CELLOLE: GLI ABUSI EDILIZI DI BAIA DOMIZIA DI NUOVO ALLA RIBALTA DEL TG3, L’ANALISI DI APPIA POLIS

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di Salvatore Zinno

pantano 1 scaled CELLOLE: GLI ABUSI EDILIZI DI BAIA DOMIZIA DI NUOVO ALLA RIBALTA DEL TG3, L’ANALISI DI APPIA POLIS
Foto simbolo dell’anarchia del Pantano

Eccoci di nuovo in onda, di nuovo in televisione, a parlare della cittadella abusiva di Cellole, che da anni fa bella mostra di se – per usare un eufemismo – nel “Pantano” di baia Domizia, e che costituisce un vero e proprio villaggio vacanze low coast, il quale in se rappresenta l’esatta negazione di qualsiasi criterio amministrativo/urbanistico e di ogni logica turistico/imprenditoriale.

Ma andiamo con ordine, già un anno fa se ne era occupato il TG3 della Campania, con un servizio confezionato dal bravo giornalista Geo Nocchetti, il quale mise in evidenza le storture della faccenda intervistando un ex dirigente della Regione Campania, che aveva provato ad affrontare la questione senza ottenere successo; inoltre, diede parola anche al coraggioso giornalista Pietro Falco che una decina di anni fa, dalle pagine del Corriere del Mezzogiorno, per primo accese i fari sulla “bidonville di Pantano”.

Ieri, Geo Nocchetti, è tornato sul luogo del delitto per documentare l’azione della Procura della Repubblica di Santa Maria C.V., la quale sta operando numerosi abbattimenti proprio in questi giorni.

Abbattimenti che hanno trovato una notevole accelerazione proprio in concomitanza con il lavoro giornalistico di Nocchetti dell’anno scorso, e a noi, senza falsa modestia, piace pensare di aver contribuito sommessamente con i nostri numerosi articoli sull’argomento (https://www.appiapolis.it/2019/07/17/cellole-annunci-e-meriti-immeritati-lamministrazione-cerca-di-uscire-dallangolo-dellaffaire-pantano-village/), (https://www.appiapolis.it/2019/07/10/la-baraccopoli-di-pantano-dopo-le-cause-ecco-gli-effetti/ ), solo per citarne alcuni.

Questa la premessa, dalla quale è importante partire per una corretta analisi della questione.

Ma i servizi giornalistici di ieri (visibili nell’edizione delle 14:00 e delle 19:30 del TG regionale), hanno messo in evidenza l’aspetto più inquietante della intera faccenda della bidonville di Pantano, ovvero le connivenze o le complicità di cui hanno goduto coloro che hanno edificato abusivamente su un suolo inedificabile, ovvero i così detti “pantaneros”, come vengono definiti gli abitanti di quelle case-vacanze. Perché quando una persona che sa di aver compiuto un illecito, un abuso, mostra le bollette dell’IMU o della tassa sui rifiuti o gli atti notarili che legittimano il suo abuso, ha inevitabilmente goduto di complicità e appoggi non sostenibili.

Parliamo di decenni di silenzio omertoso da parte di chi aveva il dovere politico e morale di difendere la zona da quello che si è dimostrato con il tempo, un vero e proprio saccheggio edilizio di un’area a destinazione unicamente agricola con un valore ambientale e naturalistico unico. Parliamo di quegli amministratori pubblici che hanno governato Cellole per decenni, che da un lato hanno chiuso gli occhi dinanzi allo scempio, e dall’altro hanno favorito quegli insediamenti ricavandone almeno due importanti utilità.

Un’utilità innanzitutto in termini finanziari per l’economia del centro comunale, infatti Cellole negli ultimi vent’anni è cresciuto molto dal punto di vista infrastrutturale, proprio grazie agli extra-gettito provenienti dalle centinaia di pratiche di condono riguardanti la bidonville di Pantano e grazie anche ai soldoni ricavati dalle concessioni in sanatoria rilasciate impropriamente a oltre 800 abitazioni del pantano (fonte Umberto Sarno – consigliere delegato all’ambiente della giunta Compasso – in occasione di pubblica audizione in Commissione Ambiente della Regione Campania nel 2019).

Impropriamente, si!

Perché su quella zona, come abbiamo ripetuto mille volte, insiste il vincolo della legge Galasso del 1984, i cui decreti attuativi non consentivano di presentare istanze di condono; norma furbescamente aggirata con la presentazione di autocertificazioni – avete letto bene AUTOCERTIFICAZIONI – nelle quali i liberi professionisti assoldati dai “Pantaneros” dichiaravano che l’abitazione era stata costruita prima del 1985, anno di entrata in vigore della legge Galasso.

