ELEZIONI D’AUTUNNO: ANALISI PER LE PROVE TECNICHE PER IL 2021

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  –       di Nicolò Antonio Cuscunà       –                 amministrative cuscunà scaled ELEZIONI DAUTUNNO: ANALISI PER LE PROVE TECNICHE PER IL 2021Regionali di 15 giorni fa, ballottaggi di domenica scorsa, tutti hanno vinto nessuno ha perso. Ad ascoltarli nessuno ha perso consensi elettorali, come la giri, come la volti a vincere sono stati proprio tutti. Nessuno s’interroga quale ruolo hanno avuto gli elettori, gli eroi resistenti della vera ed unica democrazia partecipativa ridotti al risicato 49% di presenza ai ballottaggi. Il solito pallottoliere, solite bandierine da appuntare sulla cartina geografica, solita geografia colorata d’azzurro, rosso, verde-giallo, rosso-giallo, solo giallo o azzurro e rosa. Programmi ed eletti, competenze, concretezze e libri dei sogni sono cosa di second’ordine. Eppure, a leggere attentamente i risultati emerge un primo dato, la bassissima affluenza alle urne, evidente segno di sfiducia e stanchezza rispetto alla politica. Cioè, l’elettore non crede più alle PROPRIE scelte, da cui dipende il luogo più vicino, importante a determinare e garantire la “qualità della vita” propria e delle comunità cui appartiene.

Il PD di Zingaretti esulta per avere appuntato 6 bandierine su 9 città capoluogo. Fiore all’occhiello Reggio Calabria rimasta nelle mani di Falcomatà-figlio. La città di San Giorgio sottratta al maldestro tentativo di Salvini d’impossessarsene in gestione (assecondato dalla destra popolare radicata in quella città) candidando un ex segretario comunale proveniente da Genova. Cose da pazzi, colpire i calabresi reggini nell’amor patrio. Degna di nota la vittoria di F.d.I. ad Arezzo. La città della CHIMERA bronzea, da tempo espugnata alle sinistre, ha dimostrato il vero laboratorio di quella destra credibile, sociale e conservatrice, democratica e libera, fatta di competenze e costante lavoro posto in essere da “giovani amanti della politica servizio”. Degno di nota il laboratorio di Enna, la città siciliana senza sbocco a mare elegge sindaco un ex PD con un’alleanza inedita ma non innaturale: F.I. + I.V. Berlusconi e Renzi provano scenari futuri. Alleanza neo-LIBERISTA priva di Italia in Crescita di Toti e Azione di Calenda.   Vince anche il M5S nella città dei “Sassi” e in quel di Pomigliano. Non importa se le percentuali dei grillini calano a poche unità con decimali: 3,5 ad Arezzo, 2,4 a Reggio Calabria, 3,7 a Lecco, 6,2 a Chieti. Nel Centro Sinistra svolgono maggior peso le liste civiche che non i 5Stelle.   Acclarato un dato inconfutabile, il lento inesorabile declino del partito fondato da Berlusconi. Il Centro Destra perde dopo 30 anni Sorrento, Chieti e Avezzano passano al centrosinistra del PD +M5S. Il PD vince a Cascina contro la Lega.  Oltre a Pomigliano, l’alleanza PD + grillini conquista Giugliano e Ariano Irpino. Esultano Zingaretti, Conte e Di Maio, piange Di Battista nemico della “morte nera” del PD. La poltrona di Conte si consolida ed inizia a prendere forma l’alleanza Rosso-Giallo, Zingaretti e Di Maio pensano alle elezioni di primavera: Milano, Roma, Napoli.  Forse non s’accorderanno al primo turno, almeno dove non sarà facile digerirsi vicendevolmente. Decideranno d’andare separati per la strategia di “raschiare il fondo del barile”?  PD e grillini supereranno le ritrosie ed i vomiti d’accettarsi al primo turno, tacitamente o ufficialmente s’accorperanno al ballottaggio per: ” battere le destre”.    Caserta, Napoli, Roma e Torino, Marino, De Magistris, Raggi e Appendino verranno trattati su tavoli nazionali. I dati parlano chiaro, i ballottaggi sono un buon risultato per il centrosinistra + i grillini e liste civiche. Uguale non può dirsi per il centrodestra, divisioni di vertice, corsa al primato percentuale per la conquista della leadership, rappresentano un freno ed un peso.

