SESSA AURUNCA: FIGURACCIA NAZIONALE PER LO SPORCO IN CITTÀ

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IL POST DI UN PELLEGRINO CHE PERCORRE LA “VIA FRANCIGENA DEL SUD” METTE IN LUCE L’ABBANDONO DEL TERRITORIO!

          –           di Salvatore Zinno          –                      VIA FRANCIGENA SESSA AURUNCA: FIGURACCIA NAZIONALE PER LO SPORCO IN CITTÀ

 Solamente lunedì scorso abbiamo riferito di un incendio che ha devastato un terreno abbandonato nel cuore del centro storico di Sessa Aurunca, tra l’altro incenerendo rifiuti di ogni tipo e causando una densa e corposa colonna di fumo nero e diossina (LEGGI L’ARTICOLO).

Oggi, a distanza di una settimana esatta, ri-affrontiamo l’argomento “sporcizia e abbandono del territorio” in quel di Sessa Aurunca, prendendo spunto (ahimè) da un post pubblicato da un pellegrino che sta compiendo il suo cammino sulla ben nota Via Francigena del Sud; ovvero quella strada composta da mille sentieri secondari che dalla Basilica di San Pietro di Roma, conduceva fino all’estremo “tacco dello stivale”, ovvero al leccese porto di Santa Maria di Leuca da dove i pellegrini (e anche i crociati) si imbarcavano per raggiungere la Terra Santa.

Questo pellegrino, una donna nel nostro caso, la signora “K”, sta compiendo come da tradizione in solitudine il suo percorso di fede e penitenza, ma arrivata nelle campagne sessane ha dovuto pensare che le sue penitenze fossero aumentate, e non ha perso tempo a lasciarne traccia nel suo diario giornaliero.POST 1 SESSA AURUNCA: FIGURACCIA NAZIONALE PER LO SPORCO IN CITTÀ

La nostra K scrive: “Tappa San Castrese-Sessa Aurunca: oggi gambe di piombo e piedi doloranti quindi tappa corta, anche se ci metto quasi il doppio del normale. Molto bucolica, tra vigneti (non ancora vendemmiati!) frutteti di ogni genere e oliveti. Peccato per boschi e sentieri, deturpati ogni due per tre da ogni sorta di rifiuto: materassi, mobili, monitor,giochi, pezzi di auto, e plastica, plastica, plastica ovunque. Possibile che quest’umanita’ non si renda conto della fortuna di abitare in un territorio così, ricco di veramente tutto?? E che basterebbe uno sforzo molto minore che portare i propri scarti fino in un bosco o un canale, per un domani poterseli godere loro stessi, i loro figli ed esserne orgogliosi con un turista straniero? Due tappe dietro di me ci sono due pellegrini tedeschi che percorrono la Via fino a Benevento. Beh, continuo a pensare cosa vedranno anche loro e me ne vergogno un po’, confesso.”

Il racconto della donna non lascia spazio a dubbi interpretativi; non solo Ella si duole dello stato di abbandono del territorio che sta attraversando a piedi, possedendo quindi un punto di vista molto ravvicinato, ma si “vergogna” di quello che vedranno dopo poche ore due pellegrini tedeschi che si trovano qualche tappa dietro di lei. In verità abbiamo dato un occhiata al diario che la signora K sta tenendo, e non abbiamo notato altre “note negative” riguardanti i paesaggi già attraversati nel suo peregrinare.

La signora K, conoscendola attraverso le sue pagine facebook, non è sessana e non è campana, non ci pare una che fa un pellegrinaggio politico, è solo una donna che ha deciso di affrontare un suo personale viaggio che la porterà a percorrere diverse centinaia di chilometri attraverso il sud-Italia.

Questa condizione ci fa davvero vergognare tanto a noi cittadini aurunci, molto più che a lei, molto più che ai pellegrini tedeschi, e molto più di chiunque si trovi a percorrere le nostre contrade; tropo spesso, i nostri occhi e le nostre menti non riescono a vedere il brutto che ci circonda, lo sporco, l’abbandono, la trascuratezza e lo scempio che viene perpetrato quotidianamente ai nostri borghi; questo succede per una sorta di “assuefazione al peggio”, come ben spiegato dal De Masi. Tra l’altro noi di AppiaPolis lo stiamo denunciando da tempo (LEGGI), e ancora troppe volte capita che alcuni cittadini all’improvviso si “sveglino” dal sonno catatonico che li avvolge e si riuniscano in gruppi di volontari per ripulire questa o quella zona. È successo tante volte: a Cupa, a Corbara, a Carano, a San Castrese, a Piedimonte Massicano e molto più recentemente ed in maniera più eclatante a Sessa centro nella valle della Maddalena luogo utilizzato per decenni come discarica di qualunque cosa.

Quanto ancora si dovrà fidare sul volontariato e sulla buona volontà dei cittadini aurunci, prima che un qualsiasi amministratore pubblico disponga innanzitutto la bonifica delle discariche viste da tutti e anche dai pellegrini, ma soprattutto quand’è che qualche amministratore affronti in maniera seria ed organica il problema facendo della prevenzione l’arma con la quale combattere i zozzoni incivili che si contrappongono fieramente ai conterranei diligenti ed operosi?

Questo punto di domanda resterà per sempre irrisolto oppure si potrà sperare in un cambiamento di mentalità da parte di chi governa il territorio e il più delle volte si dichiara amante o innamorato di esso “sbattendosi” il petto in ogni occasione elettorale salvo poi fottersene il millesimo di secondo successivo?

Lasciamo meditare gli amministratori pubblici su questa ennesima ed isolata denuncia fatta da giornalisti “cattivi” che “odiano i politici ed il territorio” – così come veniamo etichettati da qualche Ras politico locale.

Intanto, cogliamo l’occasione per farli meditare anche su questo altro episodio: come detto in apertura, lunedì scorso c’è stato un incendio a via Franali – nel cuore del centro storico del capoluogo di comune – orbene, dalla documentazione fotografica pubblicata da noi, erano ben visibili alcuni sacchi neri abbandonati nei pressi dell’area incendiata e per fortuna risparmiati dalle fiamme.SESSA SESSA AURUNCA: FIGURACCIA NAZIONALE PER LO SPORCO IN CITTÀ

È passata esattamente una settimana e quei sacchi sono ancora nella stessa posizione a fare pessima mostra di se stessi, in attesa che qualche altro pellegrino precorra quella strada e ce li presenti come caratteristica peculiare del paesaggio.

Non resta altro che meditare quindi caro sindaco Silvio Sasso, caro presidente della commissione regionale Ambiente Gennaro Oliviero e cari tutti innamorati del territorio.

Chiudiamo ricordando Seneca in una sua epistola all’amico Lucilio, quando gli dice: Quid ergo huic meditandum est?VIA FRANALI SESSA SESSA AURUNCA: FIGURACCIA NAZIONALE PER LO SPORCO IN CITTÀ