CONTE CASCA SUL CODICE E RISCHIA DI TRASCINARE CON SE L’INTERO GOVERNO
ANNIBALE MARINI “C’È UNA IRREGOLARITÀ DI CONTENUTO”
– di Fausto Pillitteri – 
Dalla politica locale, oggi facciamo un salto di qualità, passiamo alla nazionale. Qualcuno obietterà affermando che si tratta sì di un salto, ma che sulla qualità c’è da discutere, e come potremmo controbattere a tale affermazione? Ma passiamo alla cruda cronaca. Anche se la notizia già circolava da qualche giorno sulle chat di quelli che contano, oggi trova fondamento in una esternazione del presidente emerito della Corte Costituzionale, che si espresso su Adkronos, in merito alla presunta incostituzionalità del decreto della presidenza del Consiglio dei ministri, affermando perentoriamente che “La compressione di un diritto di libertà, va circoscritta nel tempo. Il DPCM avrebbe dovuto fissare termini finali differenziati nelle singole misure di sospensione dei diritti di libertà. Invece non lo ha fatto”. Quindi lo stato di emergenza deliberato con il primo decreto del 31 gennaio, e che aveva fissato il termine al 30 giugno, non sembra essere bastato a Marini, tanto che aggiunge “Anche se questi DPCM, su cui c’è più di un dubbio di legittimità, trovassero fondamento nel decreto legge che ha deliberato l’emergenza, la fissazione del termine non andava definita rispetto al suo complesso ma alle singole limitazioni”. Un brutto colpo per Conte, che adesso deve passare per le forche caudine del Parlamento, dove non potrà contare su di una maggioranza certa e il rischio che vada sotto è molto probabile. La notizia porta scompiglio negli ambienti politici che sono già in fermento per le elezioni regionali, e che magari si ritroverebbero costretti a mischiare le carte in considerazione dei variabili scenari politici che si potrebbero prospettare in virtù di un eventuale prossimo election day.
