CASERTA – In una nota il Movimento Docenti Caserta affronta la questione dei trasferimenti .
“Ci sorge un dubbio…. Sono tutte concentrate in due categorie di docenti gli aventi diritto alla precedenza? C’è qualcosa in questo lavoro che mina la salute dei docenti d’infanzia e primaria? Si, perché gli esiti, anche quest’anno, non hanno lasciato spazio alla fantasia, in Provincia di Caserta i posti messi a trasferimento, per infanzia e primaria, sono stati tutti assegnati alle ‘Precedenze previste dal CCNI”, ovvero a colleghi che usufruiscono di L. 104/92 o che necessitano di cure continuative per gravi patologie, ecc. come avviene ormai dal 2012 (unica eccezione l’anno 2016, dopo la catastrofica “Buona Scuola”),
Riconosciamo che la legge alla quale si ricorre è baluardo di legalità e valori inalienabili, un diritto importante riconosciuto a chi ha gravi problemi di salute che vanno sempre tutelati ma, l’incidenza e la concentrazione di trasferimenti per possessori di precedenze in un’unica area, oltre allo sconforto, porta a pensare che o c’è qualcosa in questo lavoro o ci sono un po’ di “sciacalli”. Ovvero persone che ‘abusano’ di tale legge, a scapito anche di chi ha reale diritto, approfittando di incertezze nella norma, che mai nella sua ideazione aveva potuto prevedere tale aumento di ‘malati’ in un unico comparto di lavoratori.
A parte il discorso morale, tutto ciò pone in evidenza una problematica seria: anche chi è ‘sano’ è soggetto portatore di diritti, e come tale va tutelato dalla legge. Dopo una accurata ricerca e dopo un attento esame dei dati, che vede tale situazione aumentare e aggravarsi di anno in anno, è opportuno che sia gli Organi Locali che quelli Nazionali, intervengano a livello legislativo.
Come MOVIMENTO DOCENTI CASERTA in collaborazione con numerosi associazioni e gruppi di docenti siamo convinti che bisogna stabilire una percentuale anche per chi NON ha precedenze. Occorre che gli organi competenti si facciano carico della situazione e cerchino delle soluzioni, inoltre ci sentiamo di proporre anche un’indagine medica su tutti i docenti, per cercare di capire cosa succede in questa categoria di lavoratori che si ammala, tra l’altro gravemente, solo in alcune province d’Italia, e, stranamente, non in modo casuale, ma seguendo un iter ben preciso: solo i docenti di infanzia e primaria che hanno le sedi fuori provincia si ammalano. Deve esserci un virus nell’aria ben più insidioso del Covid-19”.