Le prove di laboratorio – politico – hanno un valore, ma non applicabile in ogni dove e sempre. Validità o non, le varianti sono tante e non facili da perseguire, cambiano da città in città.  Caserta andrà al rinnovo del Consiglio comunale l’anno prossimo -2021-. Caserta non è Napoli né Roma o Torino, Carlo Marino non è De Magistris né Raggi e tampoco Appendino.  Sicuramente i tavoli nazionali dei sindaci dei capoluoghi -spartizione manuale Cencelli- avranno un ruolo. A Caserta parrebbe inverosimile l’alleanza del PD col M5S e liste di sinistra-ambientaliste (Speranza per Caserta) apertamente schierate contro Marino. Da parte sua il sindaco-podestà di Caserta, come ha fatto la Raggi a Roma, a scanso d’equivoci s’è anticipata la ricandidatura. Riuscirà a spuntarla, riuscirà a vendere cara la pelle? Ai tizzoni residui ed alle ceneri del PD e della sinistra casertana ricandidare Carlo Marino non sarà facile, staremo a vedere.

Discorso a parte è lo stato di salute del Centro Destra a Caserta e provincia. Le elezioni regionali hanno visto Fratelli d’Italia e Lega conquistare ognuno un seggio, Forza Italia s’è salvata per il buco della cuffia. Su Caserta, oltre ai freschi di rielezione regionale, pesano anche senatori e un europarlamentare. La senatrice Giovanna Petrenga – F.d.I., l’estraneo e sconosciuto senatore Claudio Barbaro da Roma (Lega), Carlo Sarro di F.I. e l’on. Valentino Grant salviniano di ferro, sapranno fare la “quadra”?  In città la Lega può contare su un 12% di zinziana natura?  Come i vertici entreranno in sintonia col territorio non è dato intuirlo visto la loro “cronica assenza”. Rappresentanti territoriali difficili da classificare, sconosciuti all’attività politica, non credibili in quanto disponibili all’abbisogna del potere (vedi Magliocca Giorgio e singoli del gruppo F.I. al comune). Per cui, i laboratori nazionali appaiono improbabili se non impossibili in aggiunta alla forte spinta dei tantissimi “candidati sindaco in pectore”.

Se tanto mi da tanto, laboratori a parte, Caserta è uno strano palcoscenico e le precedenti elezioni lo hanno dimostrato. Ed a meno di un grande, improbabile e certosino lavoro da svolgere ad opera di “partiti e uomini-leader” Caserta s’avvia a ripetere l’incubazione di decine di liste fai da te. Liste autonome, sorte per volere di condomini, di quartieri, di famiglie, d’istrionici personaggi nullafacenti figli di papà, insomma del primo che si sveglia il mattino. Non liste pilotate, per intenderci alla De Luca, liste scollegate da qualsivoglia strategia, liste nate dalle ceneri della mala-politica e con essa si nutrono. Caserta non è male amministrata per colpe addebitabili solo a Carlo Marino ma alla pletora dei consiglieri che si trascina appiccicati alla giacchetta. Consiglieri questuanti, appetiti di singoli da saziare, voti da barattare, maggioranza da conservare costi quel che costi, ed i risultati sono visibili a TUTTI. Come sempre, come al solito, tutti ci guadagneranno, tutti vinceranno, gli unici a perdere sono solo e sempre i casertani.

Per scongiurare tale non improbabile devastante scenario è d’obbligo l’assunzione di responsabilità dei dirigenti dei residui partiti e dei loro rappresentanti eletti.

Infilato il dito nelle piaghe, provocazioni, spingersi avanti per non retrocedere, presagire il futuro, Noi il sasso nello stagno l’abbiamo lanciato, è nostro doveroso compito. Sta ai buon intenditori di buona memoria decidere, recepire prendendo il sasso al volo. Attendiamo lumi, Siamo sempre disponibili.