ALLE ORIGINI DEL MALE. LA PAROLA AD UN ESPERTO: ALESSANDRO SCORCIARINI COPPOLA (VIII puntata)

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 –       domande di Francesca Nardi      –          

Siamo fermi ai margini del bosco…qualcosa di impalpabile e oscuro impedisce all’anima di proseguire…qualcosa che si muove e cavalca nell’ombra come un cavaliere dell’Apocalisse, di cui si avverte l’ansimare inquietante…il frusciare freddo attraverso le nubi dense…qualcosa che alza barriere invisibili…qualcosa che ancora una volta chiede il silenzio…fino a quando

Si parla di vaccini, di antibiotici, antiparassitari, ormoni etc. ma si glissa sugli stupefacenti… eppure esistono, eppure risulta che vengano utilizzati, non è cosi anche negli allevamenti? In quale maniera ed in quali dosi e con quali effetti?

%name ALLE ORIGINI DEL MALE. LA PAROLA AD UN ESPERTO: ALESSANDRO SCORCIARINI COPPOLA (VIII puntata)“Per prima cosa torno solo per un momento alla precedente puntata per correggere un errore di battitura dove alla iperbolica cifra di 500 miliardi in più di fatturato attribuiti al comparto bufalino vanno sostituiti 500 milioni. Semmai aggiungo che quei 500 milioni potrebbero essere ancor più, unitamente al numero di occupati. Posto, infatti, che i dati ufficiali stimano che il comparto bufalino, fondi l’esistenza su 400mila capi in allevamento e in oltre 1 miliardo di € di fatturato, io immagino 1 milione di capi e quello che ne deriverebbe di fatturato e occupazione. Oltre questo, già mettere in sicurezza l’attuale, avendo modificato il modo di pensare e agire, non sarebbe poco ed è un aspetto sul quale gli interessati bene farebbero a soffermarsi. Insomma, sono fermamente convinto che le potenzialità del comparto bufalino, siano di ben lunga maggiori rispetto quelle che esprime, solo che si tratta di una questione alla quale né gli addetti ai lavori, né la politica danno ascolto forse perché è una cosa più grande di loro. A me appare davvero strano come in un’area d’Europa a vocazione agricola e turistica come lo è la Campania, dove l’occupazione rappresenta il principale problema, se parli di incrementare il comparto bufalino e dare lavoro ad altre persone sei considerato un visionario mentre troverebbe ascolto e attenzione chi si mettesse a parlare di una acciaieria o di un petrolchimico. Lo dico perché è già accaduto alla fine degli anni ’90 con la raffineria che si sarebbe voluta impiantare fra le bufale di Pastorano. Per quanto, invece, concerne la domanda che mi pone, per prima cosa va chiarito che le sedazioni profonde, le anestesie generali, quelle, cioè, che necessitano degli stupefacenti, si praticano solo agli animali di grande valore economico come i cavalli per uso sportivo e quelli d’affezione come cani, gatti, bestie da circo ecc. gli unici che, infatti, finiscono per subire importanti e costosi interventi chirurgici. Contano, come ho detto, il valore economico e il valore affettivo che, al contrario, non sussistono per le specie di allevamento, pecore, suini, bovini, bufalini etc. Per quanto concerne le dosi, queste sono commisurate al peso dell’animale e alla durata dell’intervento, con tutte le intuibili differenze che sussistono fra un cane di 2 kg e un cavallo di 500. Negli altri casi, quindi per gli interventi, ad esempio, di un prolasso dell’utero di una vacca, basterà una blanda anestesia locale praticata con un prodotto di uso comune altrimenti si procederà con l’abbattimento; motivo per cui negli allevamenti zootecnici gli stupefacenti praticamente non entrano. Analogo ragionamento per le terapie, tant’è che la brucellosi non si cura come sarebbe possibile fare e come avviene per noi umani con la tetraciclina perché gli alti costi per la terapia e il lungo tempo in cui il latte dell’animale trattato non potrebbe essere utilizzato per la caseificazione, fanno si che non sia questa la soluzione prescelta. Lo stupefacente credo più utilizzato negli interventi praticati a cani e cavalli è la Ketamina che è un potente anestetico con proprietà psichedeliche, dissociative e allucinogene. Su di essa è possibile reperire in rete, oltre i dati scientifici, anche una vasta letteratura collegata a movimenti giovanili e musicali su cui non mi soffermo ma che invito a leggere, specie per quanto concerne la bizzarra definizione di “uso ricreativo” dato a un prodotto che nel 2011 causò la morte della nota e brava cantante inglese Amy Winehouse. Quello che so è che gli stupefacenti sono esclusi dal normale canale di vendita dei farmaci per uso veterinario, per il quale è abilitato, credo sia ancora così, un canale a parte molto più controllato rappresentato da poche farmacie. Questo è il motivo per cui non può essere accusato di nulla l’agente di zona del quale ho parlato in altre puntate che ha la Ketamina o altro nel listino. Come, poi, la Ketamina, giunta in un ambulatorio per cani o in una clinica per cavalli, finisca in una discoteca, a un concerto rock o a un “rave party”, non è questione sulla quale io abbia alcun elemento per poter dare una risposta.