“CLIMAX”: LA DANZA INFERNALE DI GASPAR NOÉ

0

            –       di Mariantonietta Losanno      –             61z4mC8Zf5L. AC SY606  “CLIMAX”: LA DANZA INFERNALE DI GASPAR NOÉEstremizzare: è questo l’obiettivo di Gaspar Noé, un regista sovvertitore, sempre attento a non omologarsi e ad esasperare le sue idee realizzando opere controverse e disturbanti. I protagonisti di “Climax” sono giovani danzatori, che si ritrovano per le prove di uno spettacolo in un edificio scolastico isolato e in disuso: un brindisi a base di sangria, però, dà il via ad un incubo senza fine. L’alcool, la droga, la violenza, l’inferno: Gaspar Noé firma l’ennesima l’opera conturbante. Ogni regista ha i suoi vezzi, e sicuramente Noé si è sempre contraddistinto per il suo stile audace, eccessivo e tormentato; ne sono un esempio “Irréversible”, una pellicola che trasporta lo spettatore in un vortice -in una situazione irreversibile, appunto- in cui tutto segue una direzione non comprensibile e che non è possibile modificare; o “Love” (che tratta di sesso e sentimenti, oltrepassando ogni tabù), ulteriore esempio di come il regista argentino abbia una voglia smisurata di rompere gli schemi e di incantare ma al tempo stesso infastidire. Climax recensione film gaspar noè scaled “CLIMAX”: LA DANZA INFERNALE DI GASPAR NOÉSolitamente si cerca di anestetizzare le emozioni più angoscianti, si tenta di evitare di affrontarle, di scappare: Noé, utilizzando la macchina da presa come un’arma, psicanalizza, costringe lo spettatore a vivere la paura, l’ansia e la violenza senza concedere una via d’uscita. Per farlo, si serve della danza che ha innegabilmente un potere ipnotico, e che diventa rapidamente una danza macabra: urla di piacere, di disperazione e di dolore provengono da ogni luogo, mettendo lo spettatore in condizione di perdere il contatto con la realtà. Il cinema di Noé sa come e dove colpire, utilizzando gli strumenti giusti: è una sfida, piuttosto che un’esperienza cinematografica. Il regista visionario inibisce, viola l’intimità giocando con le immagini; il pubblico prova inevitabilmente imbarazzo ma non può far a meno di prendere parte del meccanismo perverso minuziosamente elaborato.Climax feature 3272054514 1550502610289 scaled “CLIMAX”: LA DANZA INFERNALE DI GASPAR NOÉI riferimenti cinematografici sono principalmente a Dario Argento (“Suspiria”), a Żuławski (“Possession”), ma anche a Lucio Fulci, Fassbinder, Lynch, Pasolini, Von Trier: questi rimandi, sono l’evidente dichiarazione d’intenti di rientrare nei dettami di un cinema anarchico, visionario e delirante. È compito dello spettatore stabilire se il climax sia da intendere in direzione ascendente o discendente: quello di Noé, dunque, è viaggio verso il Paradiso o verso l’Inferno? Le contraddizioni (“Nascere è un’opportunità unica”, “Morire è un’esperienza straordinaria”), confondono: “Climax” è estasi e terrore, un’opera in cui non si riesce a definire un inizio e una fine, in cui l’euforia e la disperazione si alternano costantemente.  Lo sguardo della macchina da presa si fa documentaristico: Noé predilige una rappresentazione di forte impatto visivo, scegliendo uno sviluppo libero ma al tempo stesso disciplinato. Come possono coesistere l’ordine e l’anarchia? Esattamente come nella danza, in cui sembra che i ballerini si muovano lasciando ampio spazio all’improvvisazione eppure seguono una coreografia, così Noé realizza un’opera prima coordinata poi insensata, incontenibile, sadica. “Climax” si presenta come la sintesi dello stile di Gaspar Noé, e non è certamente un film per tutti, perché si muove tra la pulsione e l’eccesso, senza compromessi. Un flusso incontrollato -e incontrollabile- di parole ed immagini: in “Climax” c’è una volgarità imperante e una sofferenza tangibile, eppure il risultato risulta sempre efficace. In fondo, quel confine labile tra euforia incontenibile e squallore è una buona sintesi del divertimento di tanti giovani.