ASL 118, I MEDICI CONVENZIONATI SCRIVONO A DE LUCA

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Il servizio del 118 dell’Asl continua a far parlare di sé…Dobbiamo registrare ancora una volta e con rammarico che, in quanto a tutela e a salvaguardia di chi opera al servizio del cittadino, l’Asl di Caserta lascia molto, ma molto a desiderare. Riportiamo, a tale proposito, la lettera che 25 medici convenzionati del 118, hanno inviato al governatore Vincenzo De Luca.

  “Siamo 25 medici convenzionati del 118 presso l’Asl di Caserta dal 01/01/2020 come da delibera num. 575 del 18/12/2019, ma la nostra situazione è comune ad altri colleghi di altre Asl della Regione. Dopo anni di precariato, pensavamo di avere una svolta lavorativa definitiva con questo contratto, ma così non è stato. Siamo stanchi e sfiduciati, abbiamo famiglia per la quale ci preoccupiamo ad ogni fine turno di poter contagiare. Non siamo tutelati né da un punto di vista né professionale né previdenziale, né economico e se ci dovessimo ammalare di Covid-19 non ci spetta la quarantena retribuita. Allora ci chiediamo: prima di essere medici (attualmente in trincea) siamo lavoratori e cittadini italiani? Con i rischi ai quali siamo esposti, non ci spetta alcuna indennità? Rispetto ai nostri colleghi dipendenti, facciamo più ore di lavoro, per un compenso che è quasi la metà, non abbiamo indennità notturna né festiva, non ci spettano gli incentivi delle ore effettuate in straordinario, perché questa diversità? Perché dall’ultimo D.Leg. num. 502/92 seguito poi dal num.517/93 ed infine 299/99 l’Asl non ha più assunto noi medici del 118 come dipendenti? I nostri attuali colleghi passarono alla dipendenza nel 2009 provenendo dallo stesso nostro contratto in convenzione, senza sostenere alcun concorso e con i nostri stessi titoli. Non sarebbe fattibile una cosa analoga anche per noi? In questo delicato momento sentiamo dire che mancano i medici, che propongono contratti agli specializzandi ancor prima di avere concluso il percorso di studio, ai neo laureati. E noi che abbiamo esperienze da svariati anni? Abbiamo scritto al direttore generale, a tutti i responsabili dell’Asl, alle diverse sigle sindacali, al ministro Speranza ed ora a lei nella speranza che ci possa aiutare. Nel nostro settore fino a dicembre 2019 veniva riconosciuta una indennità pari a 5,16 euro/ora come stabilito dall’Air del 1999, ma senza preavviso, né giustificazione, la nostra Asl come altre 3 della regione ci hanno tolto questo beneficio. Siamo nella stessa regione, oppure ogni Asl interpreta la legge a suo favore e piacimento? Ci mandano come i soldati al fronte senza i dovuti DPI, in questo momento, anzi quelli abituali non li abbiamo mai avuti in dotazione, dall’inizio del nostro incarico per iniziare l’attività lavorativa (fatto questo gravissimo ed illegale). Siamo 25 medici, tutti con esperienza nel settore da svariati anni ma tutti d’accordo adesso a lasciare un lavoro che amiamo, ma per il quale non vale più la pena di lottare ed intenzionati a non aspettare altro tempo per recedere dall’attuale incarico anche considerando il momento di forte necessità se le cose non dovessero cambiare a breve. Non sappiamo questo sfogo fatto con lei a cosa ci porterà ma una domanda vogliamo porle: lei al nostro posto cosa farebbe?”