BIODIGESTORE & PARCO URBANO DEI COLLI TIFATINI: IL SINDACO MARINO E LE LEGGI SOTTO AI PIEDI

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–      di Nicolò Antonio Cuscunà      –                 

A Caserta il dibattito su argomenti importanti o frivoli non manca, dipende da come li si vuole intendere, interpretare ed affrontare. Delle due l’una: ” non cambia nulla”. Il Policlinico incompiuto ed abbandonato, l’emergenza Covid 19 e i ritardi dell’Ente Comune sul fronte assistenza, il nuovo logo della Reggia bello o brutto e ritirato, l’allegra gestione dello stadio del nuoto tra abusi e negligenze o le pantegane a spasso per le vie del centro, c’è solo da scrivere e decidere come pettegolare. Si può discernere di “zoccole-sulmolotti” o di Biodigestore i problemi in evidenza, dopo lo sfogatoio del web, restano tali, quasi sempre insoluti ed aggravati. Unitamente all’introvabilità in città di guanti monouso, attualissimo e preoccupante risulta l’affidamento dello studio di fattibilità per la localizzazione dell’impianto di Biodigestore concesso, con determina dirigenziale, dall’Amministrazione Marino ad un professionista di Benevento. Affidamento di studio per ipotesi di localizzazione in zona ad elevato rischio idrogeologico e in piena area del Parco intercomunale dei Colli Tifatini. La notizia ha generato impressione e scalpore, non solo per l’ipotesi del luogo scelto ma per l’affidamento in “TOTALE SOLITUDINE” posto in essere dal primo cittadino di Caserta capoluogo. Non è la prima volta del sindaco, tanto e vero s’è conquistato il privilegio d’essere appellato “PODESTA'”, nome con cui si indicavano i capi delle amministrazioni locali all’epoca in cui “governava l’uomo dal mento volitivo”. Al di là dell’ipotesi localizzativa, a nostro avviso, suscita non poche perplessità e preoccupazioni l’atto “in solitudine” col quale il podestà Marino ha affidato, lo studio di fattibilità idrogeologico.

Affrontiamo, come al solito, l’argomento visto e sovrapposto rispetto alle leggi vigenti in materia di “gestione del territorio” da parte degli EE.LL., ed in particolare sul ruolo, svolto dagli stessi, in materia di sviluppo economico.

La materia è complessa ma di semplice comprensione, sempre che la si voglia intendere…. Nel nostro Paese, l’evoluzione normativa pose una svolta con la L.142/90, autonomie locali. Sussidiarietà, economicità e esternalizzazione di funzioni e servizi divennero per gli Enti Locali caposaldo del loro impegno rispetto al territorio amministrato. In particolare in rapporto agli Organismi Istituzionali superiori: Stato e Regioni. Gli EE.LL. di fatto divenivano (delega) artefici della promozione, valorizzazione e sviluppo economico delle comunità e territorio amministrate. Semplificazione L. n.54/97 -Bassanini, L. n. 127/97 Bassanini BIS. Il decentramento, cioè il conferimento di compiti amministrativi dello Stato alle Regioni e agli EE.LL. in attuazione della 59/97 Bassanini – D.L. n.112 del 31/03/98.  Il trasferimento di FUNZIONI in applicazione del PRINCIPIO di SUSSIDIARIETA’, cioè trasmettere competenze decisionali (nel rispetto delle leggi) al livello più “basso” (vicino agli amministrati) possibile quali interventi di funzioni sostitutive – d.l. 112/98 ATTUA L’Art. 4 DELLA l. 59/97 -Bassanini-, Identifica il ruolo centrale degli EE.LL. a sostegno delle attività produttive a favore dello sviluppo locale.

Il Comune rappresenta la propria comunità e ne cura gli interessi promuovendone lo sviluppo -Art. 3 T.U. EE.LL….In particolare, l’art. 13 del T.U.EE.LL. recita: “…spettano ai Comuni tutte le funzioni amministrative inerenti la popolazione ed il territorio comunale e ne promuovono principalmente lo sviluppo economico.

Promuovere lo sviluppo sostenibile del territorio significa individuare, considerare e valorizzare le risorse e potenzialità esistenti. Si individua il cosiddetto V.C.T. = Valore Competitivo del Territorio, per cui l’Ente Comune deve spingere al massimo, con tutti i mezzi disponibili, perché il V.C.T. diventi utile ad elargire, conferire alla comunità locale, sviluppo sostenibile e ricchezza. Per risorse del territorio si intendono le insistenze locali, di area vasta, legate alle bellezze paesistiche, storico, architettonico-culturali. ambientali e agro-zootecniche. Nello specifico dell’AREA VASTA CASERTANA sono: i suoi monumenti unici e conosciuti in tutto il mondo, la Basilica di Sant’Angelo in Formis con il Museo di Capua, l’Anfiteatro ed il Mitreo di Santa Maria C.V., la Reggia, il Belvedere di San Leucio, il Borgo Medioevale di Caserta Antica, l’Acquedotto Carolino etc..

AREA VASTA- Per area vasta s’intende una zona sovracomunale, ma anche di più Province e Regioni, cioè area vasta tra più realtà amministrative locali, collegate tra loro ed aventi beni ed interessi comuni. Ad esempio per la città pilota – Caserta- per Area Vasta casertana è da intendersi il territorio orografico della catena dei Colli Tifatini lungo lo sviluppo dell’ANTICA APPIA TRANIANEA, territorio compreso tra la città di Capua e l’antica “TERRE MURATE” di Arienzo.

Non è pensabile né concepibile, e tantomeno indicato dalle leggi vigenti, lo sviluppo di un territorio solamente intentato da singole amministrazioni comunali. Solo la condivisione di obiettivi strategici comuni, azioni d’interesse dell’intero territorio possono generare sviluppo economico e sociale. Il principio della cooperazione tra Enti Locali, con riferimento a leggi regionali, nazionali ed europee possono e sono di sicuro sviluppo sostenibile a medio e lungo termine. Assetto del territorio, collocazione geografica, opere infrastrutturali e intermodali di movimentazione persone e merci sono indispensabili all’armonico sviluppo economico dell’Area Vasta.

Orbene, com’è pensabile ed in quale ambito inquadrare, la scelta solitaria del sindaco Carlo Marino, d’affidare la localizzazione del Biodigestore in pieno Parco intercomunale dei Colli Tifatini? Anche se titolare del finanziamento per la costruzione dell’utile opera, nella consapevolezza di non poter da solo garantire la funzionalità, costi benefici, 40 mila tonnellate anno di rifiuti, a fronte di scarsi 8 mila di produzione, perché non interpellare, doverosamente, i Comuni dell’area vasta casertana? Perché compromettere la risorsa parco intercomunale dei Colli Tifatini?  Queste e tante altre domande necessitano di risposte, di chiarimenti, di immediata inversione di marcia. Non è consentito all’uomo solo al comando di esautorare il Consiglio Comunale, non è permesso non coinvolgere gli altri EE.LL. interessati per logica e per leggi ad una così importante scelta. Non è consentito all’uomo solo al comando, continuare a fare scelte del ” poco maledetto e subito” senza guardare al futuro con progettualità utili a proiettare Caserta nella storia. Non è consentito a nessuno “ritornare indietro nella storia”. Non si consentirà a nessuno!