I GRILLINI E QUEI SOSPETTI RAPPORTI CON IL REGIME VENEZUELANO

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           –     (da un articolo di Giovanni Giacalone)     –              MADURO GRILLO I GRILLINI E QUEI SOSPETTI RAPPORTI CON IL REGIME VENEZUELANO

“La questione dei rapporti tra il regime di Nicolas Maduro e il Movimento 5 Stelle rischia di ampliarsi, al di là della faccenda sulla presunta valigetta con i 3,5 milioni di euro inviata nel 2010 dall’esecutivo venezuelano al partito fondato da Beppe Grillo e Gian Roberto Casaleggio, tramite mediazione del consolato di Caracas a Milano, faccenda sulla quale spetterà agli inquirenti fare chiarezza.

Stanno infatti emergendo tutta una serie di elementi che mostrano dei legami piuttosto evidenti tra governo venezuelano e grillini. Del resto questi ultimi non hanno mai nascosto il sostegno nei confronti di un sistema sempre più compromesso a livello internazionale, definito da Stati Uniti, Colombia ed esuli venezuelani un “narco-Stato” ed incastrato in consolidate relazioni con Iran, Hezbollah e Farc

Riguardo alle relazioni intrattenute dal Movimento 5 Stelle con gli uomini del regime di Maduro, come già illustrato dal giornalista e reporter di guerra Fausto Biloslavo: “se i grillini non hanno preso i soldi del Venezuela, ammesso che il documento dell’intelligence sia falso, le foto e la realtà politica dei rapporti con il regime di Nicolas Maduro sono veri e autentici”.

Nel marzo del 2017 infatti i pentastellati Manlio Di Stefano (attuale sottosegretario agli Esteri), Vito Petrocelli (oggi a capo della Commissione Esteri) e Ornella Bertorotta venivano immortalati a Caracas, in occasione dell’anniversario della morte di Hugo Chavez, assieme a Raul Octavio Li Causi Perez, viceministro degli Esteri con delega per i Caraibi, ben posizionato all’interno dei meccanismi finanziari del regime, presidente della West Indies Oil Company Limited e del Banco de la Alianza Bolivariana para los Pueblos de Nuestra América, una banca chiaramente di stampo chavista.

Di Stefano veniva immortalato anche con Delcy Rodriguez, all’epoca ministro degli Esteri, nominata vicepresidente del Venezuela nel giugno del 2018 con delega politica ai servizi segreti (Sebin). Pochi mesi dopo, la Rodriguez veniva sanzionata da Canada, Messico, Colombia, Unione Europea e Svizzera mentre gli Stati Uniti la accusavano di corruzione. Nonostante ciò, lo scorso gennaio la Rodriguez riusciva ad incontrare in un’area passeggeri dell’aeroporto di Madrid il ministro dei Trasporti spagnolo, José Luis Ábalos, figura di spicco del Partito Socialista spagnolo. Commentando il fatto, Maduro disse che la Rodriguez aveva poi proseguito il viaggio verso altri Paesi per portare a termine interessi nazionali.

Biloslavo illustrava poi che a febbraio un gruppo di parlamentari del M5S tra cui Emilio Carelli, Alberto Airola e Gianluca Ferrara si erano fatti fotografare a Roma assieme al viceministro di Maduro per l’Europa, Yvan Gil, esponente che neanche la Farnesina voleva incontrare, suscitando così le ire dei grillini. Lo stesso Gil aveva dichiarato come “occorrono cambiamenti strutturali nei paesi capitalisti, che cerchiamo di favorire nonostante la complessità e la frammentazione esistente nei movimenti popolari in Europa”.

Intanto entra in scena anche Giovanni Favia, ex consigliere regionale del Movimento 5 Stelle in Emilia Romagna, che illustrava come nel 2010 fosse stato contattato via mail da diplomatici venezuelani: “Mi invitarono in ambasciata. Si dicevano nella mail interessati a conoscere e a prendere contatto con il movimento. Non mi era mai successo di essere avvicinato da una potenza straniera”.

Insomma, al di là della questione dei 3,5 milioni di euro (su cui è ancora tutto da appurare) non si può certo ignorare la vicinanza del Movimento 5 Stelle per il regime di Caracas, una faccenda che rischia di diventare sempre più imbarazzante”

P.S. Ormai è evidente che questi seguaci dell’inguardabile guitto genovese non sono solo degli incapaci ma anche dei pericolosi dilettanti allo sbaraglio che con gli accertati contatti con uno dei maggiori Paesi eversori mondiali rischiano di mettere a serio rischio la sicurezza nazionale.

Pur essendo profondamente rispettoso della democrazia a questo punto ritengo che tutta la lunga serie di elementi emersi fino ad oggi (le strane e sospette elezioni plebiscitarie in Sicilia, la liberazione dei boss mafiosi, i rapporti con i principali centri eversivi del Mondo, gilet gialli, Cina, Iran, Venezuela) sia indicativa di un movimento che persegue segretamente fini sovversivi e comunque contrari agli interessi nazionali per cui deve essere messo al più presto al bando dalla legalità istituzionale prima che faccia altri e più irreparabili danni.

Michele Falcone%name I GRILLINI E QUEI SOSPETTI RAPPORTI CON IL REGIME VENEZUELANO