VILLA DI BRIANO E DALL’EMERGENZA CORONAVIRUS SCOPPIA L’ENNESIMA VATTIATA PER I DIPENDENTI DEL COMUNE

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VILLA DI BRIANO – Manco il tempo di pubblicare attraverso la pagina ufficiale del comune l’ennesimo copia e incolla attraverso il quale, si è arrivati a mettere in asse una ordinanza per il via libera alla sospensione del pagamento dei tributi, che dall’albo pretorio attraverso una serie di atti di determinazioni si prende atto di quella che è e rimane “l’ennesima vattiata comune elargita a favore dei dipendenti”. A Villa di Briano esiste di fatto il dissesto della cassa comune, motivo per cui i servizi materiali dell’ente, da anni sono ridotti all’osso, tant’è che da parte della locale amministrazione non si è potuto non solo garantire alla popolazione l’ausilio di una mascherina per nucleo familiare, ma neanche un efficiente e reale, vista l’emergenza per pandemia, di un palliativo piano e ordinario programma di disinfestazione e sanificazione degli ambienti e del perimetro urbano delle strade del territorio. Ma dal caos di tutta questa emergenza e inettitudine amministrativa dalla quale per inesistenza del settore politiche sociali non vi è nemmeno l’accenno di un minimo di programmazione rivolto a dare un accenno solidale di aiuto alle famiglie che ormai da giorni finiscono per essere di punto in bianco catapultate nelle tenebre di quello che è un vero e proprio disagio sociale che silenziosamente dietro il monito di “un restate a casa” lentamente si sta convertendo in dramma sociale perché non si riesce ormai più a garantire un piatto per sfamare i propri figli. Ma dal dorce farniente o forse meglio, dall’alibi che il comune fosse in dissesto, motivo per cui non si potesse fare più di quanto già fatto, ossia il nulla al cubo, mentre il popolo è costretto a subire la fame e le ostilità paradossali di una emergenza pandemica consumata al suon di “megafono” inceppato, al suon di “il comune è in dissesto e nu’ tenimm e’ soldi per garantire oltre alle chiacchiere di cantina niente”… che dall’albo pretorio del comune vengono pubblicati un vero e proprio fiume di atti di liquidazioni a titolo di premi di produzione per tutti i dipendenti dell’ente comunale. Adesso credo sia giunto il momento che intervenga il Prefetto e celermente anche la “Corte dei Conti” prenda parte a questo ennesimo banchetto nuziale dal quale si evince che dalla pioggia di quattrini il fratello del sindaco, che all’attivo svolge il ruolo di vigile urbano presso l’ente dove sulla carta è sindaco il fratello, finisca per ricevere come indennità accessoria un premio di circa 5.500€ (circa undici milioni di vecchie lire), per essersi prestato a far politica di salvaguardia per il casato. Stessa ed identica sorte ed importo e toccato pure all’altro vigile urbano che nella passata competizione elettorale amministrativa, per tale causa e compagine elettorale, aveva investito il nome del figlio che non riuscì ad essere eletto. Una pioggia di soldi freschi ai dipendenti comunali girati sottoforma di indennità accessoria elargite in un momento di massima crisi mai vista storicamente prima, che partendo dalla logica “a chi nu’ grappul è a chi na’ pigna…” finisce per portare allo scoperto l’altra parte di verità organizzate, programmate e taciute che finiscono per confermare il detto “o’ sazio non crede al digiuno” finendo per condannare a morte un popolo che sembra per paura o sottomissione non riuscire a reagire ad una partita di giro consumata con il raggiro.

Raffaele Settimo