SIPARIETTI, ANEDDOTI E AMENITÀ

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       –         di Ciro Esposito          –                   

Ogni teatro degno di tale nome ha un buon sipario ma, nel Palazzo Castropignano, proscenio per eccellenza della vita della città, salvo qualche rara occasione, era tutto un siparietto dietro al quale recitavano, a soggetto, i vari Pupi tenuti da fili invisibili dai padroni dei loro destini…tenèvano ‘a sèggia sulo pe’ stu’ mutìvo

I Pupi, come galli sulla monnezza “obbedivano tacendo” al padrone di turno e guai a disobbedire( io, autonomo e disobbediente per antonomasia, ho fatto sulla mia pelle una sconcertante esperienza che, però, in epoca del Coronavirus mi ha giovato…l’isolamento e la clausura di oggi non mi hanno toccato più di tanto )perché si incorreva nella marcatura asfissiante, nel boicottaggio, nell’ostracismo ad oltranza oltre che nell’azione disonesta e persecutoria se la disobbedienza persisteva…Me ne fecero fare di corse (che mi hanno temprato)… al mio inseguimento; all’inseguimento del cattivo, mancarono soltanto i pompieri a cavallo… Per quella documentazione che gelosamente conservo nel mio archivio ho coniato il termine carte amene. Esse, infatti, rappresentano una delle grandi stronzate che organismi deviati dello Stato, per farmi fuori, architettarono proditoriamente ai miei danni.

I Pupi si pavoneggiavano per le posizioni di prestigio che occupavano ma troppo spesso arrecavano impunemente danni alla comunità.

Ma veniamo all’argomento che mi sono prefisso di trattare oggi: la bonifica dei campetti; di quella Piazza Carlo III che avrebbe dovuto dare al forestiero, che “scendeva in città, il benvenuto che il turista si aspetta di avere da una comunità impregnata di civiltà e del buon senso dei suoi amministratori… A proposito: tutta la massa di voti che i miei concittadini, nel segreto dell’urna, riversavano sul mio nome era il frutto delle mie azioni a favore dei cittadini; delle bonifiche effettuate da me per dare decoro alla mia città…altro che C…zzi…e la C maiuscola sta per tutt’altra cosa…chi vuol intendere, mi intende !!

Nel guardare i Campetti, quale Sindaco della città…anche se solo facente funzioni, provavo un senso di disagio e di mortificazione che mi spronavano a considerare la posizione del politico (non del politicante che è un dispregiativo), la lungimiranza che deve plasmare le azioni dell’uomo al comando e le decisioni che alcune situazioni gli impongono di assumere se vuole essere positivamente ricordato ai posteri…Avrei avuto il coraggio di agire? Avrei avuto la forza di sorbirmi l’odio, il rancore, le maldicenze e le persecuzioni da parte di politicanti che si vedevano scavalcati dal concorrente scomodo? Dall’eccesso di decisionismo di chi gli toglieva la polpetta dal piatto? (per loro, soltanto questo era la politica) La mia proverbiale incoscienza mi suggeriva di osare se volevo “Essere”!!!

Avevo realizzato Piazzetta Garibaldi che oggi è ridotta a parcheggio a raso per ogni mezzo di locomozione nonostante vi sia a pochi metri un parcheggio interrato, del quale avremo modo di parlare per segnalare chi lo ha proposto e in quale data…chi lo ha fatto progettare e approvare dal Consiglio Comunale e chi, con il suo pragmatismo e intelligenza, dopo 10 anni, (solo quando assunse, a Roma, un certo potere) lo fece finanziare…Gli atti sono sempre pubblici!

Decisi, quindi, di impegnarmi, in questo primo atto di bonifica, per la decente collocazione dei campetti nel contesto la Reggia Vanvitelliana che quale cornice avevano a Est e a Ovest le Caserme ma, a sud, tale ornamento era completato da un fosso di scolo per le acque meteoriche e non…una sottospecie di fogna a cielo aperto che un paio di volte all’anno veniva ripulita dai cantonieri del Comune…Una specie di Rubicone Casertano…una cosa pericolosa…ma erano altri tempi!!

Sui bordi dell’enorme canale (era profondo circa due metri per due di larghezza) vi insistevano i platani secolari che delimitavano anche la carreggiata stradale della via Appia, fino a Capua e anche oltre, e qui vale la pena di ricordare ai giovani, che tale alberatura (oggi le chiamano essenze…ma sèmpe piante so’) abbelliva pure il viale medaglie d’oro …fino alla Torretta (che fu abbattuta dai tedeschi in ritirata nel 1943). La torretta era ubicata sul lato sinistro di viale Medaglie d’oro all’incrocio con via S. Gennaro di Falciano. Questa tipologia di verde pubblico occupava altresì via Unità Italiana ove faceva bella mostra di se, fino all’incrocio con via Ferrarecce, un ampio canalone per lo scolo di tutto e di più … sèmpe a’ cielo apièrto! Oggi la fogna è coperta da un largo marciapiede che delimita i due lati della carreggiata stradale, però, su un lato della strada vi è un’altra fogna costruita dalla ditta Piscicelli, per la Regione Campania. Ricordo questo fatto perché dalla Regione arrivarono le buste per la gara di appalto che dovemmo solo aprire per certificare il vincitore e non essendoci pezzi più grossi di me (in quel giorno) nella sede Comunale, questo atto dovuto lo sbrigammo io e il segretario Berni.

Di tutti i platani, la speculazione ne diagnosticò una malattia irreversibile e come le volpi finiscono in pellicceria, i platani finirono in segheria…Per la buona parte, in quella Sita in Viale Carlo III (era notissima ma il nome del titolare non lo ricordo).

Ma non divaghiamo e torniamo ai campetti. La strada a sud delle quattro enormi aiuole era anche occupata, in parte e per tutta la lunghezza del canalone, da una serie di tubi di cemento di 4 metri di lunghezza per oltre un metro di diametro che erano “risultati ” dai lavori per la costruzione di un acquedotto o di una fogna (non posso

ricordare tutto) costruita dalla Cassa per il Mezzogiorno… erano depositati sulla strada da oltre due anni; erano di intralcio per la mobilità stradale, oltre che sito per sversare rifiuti vari.

La ruspa del buon Pasquale spinse i tubi nel canalone coprendo il tutto con i materiali di risulta che erano stati rimossi per la realizzazione di Piazza Garibaldi…il tutto gratuitamente…e Pasquale non ha mai lavorato per il Comune di Caserta.

La fogna sparì, la strada fu allargata e quello spazio è oggi occupato, in parte, da un ampio marciapiede. Realizzai così la prima bonifica casertana ( delle altre ne parleremo a tempo e luogo), un’opera di cui ancora oggi sono contento …anche se ho rischiato troppo e nessuno sa chi fu l’artefice di quella realizzazione…ma questa è un’altra storia.