ROMA – Niente reddito di cittadinanza per le vittime del racket, è questo che emerge da una interrogazione parlamentare presentata dal sen. Claudio Barbaro (Lega) ed indirizzata al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Nunzia Catalfo, ed al Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede.
Il caso, citato dal Senatore nel testo dell’interrogazione, riguarda «il signor P.M., presidente dell’Associazione Antiracket-Antimafia, che dal 2013 opera attivamente nel brindisino, si sarebbe visto sospendere, per mere questioni formali, l’erogazione del reddito di cittadinanza, cui aveva diritto, in quanto costretto nell’indigenza dopo aver denunciato alcuni affiliati alla Sacra Corona Unita, condannati in primo grado a pene fino a otto anni per estorsione e associazione a delinquere».
La vicenda, prosegue Barbaro, «impone una riflessione sulla tutela delle vittime del racket e delle mafie, in particolar modo di coloro che sono stati anche collaboratori di giustizia; l’assenza di misure assistenziali specifiche per chi denuncia l’opera criminosa delle mafie grida giustizia, anche perché, spesso, costoro subiscono isolamento sociale o comunque insostenibili difficoltà a riprendere una vita ordinaria».
Per questa situazione – assolutamente grave ed ulteriormente inficiante per quanti si impegnano in attività antiracket, privi di ogni forma di salvaguardia – il Senatore della Lega ha chiesto quali iniziative «intendano assumere i Ministri in indirizzo al fine di predisporre interventi di garanzia e sostegno alle vittime delle mafie, idonei ad assicurare loro una vita dignitosa ed una solerte reintroduzione nel contesto sociale e produttivo».