118… DOVE FINISCE LA MISSION E COMINCIA LA FAKE NEWS

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(f.n.) – Un gruppo che si firma “I medici che fanno della loro professione una missione” ha inviato, per ben due volte, un comunicato che non abbiamo pubblicato, perché riteniamo sia soltanto, uno squalificante tentativo di nuocere ad alcuni medici del 118. Il sospetto nasce dalla convinzione che “i medici che fanno della loro professione una missione”, se inviano un comunicato, innanzitutto si identificano; “i medici che fanno della loro professione una missione”, non dedicano gran parte del comunicato a puntare il dito contro un collega del 118, che si era rifiutato di indossare i Dpi forniti dall’Asl e presumibilmente riconosciuti validi, dal responsabile del 118, soprattutto non lo fanno, se, come è cosa nota a tutti, quei dispostivi facevano ridere i polli; “i medici che fanno della loro professione una missione”, non inviano un comunicato, praticamente anonimo, per denunciare che alcuni loro colleghi godono del privilegio di gestire, a proprio piacimento, lo straordinario, perché “i medici che fanno della loro professione una missione” espongono le loro ragioni nelle sedi competenti, oppure portano avanti la loro missione in silenzio, ma non sparano nel mucchio, approfittando di un giornale; “i medici che fanno della loro professione una missione”, hanno onestà e coraggio ed autorità sufficienti, per rimettere alcuni infermieri “sopra le righe” al loro posto, senza lanciare insinuazioni attraverso un giornale;  “i medici che fanno della loro professione una missione” non  sbagliano registro e se desiderano difendere il direttore del 118, non corrono il rischio di farlo apparire incapace, rappresentandolo come vittima dei medici raccomandati dai politici. Quindi…se “i medici che fanno della loro professione una missione”, hanno nome e cognome e soprattutto un indirizzo email, che non frusti spietatamente l’intelligenza altrui, li dichiarino, sia pure riservatamente, e questo giornale offrirà loro tutto lo spazio possibile ed anche di più. Ma questi giochetti sono indegni e classificano senza possibilità di errore, chi li ordisce. Hasta la suerte!