VIVA CHI ABBANDONA LA MOGLIE…”QUEL GIORNO PER CASO IN AUTOSTRADA ALLE 11.20 SU UN AUTOGRILL…”

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PepPe Rock SupPa VIVA CHI ABBANDONA LA MOGLIE…QUEL GIORNO PER CASO IN AUTOSTRADA ALLE 11.20 SU UN AUTOGRILL...Nessuno innalzi contestazioni sul «femminicidio», pena l’essere immediatamente accusati di maschilismo, insensibilità e indifferenza e di chissà cos’altro ancora, ma allora non si rimproveri chi non ne può più e, per esempio, si dimentica la moglie (delle volte pure il marito): insomma io non riesco a non essere molto solidale per chi volontariamente o involontariamente pratica l’abbandonismo (che secondo me previene anche il femminicidio e inversamente, la violenza psicologica sugli uomini).

Una donna non si tocca neppure con un fiore e agli uomini risparmiata la violenza psicologica, quindi se necessario, quando dimenticati e lasciati all’autogrill, quanto sarà mai grave?

Abbandonismo: dimenticarsi la moglie o il marito in qualche luogo, ricordarsene all’improvviso per poi cercare infine di recuperarli perché diversamente non si può fare.

Come è successo il mese scorso a quel motociclista della provincia di Milano che ha chiamato il 112 in lacrime perché si è perso appunto la moglie lungo il tragitto. Ha chiamato i Carabinieri in lacrime per la disperazione, secondo me, perché gli è tornato in mente di doversela riprendere, mica perché temeva di averla perduta.

Ma siamo sinceri: la moglie dimenticata ispira sempre due risate, simpatia, condivisione, perché una simile notizia viene da commentarla così, non è come pensare a un povero cucciolo di cane lasciato in autostrada, o a un bambino dimenticato in auto. Nessuno dice «poverina», immaginando lo smemorato tra le mure domestiche alle prese con le quotidiane torture matrimoniali.

Del resto se ci pensiamo bene in letteratura le donne ideali non sono mai le proprie mogli: Leopardi, Petrarca o Dante avevano un gran da fare nell’amare delle donne ideali, proprio perché non le hanno mai sposate.

All’abbandono involontario o volontario ci vengono in mente, piuttosto, rancori, musi lunghi, e mille rimproveri: non stare troppo su Facebook, non uscire con gli amici, non esci mai con me, stai sempre con me, non guardare le altre donne, chi è quella tua amica, non bere, non fumare, non mangiare troppo, non mangiare poco, non prendere medicine, prendi le medicine, non vestirti così, non guardare porno, ecc…

Va da sé che uno vorrebbe partire in beata solitudine, o con amici, per fare una pausa oltre che dal lavoro, anche dalla moglie, dovrebbe essere imposto per legge. La moglie, non è neppure colpa sua, rappresenta l’anti-desiderio per eccellenza, per questo tra i comandamenti la religione giudaica inserì «non desiderare la donna d’altri», perché la propria è indesiderabile, si rende tale perché questo è il suo ruolo.

Tra le mie conoscenze, tutti quelli che hanno una moglie se non sono depressi spesso sono incazzati, proprio perché costretti ad organizzare sempre tutto seguendo capricci e sfuriate isteriche a mo’ di diktat nazisti sulla gestione dei figli e altro, e sembra debbano prepararsi a una tortura vera e propria, peggio di come quando devono accompagnarle a fare shopping o chissà dove.

Diciamola tutta, una moglie in questi tempi di femminismo, può rovinare la vita, farla diventare peggio di una prigione. Prigione? Infatti oltre all’abbandonismo, c’è anche il liberismo. Ma non nel senso del liberismo politico o economico, ma quello della liberazione degli uomini dalle mogli che li opprimono, a costo di metterli in prigione. Ricordo la notizia di un venticinquenne napoletano agli arresti domiciliari che ha chiesto alla polizia di essere riportato in carcere perché stressato dalla coabitazione forzata con la moglie. Stare a casa con lei era peggio della prigione, rendiamoci conto di cosa avrà subito, pover’uomo.