EX CANAPIFICIO, ARGINATI I CASI DI COVID-19. “ECCO COME ABBIAMO EVITATO UN NUOVO FOCOLAIO”

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CENTRO SOCIALE EX CANAPIFICIO 300x300 EX CANAPIFICIO, ARGINATI I CASI DI COVID 19. ECCO COME ABBIAMO EVITATO UN NUOVO FOCOLAIOCASERTA – Tanta paura, ma combattuta prontamente, fino alla risoluzione del problema. Il Centro Sociale Ex Canapificio ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un comunicato con cui vuole rendere noto a tutti come hanno isolato i tre contagiati di Covid-19 all’interno del progetto Sprar, bloccando così la possibilità di creare un nuovo focolaio: “Oggi vogliamo raccontarvi come siamo riusciti ad evitare il dilagare del covid all’interno del progetto di accoglienza Sprar che gestiamo a Caserta. 3 casi positivi, ma prontamente isolati. Oggi, dopo settimane di apprensione e paura, lo raccontiamo e lo facciamo perché se stiamo riuscendo ad evitare il peggio, molto lo dobbiamo al senso di responsabilità collettiva e di solidarietà che sentiamo. Molto lo dobbiamo però anche alla struttura stessa del progetto di accoglienza #Sprar, un’accoglienza diffusa, umana e attenta, che è urgente ripristinare in tutta Italia abolendo i #decretisicurezza.
Nelle ultime settimane, il centro sociale “Ex Canapificio”, in qualità di ente gestore del progetto Sprar/Siproimi del Comune di Caserta, si è ritrovato nel pieno dell’emergenza covid. Fin dai primi momenti della fase 2, abbiamo lavorato per ottenere uno screening completo, volto a garantire la sicurezza dei beneficiari del progetto, ma anche degli operatori sociali che vi lavorano, categoria tra le più a rischio di contagio, così come riconosciuto recentemente anche dall’INAIL. Dai risultati dello screening sono emersi due positivi su circa 120 tamponi: un operatore, poi ricoverato all’ospedale covid di Maddaloni e un beneficiario, lievemente sintomatico, posto in quarantena presso il proprio domicilio. Tra i 6 contatti individuati è stato riscontrato un altro operatore positivo, asintomatico e anch’esso messo in quarantena. Da qui siamo risaliti ad altri 18 contatti, tutti posti in isolamento fiduciario. Tutto questo si è verificato nel pieno del caos dovuto ai rientri dall’estero, con l’ASL in difficoltà per il numero elevato di tamponi da effettuare e per spazi insufficienti per garantire la sicurezza di tutti. Prendendoci una grossa responsabilità abbiamo deciso di organizzare i 18 tamponi di controllo presso gli uffici del progetto Sprar, recentemente fittati dopo la chiusura della nostra sede storica. L’organizzazione è stata scrupolosa, un punto di ritrovo all’aperto, delimitato e con sedie distanziate l’una dall’altra, un accesso per il tampone concesso ad una persona per volta, all’interno dell’ufficio, in modo da garantire la privacy e non creare apprensione tra chi abita nei pressi degli uffici. Fortunatamente tutti i tamponi sono risultati negativi, grazie ad un lavoro attento che ci ha permesso di isolare subito i casi a rischio contagio, ma grazie soprattutto al modello di accoglienza diffusa che da anni portiamo avanti. Un modello che garantisce minori contatti fisici tra tutti i beneficiari, la possibilità di seguirli meglio e una maggiore integrazione sul territorio, ma che oggi viene messo a rischio dai decreti sicurezza, che vanno cancellati il prima possibile. Rilanciamo un appello alle istituzioni locali affinché dimostrino una maggiore sensibilità e sostegno a chi lavora nel sociale, anche con la messa a disposizione di spazi sufficientemente ampi e sicuri, per poter continuare a garantire il distanziamento fisico, ma mantenere invece la solidarietà e la vicinanza sociale di cui c’è bisogno”.