Tutto ciò, senza che nessun geometra comunale o tecnico della Soprintendenza, si sia mai preoccupato di andare a fare una verifica con un’aerofotogrammetria da sovrapporre alla zona richiamata dall’autocertificazione per vedere davvero se la casa c’era o non c’era. Da veloci informazioni raccolte, abbiamo appreso che i comuni sono in possesso di aerofotogrammetrie già dai lontani anni ’60; quindi non abbiamo scoperto nulla di eclatante, ma già questa ipotetica negligenza ci fa pensare alla connivenza.

A proposito dei liberi professionisti (geometri per lo più, ma anche qualche Ingegnere o Architetto) che hanno accompagnato negli anni i Pantaneros nelle loro richieste di condono, è eclatante il ricordo consegnatoci da un anziano possessore di una delle ville abusive, il quale ci ha raccontato un aneddoto: “ricordo che sul finire degli anni ’80, un gruppetto di Geometri del posto, avevano piazzato un container nella zona di Fontanavecchia e ci avevano messo il cartello “ufficio condono”, e in questo container ci ricevevano per farci firmare le pratiche di condono e prendersi gli acconti che ci chiedevano. Spesso in questo container ci veniva anche qualche geometra del comune di Cellole, che ci dava qualche consiglio su come fare o non fare per accelerare le costruzioni; tanto i vigili non passavano perché così avevano ordine. Ricordo bene anche i nomi di questi geometri del container, due erano di Cellole e uno di Piedimonte di Sessa. Ricordo anche che tutti, ogni volta che si votava, ci chiedevano il voto”!

Queste gravi dichiarazioni, ci tornano utili per indicare la seconda delle importanti utilità di cui il territorio cellolese ha goduto: quella dei voti. Aver permesso a queste persone, di costruirsi un sogno come può essere quello di possedere una “casa al mare” senza troppe spese, si è puntualmente trasformato in una successiva chiamata alle urne. Infatti queste persone, la maggior parte di loro residenti in provincia di Caserta, hanno contribuito non poco a formare le fortune elettorali di un noto Consigliere Regionale cellolese, prim’ancora sindaco di Cellole. Ma poi, avendo tanti di loro preso la residenza a Cellole per ottenere i benefici fiscali per la prima casa, hanno fatto la fortuna elettorale di qualche sindaco o consigliere comunale del posto; ecco spiegati quindi i numeri esagerati in termini di voti di alcuni geometri e ingegneri cellolesi candidati al consiglio comunale locale.

Ma non finisce qui la nostra analisi, invero a queste paventate “coperture” degli uffici comunali e dei politici locali, vanno aggiunte altre figure “chiave” che hanno contribuito al “sacco del Pantano”.

A cominciare dai Notai che hanno redatto gli atti di vendita dei terreni in origine demaniali e quindi non alienabili, per finire ai tecnici dell’ENEL che hanno installato i contatori della corrente elettrica in aree prettamente agricol. Provate, chiunque di voi lettori, a fare una richiesta ad ENEL per l’istallazione di un contatore e vedrete la mole di incartamenti, permessi, licenze ecc che vi chiederanno. A questo proposito, il nostro anziano narratore di prima, ci ha riferito un altro aneddoto: “per la corrente, ci stava un operaio dell’ENEL che lavorava sempre a Baia Domizia, era di Sessa, lo chiamavi a casa e lui veniva già con il contatore in una mano, gli mettevi nell’altra mano centomila lire e il problema era risolto…poi se la vedeva lui a sistemare le carte all’ENEL”! Su questa faccenda delle centomila lire i pareri raccolti sul posto sono discordanti…c’è anche chi parla di somme più alte a seconda della posizione della casa rispetto alla linea principale.

…chissà, si parla sempre di fatti di oltre trent’anni fa!

Insomma, in definitiva il servizio di Nocchetti, ha messo in evidenza una volta per tutte, ciò che chi abita Baia Domizia da sempre, ha sempre saputo e che mai è stato detto in maniera tanto esplicita…tranne ovviamente, il lavoro di inchiesta di Appia Polis…

Sarà giunto il momento nel quale qualche responsabilità venga chiarita e definitivamente assegnata? A questo interrogativo, troveremo risposta solamente se il brillante lavoro della Procura di Santa Maria prosegua, senza fare sconti a nessuno, con la caparbietà che la dottoressa Maria Antonietta Troncone sta dimostrando su temi così importanti per il territorio, quali ambiente ed abusivismo edilizio.

Una riflessione andrebbe fatta anche in merito al lavoro della Procura degli anni passati; ovvero: perché non si è mai arrivati ai risultati attuali?

È vero quindi che in certi posti di comando e di responsabilità, bisogna che ci siano persone sufficientemente motivate e che soprattutto non abbiano troppi “coinvolgimenti” con i territori.

La rivoluzione accaduta recentemente in Procura con l’avvento della dott.sa Troncone, in piccolo è ciò che è successo anche a Cellole e Baia Domizia, dove da poco più di un anno c’è un nuovo comandante della Stazione dei Carabinieri – il mar. Valentino Forte – ed un nuovo comandante dei Vigili Urbani – il dott. Luigi Casale – come si suol dire: “…scopa nuova, spazza meglio…”!