L’APPELLO DI AMBC: PORTARE IL LIBRO “LA NAZIONE DELLE PIANTE” NELLE SCUOLE

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Logo AMBC Romano Giovanni Mancuso Rossini 300x300 LAPPELLO DI AMBC: PORTARE IL LIBRO LA NAZIONE DELLE PIANTE NELLE SCUOLEMONDRAGONE – Non ci stancheremo mai di ringraziare il nostro caro Giampaolo Romano per le sollecitazioni e le segnalazioni che ci regala, come l’ultimo libro dello scienziato Stefano MancusoLa Nazione delle Piante, che in tanti ritengono che dovrebbe essere adottato come libro di testo in tutte le scuole d’Italia. In 134 pagine c’è un condensato di saggezza, di informazioni e di idee che dovrebbero essere i pilastri di qualsiasi Paese progredito. Stefano Mancuso continua imperterrito da qualche anno a dirci che le piante sono un sistema che ci permette la vita e che, quindi, avremmo tutto da imparare e da scoprire da esse e invece le conosciamo ben poco. Le piante rappresentano oltre l’80% della biomassa della terra, mentre gli uomini sono solo lo 0,01%. Le piante hanno una capacità di adattamento e intelligenza che al confronto noi siamo dei trogloditi, basta studiarle per rendersene conto e l’incredibile è che ne sappiamo ancora pochissimo e nonostante ciò quel pochissimo è strabiliante. Mancuso trae dallo studio e dall’osservazione delle piante un sistema perfetto da cui dovremmo solo prendere esempio e farlo nostro, tanto è efficace, intelligente e rispettoso delle basi dell’esistenza. Continuiamo invece a ritenerci onnipotenti e a pensare di  saperne di più della natura, con la triste conseguenza- che è ormai sotto gli occhi di tutti– che abbiamo dichiarato guerra alla natura e, quindi, a noi stessi. Mancuso ci ammonisce come non sia possibile continuare a parlare di crescita e a consumare risorse infinite in un pianeta dalle risorse finite e sfata la credenza per la quale siamo “troppi”. Il pianeta Terra potrebbe, infatti,  sfamare senza problema alcuno tutte le persone attuali e anche di più, ma solo a patto di cambiare radicalmente lo stile di vita delle popolazioni abitanti i cosiddetti paesi sviluppati, le quali dovrebbero ridurre drasticamente l’uso di risorse non rinnovabili. La Carta dei diritti delle piante che Mancuso stila e di cui nel libro ne analizza diffusamente tutti gli otto punti rappresenta un documento che andrebbe diffuso capillarmente: 1. La Terra è la casa comune della vita. La sovranità appartiene ad ogni essere vivente; 2. La Nazione delle Piante riconosce e garantisce i diritti inviolabili delle comunità naturali come società basate sulle relazioni fra gli organismi che le compongono; 3. La Nazione delle Piante non riconosce le gerarchie animali, fondate su centri di comando e funzioni concentrate, e favorisce democrazie vegetali diffuse e decentralizzate; 4. La Nazione delle Piante rispetta universalmente i diritti dei viventi attuali e di quelli delle prossime generazioni; 5. La Nazione delle Piante garantisce il diritto all’acqua, al suolo e all’atmosfera puliti; 6. Il consumo di qualsiasi risorsa non ricostituibile per le generazioni dei viventi è vietato; 7. La Nazione delle Piante non ha confini. Ogni essere vivente è libero di transitarvi, trasferirsi, vivervi, senza alcuna limitazione; 8. La Nazione delle Piante riconosce e favorisce il mutuo appoggio fra le comunità naturali di esseri viventi come strumento di convivenza e di progresso. Pur di fronte ad un dissesto occulto delle nostre casse comunali non sono pochi i soldi che annualmente si sperperano sotto la voce <cultura>. Comprare un po’ di copie del libro di Mancuso e regalarle alle scuole potrebbe essere un modo per ridare dignità a quei capitoli di spesa. E terminiamo segnalandovi il bel libro “Più giusto. Cattolici e nuove questioni sociali” del presidente nazionale delle ACLI Roberto Rossini, Editrice Morcelliana http://www.morcelliana.net/orso-blu/3866-piu-giusto-9788828401711.html?search_query=Rossini&results=4. “A noi cattolici, scrive il presidente delle Acli, deve importare il saper connettere con metodo e pazienza le diverse esperienze che salvano la persona creando il bene comune, alla luce dei grandi principi della solidarietà, della sussidiarietà”.