GLI AMMINISTRATORI VANNO E VENGONO, RITORNANO, MUTANO E I PROBLEMI… RESTANO

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 –    di Nicolò Antonio Cuscunà    –     

Le negatività o positività delle Amministrazioni Pubbliche, oggi più di eri, sono conosciute, e l’avvento del web consente d’infornarsi, denunciare, chiedere e proporre in tempo reale. Come sempre, come ben si sa, amministrare non è arte semplice, esempi in piccolo sono: il nucleo familiare, i condomini, i piccoli paesi, figurarsi quindi città o metropoli. Amministrare non è solo elargire, concedere, risolvere piccoli o grandi problemi, programmare pensando all’oggi ed al domani. Amministrare la Res Publica è un rapporto bilaterale equilibrato ed alla pari. È un do ut des, scambio reciproco tra contraenti, da non far pendere a discapito di nessuna delle due parti.

Ordunque, nell’Amministrazione pubblica elettiva, i contraenti sono i cittadini, deleganti di fiducia ad altri cittadini richiedenti e disposti ad accettarla. Il rapporto fiduciario avviene con libero voto in cui i sottopostosi a giudizi, sono scelti con analisi di merito. Appare chiaro quindi, l’obbligo sottoscritto da entrambi i contraenti di effettuare le opportune verifiche al rispetto del “do ut des”.  Abbiamo più volte ricordato gli strumenti esistenti utili ai controlli: le leggi e il buon senso. Le verifiche sono d’obbligo, giuste e vanno accettate a prescindere dal risultato positivo o negativo.

I metodi per verificare la tenuta del rapporto fiduciario “tra amministratori ed amministrati” sono tanti. Le leggi dello Stato chiariscono ed indicano come i cittadini possano e devono raffrontarsi con gli amministratori, ed essere “revisori dei conti” non finanziari ma controllori di scelte e richieste da farsi. I cittadini devono esprimere il proprio parere, devono poter rappresentare le proprie scelte nei tempi e nei modi che, il buon senso prima ed il legislatore dopo hanno stabilito.  Il Principio della Sussidiarietà orizzontale concretizza e regolamenta questo basilare rapporto tra: ” bisogni collettivi ed attività d’interesse generale ” e chi è demandato al ruolo di coordinamento, gestore e risolutore di tali problemi.

Amministrazione attiva, esecutivo, coadiuvata dai dirigenti (T.U.E.L.art.107) adempie agli indirizzi, alla programmazione, seguendo le indicazioni provenienti dall’organo principe della “democrazia” elettiva: il “CONSIGLIO COMUNALE”. Da quest’organismo, d’indirizzo e di controllo, dipende essenzialmente la corretta, sana e buona riuscita dell’amministrazione pubblica. Un saggio, accorto, attivo consiglio comunale è basilare alla riuscita del principio di “sussidiarietà orizzontale. I rapporti tra consiglieri e cittadini non termina all’espletamento del voto, al contrario, inizia dopo l’elargizione del consenso, e tra cittadino elettore e cittadino eletto s’instaura un costante rapporto foscoliano di “corrispondenza d’amorosi sensi”.

La responsabilità per le unità territoriali non amministrate bene, comuni, provincie, regioni, non è delle componenti delegate, consiglieri, deputai regionali, sono anche precise responsabilità dei cittadini elettori (deleganti).

Ecco perché è di estrema importanza la scelta e selezione dei propri rappresentanti – l’art.67 della Costituzione- sancisce la piena libertà dell’eletto, senza vincolo di mandato, agire non condizionato da chicchessia – partito-lobby-ecc.

È disdicevole sentire, rappresentanti dell’esecutivo, addurre accuse, a giustifica delle proprie incapacità, verso i propri predecessori. Altrettanto dicasi per i consiglieri rispetto ai loro colleghi ed all’esecutivo stesso. Inconcepibile a livello politico, etico e normativo l’esautorazione dell’organo d’indirizzo e controllo, consiglio, da parte dell’esecutivo e dei dirigenti.

La pubblica amministrazione ha forma di piramide a gradoni, al vertice ci sono i cittadini, immediatamente nei gradoni sottostanti, i rappresentanti eletti fiduciari (da sfiduciare se non meritevoli), e scendendo l’esecutivo, fiduciario- sindaco, presidente, governatore. La malta di coesione della democrazia è la “cultura civica composta da diritti e doveri; posseduta dai cittadini senza distinzioni di censo, religione, razza e confessione politica, si chiama:”VOTO”.

Con l’approssimarsi delle elezioni aumenta la presenza pubblica d’immagine di neofiti e veterani della politica; spesso cosiddette “carte conosciute” o “senza né arte né parte. È quello il momento, per tutti, di vagliare per scegliere la “qualità” degli uomini nelle quali mani affidare la propria vita ed il proprio futuro, ed evitare: “…chi è causa del suo mal pianga se stesso”.

Comunemente si afferma ” in democrazia i cittadini hanno gli amministratori che si meritano …fate Voi … o che si scelgono”.