GIÀ SMENTITO CONTE CON LA SUA QUARANTENA FINO AL 13 APRILE, DE LUCA RILANCIA E BORRELLI VEDE
– di Federico Grimaldi –
Fatevene una ragione resteremo in quarantena almeno fino alle prime settimane di maggio, anche perché, secondo Vincenzo De Luca, il picco dei contagi è previsto per la fine aprile. Non è certo una di quelle notizie che fanno piacere, ma almeno questa data sembra essere la più plausibile anche secondo Angelo Borrelli, il capo del Dipartimento della Protezione Civile, questo sempre che si riesca a superare indenni le festività di Pasqua, del 25 Aprile e del 1 Maggio. Proprio le prossime festività potrebbero rivelarsi un pericolo, tale da annullare tutti gli sforzi compiuti fino ad adesso. Evitare gli assembramenti è fondamentale per contenere le infezioni, ma il governatore De Luca non si fida dei campani e forse fa bene. Con l’approssimarsi della bella stagione, sarà sempre più duro rimanere confinati nelle quattro mura di casa, e le probabilità che qualcuno evada dalla quarantena imposta si fanno consistenti. Intanto, la Campania riesce a tenere botta al boom di infezioni, e l’esodo dal nord non ha inflitto quel colpo di grazia che i medici si aspettavano, ma il presidente De Luca tra una minaccia di ricorrere al lanciafiamme e uno strale lanciato agli amanti della corsetta, lamenta ancora la mancata fornitura dei ventilatori, dei caschi e delle mascherine. Come afferma ‘O Presidente, senza fare ammuina la regione Campania è riuscita a resistere all’ondata del virus, potenziando i laboratori, portandoli da 1 a 10, istituendo ospedali COVID nelle province e realizzandone di nuovi a Napoli, Salerno e Caserta, con strutture modulari. Una bella battaglia quella che sta portando avanti il governatore, anche se pare che il virus al sud abbia attenuato sensibilmente la sua capacità infettiva, insomma sembrerebbe meno cattivo, ma non per questo bisogna abbassare la guardia, anche perché la mutazione è dietro l’angolo. Nel frattempo, il disagio sociale aumenta sempre di più, i provvedimenti tampone presi dal Governo sembrano più dei proclami che iniziative tese a mitigare le privazioni della popolazione. Una emergenza affrontata all’italiana, che per carità ha anche delle punte di eccellenza delle quali andare fieri, ma che reagisce all’imprevisto vivendolo appieno con tutti i suoi paradossi, le sue incongruenze e le sue contraddizioni. Noi, ci affidiamo al caso o al santo protettore, e come al solito questa approssimazione alla fine funziona, del resto è così che abbiamo vinto anche i mondiali di calcio, o no? Noi siamo quelli che andiamo all’interrogazione non preparati e poi confidiamo nella botta di culo, alla fine ci va bene, ma quanta paura. Amiamo il rischio? No, siamo degli istrioni geniali, capaci di scavallarcela con un colpo di teatro o con la nostra inventiva. In fondo siamo italiani, un popolo di santi, navigatori, poeti e di scienziati, però non ditelo a nessuno, perché sennò ci copiano!