LA CHIESA ARCIPRETALE DI SAN PRISCO

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san prisco nel settecento LA CHIESA ARCIPRETALE DI SAN PRISCORiceviamo e pubblichiamo un articolo di Luigi Russo, studioso di San Prisco e autore di diverse monografie e articoli di carattere storico, in occasione della ristampa del suo libro.

“Nel mese di febbraio 2020 è stato pubblicato come e-book il volume San Prisco nel Settecento, stampato nel 2007, con pochissime integrazioni e alcune correzioni.

Questa pubblicazione si presenta come un consistente e approfondito contributo alla conoscenza della storia di San Prisco, che raggruppa vari studi condotti negli ultimi anni sulla storia di San Prisco nel Settecento.

Nel primo capitolo sono esposti vari episodi di violenza accaduti nel casale nella prima metà del Settecento attraverso gli atti criminali della Regia Corte di Capua, conservati presso l’Archivio Comunale di Capua, oggi nella Biblioteca del Museo Campano di Capua. Inoltre sono riportate molte notizie concernenti la vita quotidiana e le attività dell’Università di San Prisco attraverso molti documenti notarili e altri dell’Archivio di Stato di Napoli.

Il secondo capitolo analizza i dati del Catasto Onciario formato dall’Università di Santo Prisco, casale della città di Capua, nel periodo che va dal 1753 (data dell’inizio delle operazioni) al 16 settembre 1754, momento della sua pubblicazione.

Sono state riportate le rendite dei maggiori contribuenti locali, sia laici che ecclesiastici e anche quelle di alcuni proprietari capuani e napoletani.

Nel terzo capitolo sono state ricostruite le vicende e gli atti concernenti il rifacimento della Chiesa parrocchiale di San Prisco, già in parte presentati nelle precedenti pubblicazioni: Il rifacimento della chiesa arcipretale di San Prisco nella seconda metà del Settecento; San Prisco agli inizi del XIX secolo; La chiesa arcipretale di S. Prisco e S. Matrona dalle origini alla fine del ‘700; San Prisco nella seconda metà del Settecento, Appalti, lavori ed attività dell’Università. Le precedenti notizie sono state integrate da altre fonti ritrovate presso l’Archivio di Stato di Napoli e da altri documenti notarili dell’Archivio di Stato di Caserta.

Infine nel quarto ed ultimo capitolo sono state inserite moltissime notizie già pubblicate in San Prisco nella seconda metà del Settecento, Appalti, lavori ed attività dell’Università, insieme ad altre notizie inedite e alla narrazione di altri episodi di violenza nella seconda metà del secolo.

L’integrazione più importante e significativa è l’aver individuato l’ingegnere napoletano Pietro Lionti come uno stretto collaboratore di Carlo Vanvitelli e in qualche occasione anche del padre Luigi.

Ho trovato in seguito altre notizie sull’ingegnere Lionti, probabilmente fratello dell’architetto napoletano Camillo Lionti, presente in San Prisco come testimone in un contratto notarile con i rappresentanti dell’Università.

A seguito di questa scoperta, dopo aver in passato cercato senza successo notizie su Pietro Lionti nell’Archivio storico della Reggia di Caserta e negli archivi di Stato di Caserta e Napoli, posso affermare con cognizioni di causa che il rifacimento della chiesa arcipretale di S. Croce e S. Prisco della seconda metà del Settecento fu di gusto vanvitelliano.

In passato avevo letto più volte che tale chiesa e il campanile erano di tipo vanvitelliano, basando tali affermazioni soltanto su indizi stilistici, senza avere alcuna prova documentaria.

Qualcuno si spingeva ancora oltre, pensando di dare maggiore lustro e importanza alla città di San Prisco, ipotizzava un coinvolgimento diretto del celebre architetto Luigi Vanvitelli. Una pratica molto diffusa nella provincia casertana che è indice di una mentalità ristretta e poco lungimirante”.