MAXITRUFFA SULLE ASSICURAZIONI, IN 16 IN MANETTE

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cc frode assicurativa MAXITRUFFA SULLE ASSICURAZIONI, IN 16 IN MANETTECASERTA – Finiscono in arresto 16 persone (2 in carcere, 8 ai domiciliari, 4 all’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria e 2 con l’obbligo di dimora) nelle province di Caserta, Napoli e Isernia con le accuse di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di un numero indeterminato di reati, riconducibili nelle fattispecie incriminatrici della truffa aggravata, autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, esercizio abusivo di attività assicurativa e di intermediazione assicurativa, nonché uso di marchi e segni contraffatti. Oltre ai 16 arresti, sono stati eseguiti 14 decreti di perquisizione domiciliare, un decreto di sequestro preventivo in due sale slot e scommesse, 17 società di rivendita di autovetture (10 senza sede fisica), una società di commercio di abbigliamento, un negozio di abbigliamento, vari immobili ubicati nelle province di Caserta e Isernia, un motoscafo, svariate autovetture e rapporti finanziari, oltre al sequestro di nove siti internet tuttora attivi. Le indagini iniziano nel 2017, con il Nucleo Investigativo Carabinieri di Milano ha iniziato una approfondita attività di analisi dopo un numero considerevole e costante di denunce presentate dai maggiori gruppi assicurativi in cui si denunciava la commercializzazione di polizze assicurative RCA false. Nel gennaio 2018 l’indagine è stata trasferita alla Procura di Santa Maria Capua Vetere; dopo due anni di ricerche è stata accertata l’esistenza di un’associazione a delinquere esistente almeno dal 2012 e operante a Cancello Arnone, Castel Volturno e Villa Literno. L’organizzazione era dedita alla contraffazione e commercializzazione di polizze assicurative RCA temporanee, semestrale e annuali, a mezzo di svariate decine di siti web. I proventi delle truffe venivano reinvestiti accreditandoli su diverse postepay intestate a dei prestanome, che a cadenza quotidiana ritiravano il denaro e lo distribuivano in parte ai sodali come compenso fisso o a percentuale, mentre il resto restava nella disponibilità dei vertici dell’associazione che lo reinvestivano attraverso la costituzione e/o il finanziamento di una serie di società agli stessi riconducibili, spesso attraverso la schermatura di intestatari fittizi. Basti pensare che i proventi di una ‘giornata di lavoro’ oscillavano tra i 5000 ed i 10000 euro. Nel corso delle investigazioni sono stati individuati ed oscurati almeno 78 siti internet. La struttura criminale agiva in questo modo:

  • Veniva creata una piattaforma telematica attraverso un sistema di anonimizzazione composito e accurato, con siti allocati su server esteri, numeri di telefono virtuali, sim intestate in maniera fittizia;
  • Dopo la creazione del sito, venivano acquistati da Google i privilegi di priorit per rendere visibili i link riconducibili all’associazione;
  • i telefonisti addetti alla risposta erano organizzati su due call center, periodicamente dislocati in sedi diverse per eludere le investigazioni;
  • l’impiego era distribuito su turnazioni prolungate dalle 9 alle 19 dal lunedì al venerdì e dalle 9 alle 13 il sabato.
  • Era presente addirittura la figura del team leader.

I capi dell’organizzazione, i fratelli Federico e Dionigi Catena di Villa Literno, erano noti in paese per il loro alto tenore di vita. I due principali collaboratori, Salvatore Piccerillo e Antonio Di Dona, sono risultati proprietari, attraverso lo schema delle teste di legno, di varie società di vendita autovetture e di due sale slot, un negozio di abbigliamento e vari terreni, tutti profitti dei proventi illeciti.