanto la provincia di Caserta, ed i suoi singoli comuni, ma l’intera Campania. I primi effetti già cominciano a notarsi: raccolta a rilento e rifiuti per strada in alcune zone del casertano ed ordinanze che impongono di non svernare l’umido già firmate da numerosi sindaci. Ma qual è il problema? Il termovalorizzatore di Acerra è fermo per manutenzione e si va per le lunga. Non meno di un mese un mese e mezzo considerato che i tempi di manutenzione non si prevedono brevi. Ma questo poco c’entra con i rifiuti organici, umido e verde, che presto potremmo ritrovarci per strada sotto il sole di agosto. Intanto è scattato il divieto, dietro ordinanza di alcuni sindaci, di depositarlo. Fin quando si riuscirà a tenere l’umido in casa? Specialmente se si considera che molte famiglie stanno partendo per le vacanze e certamente non possono conservarlo per il ritorno? Al di là di qualche suggerimento di non semplice attuazione, c’è chi sostiene che potremmo congelarlo, si tratta di una emergenza che andrebbe scongiurata ad ogni costo. Il problema è che siamo di fronte ad un blocco temporaneo dei conferimenti nell’impianto di messa in riserva di Acerra, a causa di una improvvisa ed imprevedibile riduzione ricettiva degli impianti finali di compostaggio, per manutenzioni straordinarie. C’è anche chi sostiene che i problemi sarebbero sorti con gli impianti del Nord Est che lavoravano l’umido, per tramutarlo in biogas e compost, da cui la necessità di un rallentamento delle varie operazioni. Esistono delle alternative? Non in Campania ed in ogni caso costano. E costano al punto che molti dei fragili bilanci di numerosi comuni non potrebbero sostenere. Come se ne esce? Intanto il problema principale è che in Campania non esiste un solo impianto per la trasformazione dell’umido, ma solo impianti per la ‘separazione’. E’ necessario provvedere, meglio se lontano dai centri abitati poiché questo non soltanto renderebbe maggiore tranquillità ai residenti ma renderebbe anche meno lungo, probabilmente, l’iter per la realizzazione di questi benedetti centri per la trasformazione dell’umido. Nel frattempo è necessario produrre quanto meno umido possibile, da questo punto di vista la partenza per i luoghi di villeggiatura potrebbe essere un valido alleato, e lavorare per un soluzione del problema di fondo in vista di settembre quando l’emergenza potrebbe scoppiare in tutta la sua drammaticità.