RICOSTRUZIONE STADIO PINTO? I CASERTANI DEVONO ESSERE INFORMATI!

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 –          di Nicolò Antonio Cuscunà        –              stadio pinto artistica scaled RICOSTRUZIONE STADIO PINTO? I CASERTANI DEVONO ESSERE INFORMATI!Non è sufficiente l’enfasi emotiva di un pugno di delegati a termine, per decidere le sorti della città. Non si può affidare ad una delibera d’intenti le sorti e la storia della città, del suo assetto urbano e del futuro sviluppo sociale ed economico, solo per amore del calcio cittadino. L’istituto del Project Financing, normato dal legislatore, non può né deve essere proposto se non con attenta analisi e studio per l’importanza e delicatezza attribuita a tale soluzione di finanziamenti.

DICHIARAZIONE di PUBBLICA UTILITÀ, questa e solo questa la delibera approvata nel consiglio comunale della città capoluogo, martedì 16 giugno 2020. Abbattimento per la ricostruzione dello “stadio di calcio di viale Medaglie d’Oro intitolato ad Alberto Pinto. Cioè, l’amministrazione Comunale a guida Carlo Marino intenderebbe, a fine mandato, affidare a privati la realizzazione di quest’opera faraonica. Opera sicuramente utile, importante ma di fatto stravolgente la città, per impatto ambientale. Progetto “rivoluzionario e provocatorio”, come ama dire l’assessore ai LL.PP., architetto Alessandro Pontillo, progetto talmente utile da “proiettare la città ai livelli più alti italiani ed europei”. Durante la presentazione della delibera di “buoni intenti”, in un Consiglio Comunale dichiarante affettuosità d’amorosi sensi alla Casertana Calcio ed alla sua storia, non molti si sono soffermati ad analizzare l’aspetto tecnico-giuridico-finanziario e non solo da vagliare attentamente per rendere possibile la realizzazione di una “provocazione-sogno in realtà-concreta”. Concordiamo anche sull’aspetto iniziale, embrionale, della delibera di solo PARERE di PUBBLICA UTILITÀ, nella consapevolezza che per realizzarla, l’opera abbisogna di “attentissimi studi previsionali”. Caserta non può permettersi errori, errori ingiustificabili, errori inimmaginabili, errori che potrebbero costarle amari risvolti epocali. Caserta non può paragonare l’opera, del NUOVO ATTRATTORE STADIO, ad altre differenti ma simili realtà. Non è intellettualmente onesto paragonare Caserta a città europee o anche, se provinciali come Frosinone, non simili per struttura urbana, storia economica e dinamiche d’interventi. Basta ricordare semplici elementi non combacianti tra le due città capoluogo, Caserta e Frosinone, per dimostrare che la costruzione in Project Financing dello stadio Benito Stirpe ha avuto altre storie. L’assetto urbano della città laziale è differente, quella realtà ha una diversa, efficiente struttura di mobilità sostenibile, basti pensare alla stazione porta e alle corsie preferenziali del T.P.L. Ugual cosa non può vantare la nostra Caserta.  Le motivazioni che obbligano le attente indispensabili riflessioni (non come la baraonda avvenuta in consiglio comunale) sull’affidamento in Project Financing, non trovano giustificazione nelle “difficoltà finanziarie dell’Ente Comune, due dissesti e mezzo. Al contrario, le difficoltà finanziarie obbligano l’amministratore, con nel cuore gli interessi della città, a non delegare “future copiose risorse-ricchezze” a privati collettori di soli ed unici interessi di parte. Quali garanzie s’intendono prendere per impedire alla città di Caserta, di diventare inerte spettatore d’affari “costruiti alle Sue spalle? Il progetto del nuovo stadio Alberto Pinto quali garanzie presenta alla città di non subire un “nuovo e più drammatico” collasso nell’economia e nell’assetto urbano? Progettare in quella “striminzita” area un colosso contenente attrattori sportivo-ludici, culturali, commerciali, assistenziali senza i giusti assetti urbani di circolazione e di carico antropico e come innestare una bomba atomica in una città già rudere e deserto di se stessa.

Affidare in Project Financing un’opera lasciando credere al solo carico economico di privati è riduttivo, fuorviante e non veritiero. La cordata di imprenditori, oppure il solo imprenditore individuato, benedetto, graziato, col P.F., diventa di fatto beneficiario di risorse principalmente pubbliche. Al rimanente ci penseranno Istituti di Credito agevolato…e …varie ed eventuali. Insomma, il Project Financing è una vera manna per i beneficiari. A questo si aggiunga, se risponde al vero, la volontà di lasciare in gestione l’opera -manna dal cielo e pozzo di San Patrizio- per 99 anni. No, non è possibile. L’amministrazione comunale di Caserta ha il dovere d’informare la città, ha il dovere d’interrogare le forze vive della città, ha il dovere d’indire la conferenza dei servizi quanto più ampia possibile. Non è sufficiente un distratto ed “ignorante” (che ignora) consiglio comunale, votante col solo entusiasmo emozionale per amore alla maglietta della squadra del cuore, a IPOTECARE IL FUTURO DELLA CITTÀ.

Le vigenti leggi in materia di Lavori Pubblici, dalla 109/94 alle successive modifiche ed integrazioni – L.415/98 art.37 bis- Merloni/ter art. 153 L.152/2008- riferiscono tutte all’art 97 della Costituzione italiana : ” …l’attività amministrativa nei Lavori Pubblici deve garantire qualità, efficienza, efficacia con tempestività, trasparenza e correttezza nel rispetto del diritto comunitario e libera concorrenza tra operatori…”….Studio d’inquadramento ambientale, territoriale, fattibilità, progetto preliminare, bozza di convenzione, piano economico finanziario, solvenze delle imprese certificate da istituto di credito, sono indispensabili certezze d’attuare,  prima di continuare ad illudere la città.

Affidare a gara la, eventuale, realizzazione del progetto e non “incarico di parte”, questo e solo questo il corretto iter-procedurale per trasformare i sogni in realtà. Affidamento in gara rispetto liberi concorrenti, compreso il promotore, procedura concorsuale garante degli “interessi pubblici”. Concorrente/i ed aggiudicatario/i dovranno mantenere, per tutta la durata della procedura e dell’esecuzione dell’opera, i requisiti documentali posseduti al momento della partecipazione. Quest’aspetto è il più delicato, per cui l’Ente Comune non può smarrirsi sulla severità delle procedure, pena il fallimento del progetto con la fine assicurata del “sogno casertano del nuovo stadio”.

Di fatto, con la delibera “DICHIARAZIONI D’INTENTI”, per l’abbattimento e ricostruzione del nuovo Stadio di Calcio Alberto Pinto, l’amministrazione di Carlo Marino ha iniziato col prendere il piccone e la vanga per scavare il fosso per la messa in opera dell’idea progetto e non della ” prima pietra” dello stadio.

Tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare, e, nel nostro caso, c’è di mezzo un tratto di mare tempestoso ed imprevedibile come: “Capo Horn”.