MACRICO VERDE, CAVALLI DI TROIA, TRUPPE CAMMELLATE E SPECCHIETTI PER ALLODOLE

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 Storia infinita dell’area “superdesiderata”, contesa, ambita, del MACRICO – Magazzino Centrale Mezzi Corazzati – di Caserta

  –     di Nicolò Antonio Cuscunà     –      macrico 2 scaled MACRICO VERDE, CAVALLI DI TROIA, TRUPPE CAMMELLATE E SPECCHIETTI PER ALLODOLE

Scopriamo subito le carte. chiarendo che la questione non è secondaria a nessun’altro argomento aperto ed in attesa di soluzione. Da oltre 20 anni in Città è in atto una vera e propria guerra, combattuta tra soggetti che dovrebbero, al contrario, perseguire solo gli interessi della collettività. L’esito di questa guerra rischia di rappresentare il bene o il male del futuro nostro e dei nostri figli.

Il motivo del contendere è l’area ex MACRICO, la guerra intrapresa tra appetiti di una certa politica locale, l’imprenditoria del mattone , l’IDSC, Istituto Diocesano Sostentamento Clero (quest’ultimo articolazione periferica dell’Istituto Centrale Romano , con personalità giuridica autonoma, indipendente dal Vescovo della Diocesi),   CONTRO quella parte della città  che vuole conservare l’attuale destinazione a VERDE PUBBLICO, e quanti si riconoscono nell’ex vescovo di Caserta Raffaele Nogaro, da sempre contrario al cemento, e  sostenuto dall’associazionismo ambientalista.

Alterne vicende, anche giudiziarie, riconoscono la proprietà dell’area di 324.505 mq denominata MACRICO all’IDSC, l’Istituto negli anni ha più volte tentato di vendere la proprietà al miglior offerente non curandosi affatto della DESTINAZIONE d’USO.

Dal 1994, la proprietà da “servitù militare” passa alla gestione diretta dell’organismo del Clero, il quale a tappe non fa mistero di appetiti economici. Appetiti a più riprese smorzati dall’allora Vescovo di Caserta monsignor Raffaele Nogaro.

A sostegno del Presule numerose, agguerrite associazioni, sostengono la tutela dell’area da destinare a “POLMONE VERDE ” fruibile dalla cittadinanza casertana, anche a rimedio della cronica carenza di verde disponibile per ogni cittadino.

Come tutte le cose terrene oltre ad esserci il mare, tra il dire ed il fare, si aggiunge l’avidità umana, gli appetiti affaristici, per cui quell’area ricade nelle mire di cementificatori ad oltranza.

Ad onor del vero, alla disponibilità affaristica della politica locale ha sempre positivamente risposto quella della proprietà dell’I.D.S.C..

Dal sindaco Falco (FI), passando per Petteruti (DS), e oggi Carlo Marino (PD) tutti non hanno posto vincoli alla non edificabilità dell’area -F2- . Tutti, più o meno, hanno posto in essere progetti “CAVALLI di TROIA” aventi come obiettivo “mettere le mani” sull’area per ricavarne utili agli interventi privati.

Ricorrere alla petizione popolare, con primo firmatario l’Emerito vescovo Nogaro, per bloccare in quell’area la costruzione di una scuola è un atto sicuramente utile a sensibilizzare la città alla TUTELA dei SUOI interessi.

Ipotesi-minaccia di penetrare nell’area ex Macrico con un edificio scolastico è l’ultimo tentativo dell’Ente territoriale municipale di mettere le mani, o meglio il cemento, in quel polmone verde. Proposta-minaccia, posta in essere dal sindaco-podestà (PD) Carlo Marino, il quale, a sospetto dei proponenti la petizione, userebbe la “scuola” come “cavallo di troia” utile alla iniziale penetrazione-cementificatrice dell’area, una vera “testa di ponte” per future operazioni affaristiche.

La storia dell’area rientra nella tradizione casertana di abusi a danno del superato PGR, e i ritardi sull’adozione del PUC. Di fatto i sospetti di perpetuate violenze non sono peccati, mettere le mani in avanti non è peccato, stanare il Consiglio Comunale per costringerlo a palesare le scelte rispetto alla futura destinazione dell’area, non è peccato.

Non è peccato, ma è un rischio.

Ad essere onesti, la composizione-qualitativa e le capacità decisionali dell’attuale maggioranza del consiglio comunale, aprono ad un grosso rischio. O meglio, conoscendo il sindaco Marino, intuendone le azioni, è lecito pensare ad accordi già intercorsi tra IDSC, Giunta Municipale e Consiglio Comunale, TUTTI votati ad approvare la localizzazione di un nuovo plesso scolastico in area Macrico.

Non dovrebbero esserci dubbi rispetto alle scelte prevalenti dell’attuale compagine sostenitrice di Marino. Aggregazione ondivaga, melliflua, legata soltanto da vincoli “poltronistici”, non ideologicamente definita, affidabile all’abbisogna ed a convenienza. Affermazioni palesate dall’esito del voto dei documenti contabili e di bilancio ultimamente approvati. All’attuale maggioranza, importa ben poco passare alla storia come i cementificatori del Macrico e la scelta potrebbe rientrare nelle loro strategie di fine mandato.

Appare anche diversamente credibile certo associazionismo “selettivo ed a orologeria”. Caserta è città dove le emergenze sono innumerevoli, incancrenite ed andrebbero tutte denunciate, e non solo quelle a tutela della villetta Padre Pio e Macrico Verde.

La costante depauperazione delle Colline Tifatine- annuali disastrosi incendi- abusi edilizi, sostituzione del tessuto urbano storico con stravolgimento delle periferie violentate con “castrum dormitori asociali”, vanno tutte denunciate.

La salvezza dell’area Macrico è anche legata al coinvolgimento dell’autorità ecclesiastica di cui è vertice il Vescovo della Diocesi monsignor Giovanni D’Alise, la cui autorevolezza è certa, unita alla Santa Romana Chiesa di Papa Francesco.

Questi due poteri temporali dovrebbero indicare all’IDSC il percorso verso opere di santa donazione e non il decadimento verso appetiti materiali e blasfemi.

Negli uomini di fede la speranza è l’ultima a venire meno; confidare, sperare ed aiutare il buon esito della PETIZIONE è l’unica strada da percorrere. Appellarsi agli Amministratori Comunali perché convertano le coscienze alla tutela del VERDE nel MACRICO IMPONENDO IL VINCOLO A NON EDIFICARLO.

La città prenda consapevole coscienza, esca dal torpore, smetta d’attendere, non deleghi a nessuno, si assuma il dovere di partecipare per decidere il proprio bene.