Il Cerusico, che ne ha viste tante, ma tante, in questa paranoia nazionale, fatta di “mille galli nel pollaio”, per sdrammatizzare un po’, e per guasconerìa, un giorno ha voluto provare a chiamare il 112 simulando la necessità di avere delucidazioni su come comportarsi sul proprio stato febbrile. Dall’altro capo del telefono, una voce cordiale: “Pronto, carabinieri”, “Scusate, volevo sapere cosa devo fare dato che da due giorni ho una strana febbricola sui 38 e mezzo”, “Ma forse avete sbagliato numero, questa è la caserma dei carabinieri!”, “Ma la televisione ha detto che in caso di necessità e di febbre devo chiamare il 112!!!”, “Ma il 112 è il numero dei carabinieri! Voi dovete chiamare il vostro medico!”, “E perché la televisione dice tutti i giorni di chiamare il 112?”, “Forse avete capito male voi!”, “No, no, dice proprio 112!”, “……Va bene, va bene verificheremo, intanto voi chiamate il vostro medico”. Il Cerusico, abbassata la cornetta del telefono, un po’ tra lo sconcerto, un po’ tra il faceto, ha dato conferma a se stesso sulla disorganizzazione, e sulla inadeguatezza di uno Stato incapace di “governare” qualsiasi crisi che si rappresenti. E, nessuno, ma proprio nessuno, a distanza di ormai quasi due mesi si è reso conto di questa castroneria!!! Si continua, in tutte le trasmissioni televisive nazionali, ad invitare i cittadini d’Italia (tutta, ma proprio tutta, da Bolzano a Palermo) a telefonare al 1500 ed al 112!!! Ovvero, visto che dall’Umbria in su, da anni, ormai, si è provveduto ad istituire il numero unico europeo (112) per ogni tipo di chiamata di emergenza, mentre dall’Umbria in giù sono rimasti ancora al 113, al 112, al 115, al 118, gioco forza, visto che il Sud è ancora Stato Borbonico, le televisioni nazionali, dando per scontato erroneamente che l’Italia è una e una sola, pubblicizzano il n.112 per le chiamate di emergenza ipotizzando che valga per l’intero nazionale. “Pronto, carabinieri”.Il Cerusico, poi, registra il suo sconcerto anche dalle cronache nazionali: “Una bozza non condivisa con i Ministeri. Prefetti e forze dell’ordine a lungo senza direttive. Una grande zona arancione che consente ai lombardi la fuga verso sud. Una catena di errori al posto di una catena di comando (di A. De Angelis- HuffingtonPost 09.03.2020). Ed ancora: “Una giornata in ordine sparso – il caos agita le regioni. L’esodo da nord allarma i governatori di centro-sud. (di G. Cerami). E che dire, poi, di quegli strateghi della crisis management (gestione delle crisi) sulla fuga di notizie della bozza del Decreto Presidenza Consiglio dei Ministri? “La diffusione della bozza – Un provvedimento che contiene norme stringenti e senza precedenti perché vietano l’accesso e l’entrata in Lombardia e in altre quattordici province di quattro Regioni. È per questo motivo che la diffusione della bozza di quel decreto è diventata un caso. A leggere il documento le misure entravano in vigore proprio dall’8 marzo e fino al 3 aprile. Ma alla mezzanotte dell’8 marzo, il premier non l’aveva ancora approvata. Nel frattempo i governatori delle Regioni interessate avevano già esternato i propri malumori, chiedendo al governo di modificare il contenuto del decreto. Mentre la stazione Centrale di Milano era stata presa d’assalto da “fuggitivi” che volevano raggiungere città del Sud prima dell’entrata in vigore delle norme. È per questo motivo che la presidenza del consiglio ha indetto una conferenza stampa intorno all’una di notte, con Conte che è spuntato in sala stampa dopo le due e mezza”.
Coronavirus, la fuga di notizie sul decreto. Cnn: “Bozza ricevuta dall’ufficio stampa della Regione Lombardia”. Che smentisce: “Falso”. Il portale web della televisione americana scrive di aver ricevuto la bozza del decreto dall’ufficio stampa del Pirellone. Che però smentisce: “Da parte nostra non è stata fatta alcuna anticipazione”. Il documento in versione pdf, però, non è stato diffuso solo dai quotidiani prima di diventare definitivo, ma anche da chat whatsapp e sui social network (di F. Q. | 8 Marzo 2020). Treni in entrata e in uscita dalla regione Lombardia che continuano a circolare regolarmente: dopo il decreto del Governo che vuole limitazioni sia in entrata che in uscita dalle zone ad alto rischio contagio da coronavirus come la Lombardia e altre 14 province del Nord Italia, i treni continuano viaggiare senza restrizioni di alcun tipo né controlli. (fanpage.it/ 08.03.2020).
Il paese dei cachi – chi sarà stato a divulgare alla stampa la bozza del decreto del Consiglio dei Ministri che sanciva la chiusura dell’Italia del nord? E perché i quotidiani online sono usciti proprio intorno alle 20:30 quando i Tg erano già in chiusura? Un tecnico può avere questa malizia mediatica? Certo che no… ecco perché tra i giornalisti il vociferare riporterebbe, ancora una volta, a Rocco Casalino, considerato ormai da tutti inadeguato (eufemismo). Gli uomini con le stellette (Esercito), però, sono sbalorditi dall’ ultima mossa azzardata del Governo che ha creato panico e confusione sulle nuove zone di sicurezza. «L’errore madornale è che bisognava panificare tutto prima della firma del decreto» spiega una fonte militare del Giornale. Zona rossa o arancione che sia, se comporta che nessuno entra o esca senza validi e specifici motivi, deve essere cinturata, altrimenti la gente colta dal panico fugge al sud o all’ estero, come è successo a Milano. «Al contrario il decreto prevede che siano i prefetti a farlo rispettare…… «Alle 7 di domenica noi eravamo pronti ad agire, ma i prefetti delle zone di sicurezza previste dal decreto si dovevano ancora riunire con meeting fissati anche a mezzogiorno» spiega la fonte del Giornale in prima linea nella battaglia al virus. DAGOSPIA 09.03.2020. Come a dire quando ci sono “troppi galli a cantà nun schiara mai juorno”.