OSPEDALE, MEDICINA D’URGENZA & QUEL CHE RESTA DELL’UMANITÀ…  

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(f.n.) – Ehi…voi che, tra le eccellenze e tra i molti che lavorano come bestie da soma, per alleviare le sofferenze dei malati ricoverati in Ospedale,  siete la perfetta sintesi dello “scuorno”… non immaginate quanto sia faticoso raccontarvi tutti i giorni!, non vi rendete conto di quanto sia difficile convincere la gente a fare i distinguo, a dire in giro che tanta persone perbene, tanti onesti lavoratori della Sanità, sono costretti, a causa della vostra presenza perniciosa, a doversi difendere quotidianamente, da ciò che si è ormai installato nell’immaginario collettivo, come un giudizio inappellabile, una definizione a prescindere, un marchio vergognoso!,…ma per quanto tempo ancora, contribuirete impunemente allo “sgarrupamento” dell’immagine dell’Ospedale di Caserta? usque tandem… Nessuno di noi ha il diritto o la competenza di contestare un trattamento medico, nessuno di noi ha il diritto o la competenza, pur dinanzi alla morte di un uomo, di puntare il dito accusatore contro chicchessia…ma è un nostro preciso e sacrosanto diritto, pretendere umanità, sensibilità ed attenzione nei confronti dei malati ed un vostro preciso dovere, assicurarle ad essi e ai loro parenti. Qualche giorno fa L.M. è morto…aveva 76 anni…Sì…L.M. era molto malato e quella mattina nei primi giorni di ottobre, è arrivato al Pronto Soccorso dell’Aorn in codice rosso…..una polmonite ab ingestis…aveva inspirato il suo vomito…Superato il codice rosso, viene trasferito in medicina d’urgenza…qui sua moglie cerca di raccontare ai medici la sua storia….una storia sanitaria difficile, critica…una storia tristemente sincopata dal Parkinson, dall’ipopituitarismo da adenoma ipofisario che aveva ingenerato una serie di dismetabolismi, come l’ipotiroidismo e l’ipocorticosurrenalismo…sbalzi di diabete e di pressione. Per queste patologie era curato con i farmaci del caso…e la signora M, preoccupata,  vorrebbe interagire  con lo staff medico per spiegare e per raccontare, quale sia stata l’evoluzione delle diverse patologie, fino a quel momento e soprattutto vorrebbe avere spiegazioni… Nulla…nessuno le risponde…solo una vaga attenzione ed una risposta distratta… Nessuna notizia certa, giunge a confortare la signora o a confermare la gravità del caso…Dopo dieci giorni circa di degenza, nel corso dei quali pare che il paziente non fosse alimentato, la signora M, chiede il motivo per cui non gli fosse stata applicata, neppure una sacca alimentare…Qualcuno le risponde che suo marito, “per ora non può mangiare”…All’interrogativo ripetuto più volte, se  il paziente fosse alimentato ed idratato, la risposta invariata era: “abbiamo tutto sotto controllo…non dovete preoccuparvi”… la risposta, vaga e praticamente inutile,   è stata la stessa, anche quando i parenti sono a venuti a conoscenza  che L.M. aveva oltre 450 di diabete… Una sera, infine, sempre nell’arco del periodo in cui “era tutto sotto controllo” qualcuno con molta maestria sbaglia a mettere il catetere al povero L.M. e quindi, per ore nella sacca non compare urina…Ad un tratto la badante che di notte lo assiste, si accorge dell’anomalia ed avvisa immediatamente l’infermiere di turno, che, probabilmente disturbato mentre riposava, ha ritenuto non fosse il caso di precipitarsi e pare abbia provveduto con molta, anzi troppa calma…Qualche giorno fa L.M. se n’è andato…ha finto di soffrire. Per la sua famiglia una grossa perdita ed un grande dolore, per qualcun altro invece, L.M.  morendo, ha liberato un posto letto. C’è una bellissima canzone,  signor commissario Carmine Mariano: “La riva bianca la riva nera”…Inizia così: “signor capitano mi fermo qui…sono troppo stanca mi fermo… si”…Non c’è altro da dire…Cosa rimarrà di tutte le brillanti iniziative che dovrebbero diventare pietre miliari del suo passaggio, signor commissario se il malato che muore è de facto soltanto un posto letto che si libera?,… e gli ultimi giorni di vita di L.M.  nel reparto di medicina d’urgenza lo hanno illustrato perfettamente… con  l’inchiostro volgare della disumanità. E per favore ci risparmi almeno lei, le ridicole immagini di un direttore generale, seduto sul letto di un paziente importante…la foto di Ferrante con Povia…è assai significativa e rappresenta la conferma di quello che consideriamo uno scuorno!. Ci pensi su…e mentre osserva la foto del suo collega rilegga la storia degli ultimi giorni di L.M. Hasta la suerte!

1 commento

  1. Quel reparto è un mondo a parte ….il personale ha dimenticato il concetto di umanità e professionalità…..anche io ne ho avuto una brutta esperienza personale…

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