DIRITTO E GIUSTIZIA (terza parte)

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       –     di Ciro Esposito       –              racconto caserta ciro esposito scaled DIRITTO E GIUSTIZIA (terza parte)

La chiusura della parte seconda parte de “l’eta de Justice” sostituisce “l’eta de droit” (un francesismo) mi dà l’opportunità di parlare delle altre amenità(usai questo termine per sdrammatizzare la complessa vicenda del complotto architettato ai miei danni ) ma devo partire da lontano per meglio chiarire, coi fatti che potrebbero, apparire marginali, i motivi delle animosità che mi procacciavo…quelli del PCI mi volevano, semplicemente morto, anche fisicamente, come qualche socialista e molti democristiani …Erano nemici a prescindere, non avversari politici …ero l’ostacolo! Prima, però, rispondo a una precisa domanda: Nicola era uno tra i migliori dipendenti che lavorava al Comune di Caserta insieme a pochi altri che ho avuto il piacere di conoscere: è Nicola Fiorillo… che non definisco ottimo lavoratore perché è mio amico ma perché insieme a Ciocia, Berni Canani, Pallisco, Signore, Corcione Mariano, Pinto e qualche altro rappresentavano l’anima del Municipio… Ho avuto l’onore di starci accanto. A quei collaboratori è sempre andato il mio rispetto per l’uomo e la professione ed ero contraccambiato. Ne spiego il motivo: se un amministratore vuole essere rispettato deve dimostrare di vedere lontano, di avere le ricette giuste per la città e avere la capacità di gestire ogni circostanza…deve rispettare perché il rispetto viene dal rispetto e, soprattutto quando si vuole consenso necessita avere il coraggio di pensare in proprio anche sbagliando e avere l’animo sgombro da pregiudizi ideologici… Non mi ha mai preoccupato la fede politica dell’individuo ma la sua onestà mentale. A quei tempi tutto era oggetto di spartizione, anche i posti di lavoro venivano divisi in proporzione alla forza che si aveva e anche l’opposizione, che poi faceva le sceneggiate in Consiglio, partecipava …e non dicessero che non è vero: IO C’ERO e mi creavo sempre più inimicizie perché quando bisognava spartire pretendevo la mia giusta parte, non la concessione…con me o si rispettavano le proporzioni o non si “quagliava.” Ma estraiamo dal cilindro alcuni avvenimenti che mi procuravano le avversioni.

Ero assessore al Commercio quando all’angolo tra via Crispo e via Turati, vicino al negozio di Setaro, lavoravano due fruttivendoli…Tonino Capasso di Frattamaggiore vendeva solo banane e Carnevale, detto Ciaccariello, di Caserta vendeva frutta e verdure…Un pezzo quasi grosso del Comune ,(sarebbe meglio definirlo pezzo di Merda…ma non posso usare turpiloquio)…si recava spesso da Tonino; prelevava le banane e invece di saldare il conto porgeva una banconota da cambiare e mascherava il mancato pagamento…Mi riferirono la cosa e richiamai , con molto garbo e circospezione, il “malandrino” che per tutta risposta mi denunziò per minacce a pubblico ufficiale… dovetti difendermi ma con me si schierarono i vigili Scola e Smarra….quindi , quel “pezzo“, divenne un nemico mortale che si aggiunse agli altri che mal vedevano la mia operosità e le mie iniziative solitarie: pretendevano di governare anche il settore di mia competenza …la definivano concertazione, mentre il loro orticello lo coltivavano da soli . Ero assessore al Corso pubblico e un pomeriggio che dovevo partecipare alla Giunta partii, da via Volturno, in ritardo e per fare presto infilai, contromano, tutti i sensi unici fino a Piazza Vanvitelli…nessun vigile mi fermò perché il vigile aveva abbandonato il posto di lavoro …pittava. Giunto nel mio ufficio mi feci portare il registro delle presenze e vi scrissi, a caratteri cubitali l’accaduto, qualificando malamente il protettissimo vigile…mi inimicai buona parte dei vigili urbani per i termini usati. Davo fastidio; vi fu un rimpasto e mi nominarono Delegato del sindaco per le frazioni del Quartiere di Casertavecchia. Gli uffici della Delegazione e lo studio del medico condotto versavano in uno stato penoso. Convocai i miei amici e gratuitamente, ristrutturammo i locali. (intervennero il Fabbro, il falegname e l’imbianchino e fornii, a mie spese, anche alcune suppellettili.) Apriti cielo…Gli uffici dovevano rimanere così come li avevo trovati perché il medico condotto, Stefano Giordano, era comunista. Feci rilevare che gli uffici comunali, a prescindere dal medico o dal Delegato del Sindaco, rappresentavano le Istituzioni e andavano tenuti decorosamente …davo fastidio ed era la seconda volta che a Casertavecchia non mi comportavo bene…avevo già osato celebrare il 25 Aprile portando la corona al monumento aggiungendo qualche parola per l’occasione …fui accusato di parlare e…. la D.C. mi fece togliere l’incarico!

Diventato Assessore per le finanze e vicesindaco, in occasione della assenza del sindaco, mi portarono il fascicolo che riguardava i lavori di riattamento della casa di Cuscunà Nicolò, in via Vico… autorizzazione data sacrosantamente, non da me, che avrei dovuto solo revocarla. La motivazione ufficiosa era: questo è fascista…che cazzo significava? Mi rifiutai categoricamente e nessuno ha mai revocato quella autorizzazione …avevano trovato lo stronzo dalla firma facile…pensavano. Tempo dopo, sempre col sindaco fuori sede, (cosa strana) fu la volta del prof. Farina di Sommana …noto comunista! Mi portarono il fascicolo con la licenza edilizia giustamente rilasciata e lavori mai iniziati; mi chiesero di revocarla…guardai gli atti che erano in regola con il P.R.G. e presi tempo. Chiamai il professore; capii i fatti, lo consigliai e rimandai il fascicolo a chi lo aveva portato…le ideologie non hanno mai condizionato le mie decisioni di amministratore e questo mi procurava altri nemici…ero disobbediente ai desiderata altrui… mi divertiva ma faceva incazzare i nemici che aumentavano.

Per il prosieguo vi rimando alla prossima…