SERVIZIO 118, CENTRO SANIFICAZIONE O… CONTAMINAZIONE?

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(f.n.) – Corriamo il rischio di soccombere alla disorganizzazione ed alla presuntuosa incapacità dei manovratori, più che al Covid 19, per non parlare dei piccoli interessi intrisi di vanagloria di chi, non rischiando in prima persona, si paparea, roteando gli occhi e girando i pollici nella stanza dei bottoni. La mole di lavoro cui sono sottoposti gli operatori del 118 ed i rischi relativi, sono di proporzioni disumane. Dalla centrale del 118 di Caserta, si continuano ad impartire in maniera rigida, alle equipe delle ambulanze, ordini e direttive, che non ammettono repliche né obiezioni e di cui sovente non si comprende la ratio, dal momento che non prevedono alternative alla partenza a sirene spiegate a tutti i costi e alla risposta affermativa a prescindere, di qualsiasi entità sia la chiamata in arrivo. Con questo sistema che aggiunge piume colorate alla coda del responsabile ff del 118, onde facilitarne la ruota, si rende il servizio di emergenza, un vero e proprio corso di resistenza e di sopravvivenza, mentre il numero dei medici che rinunciano all’incarico, aumenta a vista d’occhio. Le falle dell’organizzazione generale, sono evidenti ad iniziare dall’assenza nelle strutture sanitarie della provincia, di un centro dialisi per malati di Covid, la qual cosa costringe l’ambulanza con relativa equipe, a prelevare il paziente dal Centro Covid in cui è ricoverato per trasferirlo al Cotugno di Napoli, attendere circa tre ore e mezza, per riportarlo nel reparto di degenza da cui è partito. Al paradosso si aggiunge il paradosso, che rappresenta la linfa vitale della disorganizzazione, perché ad esempio, nonostante davanti al Covid center di Maddaloni, stazionino due ambulanze, per effettuare questo tipo di servizio si chiama il 118…poiché, ovviamente, a dirigere i destini di chi tira la carretta e arrivata la sera, stramazza al suolo esausto, c’è un bel tipetto che assicura ai signori del piano di sopra, che è “tuttappost” e facendo l’inchino gorgheggia… “tranquilli ghe pensi mi”…e siccome ci pensa lui, siamo davvero in ambascia… E così,  mentre nelle altre Aziende sanitarie della Campania si è provveduto ad incrementare il numero delle ambulanze, in provincia di Caserta il numero è sempre lo stesso…  E nella rosa delle cose “sistemate assai” e comme il faut, vi sarebbe anche la faccenda del centro di sanificazione delle ambulanze e relativi equipaggi che, come abbiamo più volte scritto è unico, e si trova a Caivano…Ciò che invece mancava al dossier, era la descrizione delle condizioni, in cui avviene la cosiddetta sanificazione…Il luogo ameno è una specie di garage, quasi un sottoscala dotato di un bagno che fa pietà e che sovente manca persino del detergente adatto per le mani…qualche giorno fa i medici si sono lavati le mani con il Last al limone…e non è uno scherzo…Non esiste un percorso per il pulito ed uno per lo sporco, quindi chi arriva con la tuta contaminata è assai probabile che incroci quello che esce con la tuta pulita…di cosa parliamo?, di centro sanificazione o di centro contaminazione?… Si ha l’impressione che al vertice di questa vergognosa dimensione dis-organizzativa, ci sia la chiara volontà di eliminare l’interlocutore medico, per gestire senza contradditorio specialistico, un servizio, che stanno depauperando soprattutto dal punto di vista emozionale. E mentre De Luca obbliga a tenere le mascherine anche all’aperto, le truppe della difesa vanno all’assalto del Covid, azzoppate da chi dovrebbe rendere loro agevole la battaglia…Intanto sullo sfondo del disastro il coordinatore ff si lima le unghie e continua a fare punti per il suo futuro, con il sudore degli altri. Hasta la verguenza!