L’INCHIESTA HA SCOPERTO UN SISTEMA DI MAZZETTE PER PILOTARE APPALTI DA 600 MILIONI DI EURO
La Sicilia, questa mattina, si è svegliata scossa da un vero terremoto giudiziario. Antonino Candela, attuale coordinatore della struttura per l’emergenza Covid-19 sulla grande isola, è stato arrestato dalla Guardia di Finanza nell’ambito di un’inchiesta su corruzione e appalti pilotati nella sanità.
Candela si trova ora ai domiciliari. L’indagine ha fatto scattare le manette anche ai polsi dell’attuale direttore Generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Trapani, Fabio Damiani.
L’operazione “Sorella Sanità”, ha portato all’esecuzione di 12 misure cautelari: due indagati sono in carcere e otto ai domiciliari, mentre per altri due è scattato il divieto temporaneo di esercitare attività professionali, imprenditoriali e di pubblici uffici.
Le Fiamme Gialle hanno ricostruito un centro di potere composto da imprenditori, pubblici ufficiali corrotti e gli immancabili faccendieri che avrebbero creato un sistema che consentiva di lucrare indebiti e cospicui vantaggi economici nel settore della sanità pubblica”.
È l’ipotesi descritta dagli inquirenti che hanno fatto scattare questa mattina il blitz a Palermo, dopo una lunga indagine correlata da intercettazioni, pedinamenti e analisi dei flussi finanziari.
Per gli investigatori “le articolate fasi del sistema corruttivo ruotavano introno alle gare indette dalla Centrale unica di committenza della Regione Siciliana e dall’Asp 6 di Palermo”. Le indagini fanno ipotizzare agli investigatori l’esistenza di “trame sottese all’accaparramento di appalti milionari” nel settore della sanità siciliana.
L’inchiesta ha acceso i riflettori su quattro appalti pubblici per complessivi 600 milioni di euro, aggiudicati a partire dal 2016, che sarebbero stati inquinati da “condotte di turbativa”: uno per la gestione e manutenzione di apparecchiature elettromedicali, bandita dall’Asp 6 di Palermo, del valore di 17 milioni e 635mila euro; un altro per i servizi integrati di manutenzione di apparecchiature elettromedicali bandita dalla Centrale unica di committenza del valore di 202 milioni e 400mila euro; una terza gara riguardava la fornitura di vettori energetici, conduzione e manutenzione impianti tecnologici, messa in piedi dall’Asp 6 e del valore di 126 milioni e 490mila euro; un quarto appalto per i servizi di pulizia destinati agli enti del servizio sanitario regionale, bandita dalla Centrale unica di committenza per un costo di 227 milione e 686mila euro.
Oltre a Damiani, di 55 anni, in carcere è finito anche il 44enne Salvatore Manganaro, originario di Agrigento e considerato “faccendiere di riferimento” dell’attuale Dg dell’Asp di Trapani. E come e per Candela sono stati disposti i domiciliari anche per: Giuseppe Taibbi, 47 anni, di Palermo, indicato come il “faccendiere di riferimento” dell’ex manager dell’Asp di Palermo; Francesco Zanzi, 56enne di Roma, amministratore delegato della ‘Tecnologie Sanitarie Spa’; Roberto Satta, 50enne di Cagliari, responsabile operativo della ‘Tecnologie Sanitarie Spa’; Angelo Montisanti, 51enne di Palermo, responsabile operativo per la Sicilia di ‘Siram Spa’ e amministratore delegato di ‘Sei Energia Scarl’; Crescenzio De Stasio, 49enne di Napoli, direttore Unità business centro sud di ‘Siram Srl’; Ivan Turola, 40enne di Milano, considerato “referente occulto” di ‘Fer.Co srl’; Salvatore Navarra, 47enne di Caltanissetta, presidente del Consiglio di amministrazione di ‘Pfe Spa’. Il divieto temporaneo di esercitare attività professionali, imprenditoriali e pubblici uffici riguarda Giovanni Tranquillo, 61enne di Catania, considerato dagli inquirenti “referente occulto” di ‘Euro&Promos Spa’ e di ‘Pfe Spa’, e Giuseppe Di Martino, 63enne di Polizzi Generosa (Palermo), ingegnere e componente di commissione di gara.